Testimonianze : l’apartheid in Israele esiste
1) Il paragone tra la situazione della popolazione palestinese in Israele e l’apartheid, il regime di segregazione razziale sudafricano abolito solo nel 1994, ha una lunga storia. Secondo alcuni, Israele ha costruito negli anni un simile regime di segregazione attraverso una serie di barriere (tra cui anche una fisica, tra la Cisgiordania e Israele) per i palestinesi in Israele e nei territori occupati, che discriminano la popolazione palestinese per quanto riguarda le tutele legali, la libertà di movimento, l’accesso al lavoro e alle risorse. Il termine apartheid, riconosciuto come un crimine dalla Corte Penale Internazionale e sanzionato dalle Nazioni Unite fin dagli anni Settanta, è stato usato nel corso degli anni persino in alcune relazioni delle Nazioni Unite che si sono occupate di Israele.Oggi Amos Schocken, editore e proprietario del quotidiano israeliano Haaretz in un editoriale sostieneche “c’è una differenza tra l’apartheid del Sudafrica e quello che sta succedendo in Israele e nei territori occupati, ma ci sono anche somiglianze”. Schocken è il nipote del fondatore del quotidiano, che negli anni si è dimostrato spesso molto critico nei confronti del governo per quanto riguarda la gestione della questione palestinese, guadagnandosi la sua reputazione di indipendenza e autorevolezza.
Secondo Schocken, all’interno della classe politica israeliana si sono scontrate anni fa due diverse linee di pensiero, e negli anni Settanta una sola è uscita vincitrice: quella impersonata al meglio nel gruppo dei nazionalisti e fondamentalisti religiosi di Gush Emunim (“blocco dei fedeli”), fondato ufficialmente nel 1974 e oggi dissolto. Le radici di Gush Emunim sono religiose e non politiche, e nascono dalla Guerra dei Sei Giorni del 1967, quando Israele occupò Cisgiordania, Striscia di Gaza, penisola del Sinai e alture del Golan. Gush Emunim sosteneva la causa dell’occupazione territoriale e la nascita degli insediamenti israeliani nei territori occupati, e guadagnò un’influenza molto forte nella vita politica di Israele. Quella influenza, dice Shocken, è riuscita ad avere la meglio sull’altra linea di pensiero, quella che ha portato agli accordi di Oslo, alla conciliazione e alle aperture nei confronti dei palestinesi, impersonata dal primo ministro Rabin. Negli ultimi anni, molti dei massimi uomini politici israeliani hanno aderito nei fatti all’ideologia di Gush Emunim, mettendola in pratica anche se la rifiutavano a parole: Schocken nomina Ariel Sharon e l’attuale viceministro e ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman, ma dice che anche i governi di Ehud Barak e di Ehud Olmert non hanno dato segni significativi di discontinuità con la linea più intransigente.
L’apartheid in Israele
Amos Schocken: Israel ‘Apartheid Regime,’ ‘Jewish Lobby Addicted’ to Settlement Ideology
2Apartheid roads
12 STUDIO SUDAFRICANO, CONTRO PALESTINESI PRATICATO APARTHEID Lo ‘Human Sciences Research Council’ (Hsrc), organizzazione indipendente sudafricana impegnata nella tutela dei diritti umani, ha pubblicato oggi un rapporto nel quale definisce la politica israeliana nei Territori palestinesi “una politica di occupazione, colonialismo e aparth[Image]eid”. Secondo lo studio, Israele sta impiegando nei Territori Palestinesi Occupati i tre ‘pilastri giustificativi’ che furono già del regime segregazionista attuato in Sudafrica fino al 1994. “Il primo pilastro – dice la presentazione del rapporto – deriva da leggi e politiche israeliane che stabiliscono un’identità ebraica per fini di legge istituendo uno status legale preferenziale e benefici materiali rivolti agli ebrei e non agli altri cittadini”. Il secondo ‘pilastro’ si riflette nella politica generale di frammentare il territorio palestinese facendo sì che i palestinesi possano muoversi solo all’interno di ‘riserve’ per loro designate; allo stesso tempo, viene portata avanti una continua politica di appropriazione di terra palestinese tagliando fuori sempre di più Gerusalemme Est dal resto della Cisgiordania. Il terzo ‘pilastro’ menzionato dal rapporto riguarda la progressiva riduzione di libertà dei palestinesi: dalla libertà di espressione, a quelle di opinione, di assemblea, di associazione e di movimento; con il fine ultimo di “sopprimere il dissenso a un sistema di dominazione e di mantenere quindi il controllo sui palestinesi in quanto gruppo”. Il sistema usato da Israele - è la conclusione degli autori del rapporto che include studiosi e ricercatori africani, europei, ma anche israeliani – è molto simile alla politica dell’apartheid applicata in Sudafrica, quando i sudafricani neri venivano confinati dal governo in apposite aree, mentre i sudafricani bianchi godevano di libertà di movimento e di ogni altro diritto.[GB] da MisnaallegatoIsraele e l’apartheid14«Io, ebreo israeliano e contro l'apartheid»
15 Israele e l’apartheid: un matrimonio di convenienza e di potenza militare
16 Gerusalemme : L’apartheid stradale di Israele di Mya Guarnieri
17 ILAN PAPPE: Israele- razzismo e apartheid etico
18 Golan: il turismo dell’apartheid nel Kibbutz Afik
19 CISGIORDANIA: ECCO COSA E’ L’APARTHEID (video)
20 Ilan Pappe : l 'ultima legge dell'Apartheid di Israele
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