Sumaya Abdel Qader :nonostante tutto c’è un presente, da sostenere e guidare. Un futuro da sognare e realizzare.
Le rivolte arabe hanno “sospeso” nel limbo una parte importante della loro discendenza sparsa per il mondo, immobili davanti ai drammatici scenari strazianti, paralizzata davanti alle tv, web, e altri mezzi di informazione per essere aggiornati continuamente su ciò che accade. Molti hanno sospeso tutte le loro attività, lavoro, contatto con amici e società.
A loro dedico questo umile pensiero.
Nonostante tutto bisogna andare avanti. Avanti nel migliore dei modi.
Le vite spezzate in molte terre del mondo ci addolorano, ci spingono a rinchiuderci in casa, a piangerle, privi di energia e di voglia di vivere senza di loro. Il tormento delle immagini crude, delle grida umane, dei bimbi che potrebbero essere i nostri e che non possiamo abbracciare, nascondere e difendere dall’orrore che i nostri simili operano, ci imprimono un profondo senso di colpa, impotenza e sfiducia. Prevale la pesantezza alle gambe ed il respiro che manca. Il semplice dolce preferito diventa un boccone avvelenato dal sapore della morte, che anche se non ci sfiora, in qualche modo sentiamo presente. Perché quelle terre di mondo dove le vite sono spezzate non sono poi così lontane.
Percepiamo che il cuore di molti sia morto, anche se batte ancora. E ci arrabbiamo con chi non reagisce e con chi è indifferente. Energia preziosa, però, spesa contro qualcuno anziché per qualcuno.
Un urlo si ferma in gola. Ah, quell’urlo e quel pianto che immaginiamo poter avvolgere i malvagi e spazzarli via.
Ma se alziamo lo sguardo e scrutiamo oltre lo sconforto, possiamo cogliere una luce. Una tiepida e confortante luce verso cui alzare il viso ed assorbirla nella sua pienezza. Dobbiamo cerca quel filo di luce per riempire di speranza, amore, forza, energia il nostro animo in un crescendo di forza ed un pensiero che ci sfiora: nonostante tutto bisogna andare avanti. Avanti nel migliore dei modi.
Perché c’è un presente, da sostenere e guidare. Un futuro da sognare e realizzare.
Sostenere il presente di chi non si piega all’inganno, alla violenza, all’ingiustizia.
Guidare l’anelito di libertà, spiccare il volo della gioia nella vita che preveda una società solidale, coesa, comprensiva e responsabile.
Questo implica uscire dalla stanza del dolore. I nostri martiri non ci vorrebbero li, anzi. Vorrebbero vedere i nostri sorrisi, il nostro bene e la nostra vita realizzata.
A loro dedichiamo le nostre vite, perché il sacrificio non sia vano. Ognuno nel suo piccolo coltivi il senso di giustizia, di amore per il prossimo, di lealtà, e responsabilità nel suo quotidiano, quest’ultimo senza marginalizzarlo.
Per questo nonostante tutto bisogna andare avanti. Avanti nel migliore dei modi.
Prepariamoci affinché i nostri percorsi si possano incrociare e che da questo incrocio nasca nuova linfa vitale.
Sumaya Abdel Qader
و الله هو المستعان
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