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Visualizzazione dei post da gennaio, 2012

Amira Hass :Diversamente occupati: le rompiscatole ambientaliste. Machsom Watch

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    C’è una spina nel fianco dell’industria israeliana dei divieti, sotto forma di numerose donne in età da pensione, cocciute e perseveranti, in una parola, delle ‘rompiscatole’.  Sono le volontarie del Machsom Watch [Osservatorio Machsom] che, nel corso degli ultimi sette anni, hanno messo a disposizione la loro perseveranza per ricorrere contro il divieto di movimento che il servizio di sicurezza dello Shin Bet impone ai palestinesi che cercano lavoro in Israele. L’organizzazione di volontarie femminili Machsom Watch, che ha preso l’avvio più di un decennio fa con il monitoraggio dei posti di controllo fisici e amministrativi nella West Bank, ha sviluppato diverse aree di competenza: i divieti di movimento per motivi di sicurezza, i tribunali militari, le multe della polizia, i permessi per motivi di salute, le restrizioni nella valle del Giordano e altro ancora. Nei loro turni ai posti di controllo le donne sono giunte a conoscere i lavoratori e i commercianti palestinesi c

Sumaya Abdel Qader :nonostante tutto c’è un presente, da sostenere e guidare. Un futuro da sognare e realizzare.

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Le rivolte arabe hanno “sospeso” nel limbo una parte importante della loro discendenza sparsa per il mondo, immobili davanti ai drammatici scenari strazianti, paralizzata davanti alle tv, web, e altri mezzi di informazione per essere aggiornati continuamente su ciò che accade. Molti hanno sospeso tutte le loro attività, lavoro, contatto con amici e società. A loro dedico questo umile pensiero. Nonostante tutto bisogna andare avanti. Avanti nel migliore dei modi. Le vite spezzate in molte terre del mondo ci addolorano, ci spingono a rinchiuderci in casa, a piangerle, privi di energia e di voglia di vivere senza di loro. Il tormento delle immagini crude, delle grida umane, dei bimbi che potrebbero essere i nostri e che non possiamo abbracciare, nascondere e difendere dall’orrore che i nostri simili operano, ci imprimono un profondo senso di colpa, impotenza e sfiducia.  Prevale la pesantezza alle gambe ed il respiro che manca. Il semplice dolce preferito diventa un boccone av

Palestina: le nuove immagini delle demolizioni di Anata

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Continuano le demolizioni di case palestinesi nei dintorni di Gerusalemme ad opera dell’esercito israeliano. Questa volta a essere colpito è il sobborgo di Anata, strategico per la sua posizione geografica. Prosegue quindi la strategia israeliana del “ Price Tag ”: far pagare alla popolazione palestinese il prezzo della sua presenza sul territorio, che nasconde il progetto israeliano di circondare Gerusalemme con un “anello” di colonie, strade e parchi naturali, per separarla definitivamente dal resto della West Bank ed impedirne, in futuro, la divisione Est/Ovest prevista dagli accordi internazionali.   di  Cecilia Dalla Negra Arrivano di notte, con i bulldozer, e poco importa che a Gerusalemme piova e faccia freddo. E’ inverno anche in Terra Santa, ma lasciare la popolazione a dormire nelle tende dopo avergli distrutto la casa non sembra una preoccupazione dell’esercito israeliano, alla cui base sta un codice di condotta celebrato come “il più etico del mondo”.

Negoziati israelo-palestinesi: non ci sarà “nessuno Stato tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo”

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Proprio a ridosso del 26 gennaio, termine fissato lo scorso settembre dal Quartetto (Usa, Russia, Onu e Ue) per la fine dei colloqui preliminari tra Israele e Autorità palestinese, l’inviato del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Isaac Molho, ha illustrato al suo omologo palestinese Saeb Erekat la posizione di Israele sui confini di un futuro Stato palestinese. Secondo fonti ufficiali (riportate dal quotidiano israeliano Haaretz), Molho ha presentato solo verbalmente alcuni principi generali, senza mostrare un documento o delle percentuali di territorio da 'scambiare'.   di Enrico Bartolomei Uno dei principi delineati dall’inviato israeliano per un compromesso territoriale sulla Cisgiordania prevede che “la maggior parte degli israeliani restino sotto la sovranità di Israele e la maggior parte dei palestinesi sotto quella palestinese”. Per i negoziatori palestinesi, che rivendicano la creazione di uno Stato che riunisca Cisgiordana, Striscia di Gaza e Geru