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Gideon Levy : Chi è favorevole a un massacro a Gaza?

Un’altra ora senza elettricità a Gaza e verrà dato il segnale: razzi Qassam. Ancora una volta Israele sarà la vittima ed il massacro avrà inizio.   Chi è favorevole a un massacro a Gaza? Israele e Gaza non sono di fronte ad un’altra guerra, né stanno gridando ad un’altra “operazione” o “attacco”. Questa mistificante terminologia ha lo scopo di fuorviare e banalizzare ciò che rimane della coscienza. Ciò che è in questione ora è il rischio di un altro massacro nella Striscia di Gaza. Sotto controllo, misurato, non troppo massiccio, ma pur sempre un massacro. Quando dirigenti, politici e commentatori israeliani parlano di “prossimo round”, stanno parlando del prossimo massacro. Non si farà una guerra a Gaza perché là non c’è nessuno che possa combattere contro uno degli eserciti più potentemente armati del mondo, anche se in televisione il commentatore sulle questioni militari Alon Ben David dice che Hamas può mettere in campo quattro divisioni. No

Minori palestinesi detenuti nelle prigioni militari israeliane (12-17 anni )

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Number of Palestinian Children (12-17) in Israeli Military Detention Each year approximately 500-700 Palestinian children, some as young as 12 years, are detained and prosecuted in the Israeli military court system. The most common charge is stone throwing. dci-palestine.org Tratto da questo articolo Peter Beinart: "These are the kinds of debates that the American Jewish establishment fears. It fears them because such debates give Palestinians a voice." Visualizza traduzione Why Is One Pro-Israel Group Desperate To Keep You From Watching This Video? Pro-Israel organizations are doing everything they can to prevent Jews — and members of Congress — from merely hearing Palestinian perspectives. forward.com

Umberto De Giovannangeli : La grande prigione di Gaza dieci anni dopo la conquista di Hamas

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  La grande prigione di Gaza dieci anni dopo la conquista di Hamasù Gaza, 14 giugno 2007. Raffiche di mitra in aria, sfilate militari, dolci offerti nelle strade in segno di vittoria: Hamas aveva "conquistato" la Striscia, cacciando ciò che restava delle milizie di al-Fatah, occupando la sede centrale dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) e instaurando il proprio governo. Gaza, 14 giugno 2017. Una immensa prigione a cielo aperto, isolata dal mondo, dove manca tutto. Non solo i riflettori mediatici si sono spenti su quella striscia di terra che negli anni aveva conquistato le prime pagine dei giornali di tutto il mondo, per le guerre con Israele: a spegnersi ora è la luce, quella vera, perché a Gaza manca anche l'elettricità. Manca tutto. Un inferno in

Alberto Stabile.Gaza, tagliata l'elettricità alla Striscia: 150 lanterne di carta contro il buio

http://www.repubblica.it/…/gaza_lanterne_buio_protesta-1…/1/     REPUBBLICA di oggi, 21/06/2017, a pag. 19,  Buio per le strade, afa soffocante nelle case, generatori spenti negli ospedali. Come se non bastasse la chiusura dei valichi, che dura ormai dal 2007, i quasi due milioni di palestinesi accalcati nella Striscia, sperimentano in questi giorni gli effetti nefasti della mancanza di energia elettrica, in una zona dove il barometro, d’estate, oscilla fra i 30 e i 40 gradi. L’iniziativa di uno gruppo di pacifisti israeliani, che dalla spiaggia della vicina Ashkelon hanno voluto dimostrare la loro solidarietà, lanciando 150 lampade cinesi «per illuminare il cielo di Gaza», ha fatto accorrere i fotoreporter. Ma per rischiarare la notte di Gaza ci vuole forse ben altro. Ogni giorno che passa la crisi si aggrava. Ieri l’azienda energetica israeliana ha tagliato altri sei megawatt sulla linea che rifornisce il Nord e il Nord Ovest di Gaza, vale a dire le zone

Palestina Parole all'ombra del muro. Panzeri Fulvio.

9. 16/06/17. AVVENIRE. Raccontare la difficile realtà dei rapporti tra Israele e i territori occupati non è semplice e si rischia sempre di cadere in luoghi comuni o di distorcere la profondità delle problematiche che spesso vengono taciute dalla comunità intemazionale. Invece al silenzio è necessario opporre la parola, il racconto, la testimonianza. Così in occasione dei cinquant'anni dalla prima occupazione a Gaza e in Cisgiordania è stato realizzato un progetto unico che rende merito agli scrittori e alla letteratura, solo per il fatto di essersi impegnati in prima persona per capire una realtà, là dove il conflitto e il dissidio sono più roventi, incontrando le persone, osservando i paesaggi e la simbologia di quegli elementi che caratterizzano l'occupazione (il muro, il checkpoint, le strade, i villaggi invisibili e quelli visibili), raccontando un proprio modo di documentare, ma anche di recepire un dramma, un isolamento, una frattura, ma anche tentati

Protesta pacifica in Palestina, pallottole vere israeliane

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Se  fosse avvenuto  in un altro luogo della terra che si definisce "democratico", se fossero stati gli arabi  ad agire così , quale sarebbe stata la reazione internazionale?

VIdeo a Gerusalemme i nazionalisti inveiscono contro i pacifisti

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L'occupazione israeliana in 4 minuti

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Amnesty International Italia:Porre fine a mezzo secolo di violazioni ai danni dei palestinesi

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7 giugno 2017   Amnesty International chiede agli stati di vietare l’importazione dei prodotti degli insediamenti israeliani, per contribuire a porre fine a mezzo secolo di violazioni ai danni dei palestinesi Amnesty International ha chiesto alla comunità internazionale di vietare l’importazione di tutte le produzioni provenienti dagli insediamenti illegali israeliani e di porre fine a profitti multimilionari che hanno alimentato violazioni dei diritti umani di massa ai danni dei palestinesi. In occasione del 50esimo anniversario dell’occupazione israeliana della Cisgiordania, comprese Gerusalemme Est e la Striscia di Gaza, l’organizzazione per i diritti umani ha lanciato una nuova campagna per chiedere agli stati di proibire l’ingresso nei loro mercati di beni prodotti negli insediamenti e di impedire alle loro aziende di operare negli insediamenti o commerciare beni provenienti dagli insediamenti. “ Per decenni il mondo è rimasto a guardare, mentr

Sami Michael :la vergogna dell'occupazione

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Sintesi personale L' 'occupazione israeliana è avvenuta dopo il crollo degli imperi  . Gli imperi britannici e francesi crollarono non solo per le vittorie militari. ,ma perchè non valeva più la pena di insediarsi in paesi stranieri visto l'alto costo economico e lo spargimento di sangue .   Anche la schiavitù non è scomparsa da questo mondo per ragioni umane, ma perché l'acquisto e il mantenimento  di uno schiavo era diventato costoso e non ne valeva più la pena .     Abbiamo versato milioni negli insediamenti negli ultimi 50 anni a scapito dei contribuenti israeliani e soprattutto a spese della crescita di città e villaggi  e   dei quartieri poveri   Il frutto della prosperità  persa e privatizzata  è ora goduto da diverse migliaia di persone, diventate padroni  del nostro destino. Nel corso di 50 anni di occupazione  i valori umani che abbiamo mantenuto meticolosamente sono consumati. Nella cultura dell'occupazione un solda

Gideon Levy: Muori, soffri, puttana

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Muori, soffri, puttana Gideon Levy Haaretz – 4 giugno 2017 Giovedì scorso è avvenuto un orribile incidente nei Territori Occupati. Non è stato meno deprecabile del colpo di grazia di Elor Azaria contro un terrorista impossibilitato a offendere [ Azaria è un soldato israeliano che ha ucciso un giovane palestinese a terra già ferito, ndt]. Guardando il video che documenta il fatto ti si rivolta lo stomaco. È disgustoso e fa arrabbiare, ma nessun media in Israele, riflettendo la profonda apatia nella quale siamo sprofondati, vi ha dedicato la minima attenzione.   Quel giorno un gruppo di soldati stava intorno a una ragazza palestinese morente che si contorceva per il dolore, riversa sanguinante sulla strada. I soldati facevano a gara tra di loro per vedere chi l’avrebbe insultata con il linguaggio più spregevole. Questi sono i tuoi soldati, Israele, questo è il loro linguaggio, questi sono i loro valori e principi. A ness