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Alberto Negri : [L’analisi] Il ricatto di Trump all’Europa, strangolare l’Iran per consegnare il Medio Oriente ad Israele

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      [L’analisi] Il ricatto di Trump all’Europa, strangolare l’Iran per consegnare il Medio Oriente ad Israele E’ scattata la trappola iraniana. L’America è entrata sul piede di guerra, dal Medio all’Estremo Oriente . Siamo arrivati al terzo capitolo della... notizie.tiscali.it     E’ scattata la trappola iraniana. L’America è entrata sul piede di guerra, dal Medio all’Estremo Oriente . Siamo arrivati al terzo capitolo della saga americana: prima distruggere l’Iraq, operazione riuscita nel 2003, poi la Siria - missione fallita ma non è detta l’ultima parola - e adesso colpire l’Iran, nemico numero uno di Israele e dell’Arabia Saudita . Una sorta di trilogia che ha come obiettivo lasciare lo stato ebraico come unico guardiano della regione e preservare il trono di spade saudita, il rivale sunnita della repubblica islamica, che barcolla nella guerra in Yemen. E come se non bastasse la minaccia di sanzioni “inaudite” a Teheran promesse dal se

Rasha Abou Jalal . l'incendio del valico di Kerem Shalom e i contrasti tra Hamas e Al fatah

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Rasha Abou Jalal 22 maggio 2018      Sintesi personale LA CITTÀ DI GAZA, Striscia di Gaza - I palestinesi si sono chiesti se Hamas stia tentando di sostituire il valico  commerciale di Kerem Shalom ,controllato  da Israele, con il valico di Rafah controllata dall'Egitto, che è attualmente è limitato solo alle persone. Kerem Shalom è considerato l'unico sbocco per la striscia di Gaza per ricevere beni umanitari. I manifestanti palestinesi l' 11 maggio hanno fatto irruzione a  Kerem Shalom  e lo hanno incendiato durante la Great Return March , iniziata il 30 marzo. Hamas, che controlla i servizi di sicurezza nella Striscia di Gaza, non ha fatto  nulla per  prevenire l'incidente sollevando domande sull'obiettivo del movimento. In precedenza   lo stesso incrocio era stato bruciato il 4 maggio e, dopo alcune riparazioni,  riaperto il 6 maggio. Dopo che Kerem Shalom è stato bruciato, l'Egitto ha aperto  il 12 magg

Gideon Levy On Nakba Day, Gazans Faced a Choice: To Mourn Their Dead, or Go Out and Protest .

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On Nakba Day, Gazans faced a choice: To mourn their dead ... - Haaretz On Tuesday, the tires burned on both sides of the fence that imprisons the residents of the Gaza Strip. Thick black columns of smoke rose into the air a few hundred meters apart, dispersing with the shifting winds, blackening the skies of the Strip and of what’s called the Gaza “envelope” – the Israeli communities along the border – blotting out the landscape. Fires raged in the fields of Philistia, on both sides of the border fence. In both cases, it was Palestinians who lit them. On their side they burned tires, elevating their protest skyward in the form of dense smoke. Toward the Israeli side they sent their burning “fox tails,” the fire kites, no less primitive than the fire started by Samson in the Bible story (in Judges 15). One of the kites set a field ablaze and also ignited a few terrifyingly large truck tires which for some reason were stac

Ilan Pappe Israele e Palestina nel 2018: decolonizzazione, non pace

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A 70 anni dalla creazione dello stato di Israele, non possiamo più parlare di un conflitto israelo-palestinese  Al Jazeera, 14.05.2018 https://www.aljazeera.com/indepth/opinion/israel-palestine-2018-decolonisation-peace-180514073500781.html Traduzione da Internazionale n.1256 Nella foto, donne piangono la morte di Omar Abu el Fool nella casa di famiglia a Gaza, il 15 maggio 2018 I fondatori dello stato di Israele si stabilirono in Palestina all’inizio del novecento. Arrivavano per lo più dall’Europa orientale, ispirati da ideologie nazionali romantiche molto difuse nei paesi di provenienza, delusi dall’impossibilità di essere integrati in quei nuovi movimenti nazionalisti e incoraggiati dalle prospettive del colonialismo moderno. Alcuni erano veterani dei movimenti socialisti e speravano di fondere nelle nuove colonie nazionalismo romantico ed esperimenti socialisti. La Palestina non era sempre stata la loro unica opzione, ma diventò la scelta privilegiata quand

Daniele Rocchi : Striscia di Gaza: suor Tighe (Caritas Jerusalem), “una bomba pronta ad esplodere. Rimuovere il blocco”

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 Daniele Rocchi  : Striscia di Gaza: suor Tighe (Caritas Jerusalem), “una bomba pronta ad esplodere. Rimuovere il blocco” “Una bomba pronta ad esplodere”: è questa l’immagine che suor Bridget Tighe, da gennaio direttrice generale di Caritas Jerusalem, usa per descrivere al Sir la situazione a Gaza dopo le forti proteste delle settimane scorse, culminate nei violenti scontri del 14 maggio al confine con Israele, che hanno provocato decine di morti e migliaia di feriti. Nell'intervista al Sir la religiosa ribadisce anche la necessità di allentare il blocco israeliano per dare respiro alla popolazione che vive in condizioni drammatiche.Una bomba pronta ad esplodere”: Suor Bridget Tighe (foto Caritas Jerusalem) è questa l’immagine che suor Bridget Tighe , da gennaio direttrice generale di Caritas Jerusalem, usa per descrivere al Sir la situazione a Gaza dove ha vissuto e operato per ben cinque anni. Dopo le forti proteste delle settimane scorse, culmi

U. De Giovannangeli Il presidente malato avvicina un governo gialloverde anche in Palestina

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Il presidente malato avvicina un governo gialloverde anche in Palestina (di U. De Giovannangeli) Un governo gialloverde anche in Palestina. Per garantire che l'uscita di scena di un presidente malato porti all'implosione dell'Autorità nazionale palestinese e spiani la strada per la Muqata (il quartier generale dell'Anp a Ramallah) ad Hamas. Dietro il giallo sulle condizioni di salute di Abu Mazen c'è anzitutto questo: la consapevolezza, da parte della dirigenza dell'Anp e ancor più di quella di al-Fatah (il movimento nazionalista palestinese fondato da Yasser Arafat e di cui lo stesso Abu Mazen è il capo) che una uscita di scena non governata dell'ottuagenario presidente, significherebbe l'implosione di Fatah, spacca

Israele bombarda con i "super caccia" F-35: "Siamo stati i primi al mondo a farlo"

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            Israele bombarda con i "super caccia" F-35: "Siamo stati i primi al mondo a farlo" Lo rivela il comandante dell'aviazione Norkin sui raid in Siria huffingtonpost.it "Abbiamo compiuto due attacchi con aerei F35. Siamo stati i primi al mondo a farlo": lo ha rivelato oggi il comandante dell'aviazione israeliana gen. Amiram Norkin. In un incontro con comandanti delle forze di aviazione giunti a Herzlya (Tel Aviv) da 20 Paesi, Norkin ha anche precisato che nel recente attacco israeliano contro obiettivi militari iraniani in Siria 100 missili sono stati lanciati contro i jet israeliani, i quali sono però tornati indenni alle basi. Il gen. Norkin ha anche rivelato che nell'attacco del 10 maggio le forze iraniane dislocate in Siria hanno sparato verso le alture