Gideon Levy : Chi è favorevole a un massacro a Gaza?
Un’altra ora senza elettricità a Gaza e verrà dato il segnale: razzi Qassam. Ancora una volta Israele sarà la vittima ed il massacro avrà inizio.
Israele e Gaza non sono di fronte ad
un’altra guerra, né stanno gridando ad un’altra “operazione” o
“attacco”. Questa mistificante terminologia ha lo scopo di fuorviare e
banalizzare ciò che rimane della coscienza.
Ciò che è in questione ora è il rischio
di un altro massacro nella Striscia di Gaza. Sotto controllo, misurato,
non troppo massiccio, ma pur sempre un massacro. Quando dirigenti,
politici e commentatori israeliani parlano di “prossimo round”, stanno
parlando del prossimo massacro.
Non si farà una guerra a Gaza perché là
non c’è nessuno che possa combattere contro uno degli eserciti più
potentemente armati del mondo, anche se in televisione il commentatore
sulle questioni militari Alon Ben David dice che Hamas può mettere in
campo quattro divisioni. Non ci sarà neppure alcuna prodezza
(israeliana) a Gaza, perché non vi è niente di eroico nell’attaccare una
popolazione indifesa. Ed ovviamente non ci sarà moralità o giustizia a
Gaza, perché non c’è moralità o giustizia nell’attaccare una gabbia
chiusa piena di prigionieri che non hanno nemmeno dove fuggire, se
potessero.
Allora chiamiamo le cose con il loro
nome: questo è un massacro. E’ di questo che si parla adesso in Israele.
Chi è per un massacro e chi è contrario? Sarà un bene per Israele?
Contribuirà alla sua sicurezza ed ai suoi interessi o no? Abbatterà il
governo di Hamas o no? Sarà vantaggioso per la “base” del Likud o no?
Israele ha un’alternativa? Ovviamente no. Qualunque attacco a Gaza
finirà in un massacro. Nulla può giustificarlo, perché un massacro non
può essere giustificato. Perciò dobbiamo domandarci: siamo a favore o
contro un altro massacro a Gaza?
I piloti stanno già scaldando i motori
in pista, altrettanto pronti sono gli artiglieri e le soldatesse che
brandiscono i comandi a distanza. Un’altra ora senza elettricità a Gaza e
verrà dato il segnale: razzi Qassam. Ancora una volta Israele sarà la
vittima, e milioni di israeliani torneranno nei rifugi. Siamo usciti da
Gaza e guardate che cosa abbiamo ottenuto. Oh, Hamas, il più crudele di
tutti, che ama la guerra.
Quale altro modo ha Gaza per ricordare
al mondo la propria esistenza e la sua sofferenza disumana, se non i
razzi Qassam? Sono stati tranquilli per tre anni e adesso sono i
soggetti della ricerca coordinata di Israele e dell’Autorità Nazionale
Palestinese: un grande esperimento sugli esseri umani. Un’ora di
elettricità è sufficiente per l’esistenza umana? Forse lo sono 10
minuti? E che cosa accade agli umani del tutto senza elettricità?
L’esperimento è al suo culmine, gli scienziati trattengono il respiro.
Quando cadrà il primo razzo? Quando seguirà il massacro?
Sarà più tremendo dei due precedenti,
perché la storia insegna che ogni “operazione” israeliana a Gaza è
peggiore della precedente. Confrontiamo l’ “Operazione Piombo Fuso” (a
fine 2009), con 1300 morti palestinesi, 430 dei quali bambini e 111
donne, con l’ “Operazione Margine Protettivo” (estate 2014), con 2.200
morti, 366 dei quali bambini, di cui 180 neonati e 247 donne.
Complimenti per il progresso e l’aumento del numero di bambini uccisi.
La nostra forza aumenta da un’operazione all’altra. Avigdor Lieberman ha
promesso che questa volta si avrà la vittoria decisiva. In altre
parole, questa volta il massacro sarà più tremendo di tutti i
precedenti, se è mai possibile prendere sul serio qualunque cosa dica
questo ministro della Difesa.
Non è il caso di dilungarsi sulle
sofferenze di Gaza, comunque non interessano a nessuno. Per gli
israeliani Gaza era ed è un covo di terroristi. Non ci sono persone come
loro laggiù. Queste sono le menzogne che diciamo su Gaza. Là
l’occupazione è finita, ha ha ha. Tutti i suoi abitanti sono assassini.
Costruiscono tunnel per il terrorismo invece di inaugurare impianti ad
alta tecnologia. No, davvero, come mai Hamas non ha sviluppato Gaza?
Come osano? Come hanno potuto non impiantare un’industria sotto assedio,
non sviluppare l’agricoltura in prigione e l’alta tecnologia in una
gabbia?
Ed un’altra bugia che diciamo su Gaza –
abbatteremo il governo di Hamas. Non è possibile e inoltre Israele non
lo vuole veramente.
I numeri dei morti appaiono
sistematicamente sui nostri schermi, senza significato per nessuno.
Centinaia di bambini morti, chi può concepire una cosa simile? L’assedio
non è un assedio e nemmeno il pensiero di un’ora di blocco
dell’elettricità a Tel Aviv nel caldo asfissiante dell’estate
provocherebbe un briciolo di empatia verso coloro che vivono quasi del
tutto senza elettricità, ad un’ora di distanza da Tel Aviv.
Quindi continuiamo ad occuparci dei
fatti nostri – la parata del gay pride, le agevolazioni edilizie per le
giovani famiglie, l’insegnante pedofilo. E quando cade un razzo Qassam
faremo finta di stupirci e, per la nostra sacra auto-vittimizzazione, i
bravi piloti decolleranno all’alba, verso il prossimo massacro.
(Traduzione di Cristiana Cavagna)
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