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M.O., Abbas all’Onu: Stop a fine occupazione terra palestinese nel 2017

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http://www.ilvelino.it/…/2441edd9-25cb-4c82-8c5c-70d402826…/           M.O., Abbas all’Onu: Stop a fine occupazione terra palestinese nel 2017 “La mia speranza è che non dovrò fare di nuovo una tale richiesta in quanto vi è una responsabilità collettiva su di voi”. La Palestina vuole che Israele si ritiri dai territori… ilvelino.it Il leader palestinese Mahmoud Abbas ha chiesto alle Nazioni Unite di porre fine all'occupazione israeliana della terra palestinese nel 2017. “La mia speranza è che non dovrò fare di nuovo una tale richiesta in quanto vi è una responsabilità collettiva su di voi per assicurare che il 2017 sia l'anno della fine dell'occupazione. Sosterrete questa responsabilità? È la mia speranza”, ha detto Abbas durante il suo discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, citato da The Times of Israel. La Palestina vuole che Israele si ritiri dai territori palestinesi occupati dopo la guerra dei sei g

Di Jonathan Cook : L’accordo per gli aiuti degli Stati Uniti dà il via libera alla cancellazione della Palestina da parte di Israele

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        L’accordo per gli aiuti degli Stati Uniti dà il via libera alla cancellazione della Palestina da parte di  Israele Di Jonathan Cook 20 settembre 2016 L’annuncio della settimana scorsa da parte degli Stati Uniti circa il più grande  pacchetto di aiuti militari  dati a Israele nella  sua storia,– è stata una vittoria per entrambe le parti. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha potuto vantarsi che le sue pressioni avevano  incrementato gli aiuti da 3,1 miliardi di dollari all’anno, a 3,8 miliardi di dollari all’anno – un aumento del 22% – per un decennio, a partire dal 2019. Netanyahu ha presentato questo come uno scacco per coloro che lo accusano di mettere a rischio gli interessi della sicurezza di Israele con i suoi ripetuti affronti alla Casa Bianca. Soltanto nelle scorse settimane, Avigdor Lieberman ha paragonato il patto nucleare dell’anno scorso tra Washington e l’Iran con il patto di

Yossi Verter :Netanyahu-Abbas all'ONU

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Sintesi personale  Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha promesso una sorpresa e ha mantenuto la sua parola. Per la prima volta ha concluso il suo  discorso presso l'Assemblea generale delle Nazioni Unite con un sorriso  . Da pessimista e veggente delle tenebre è diventato un ottimista instancabile, tanto che si è paragonato all'ex presidente Shimon Peres, Non ha esitato cmq a ricordare che Israele non è stata mai trattato  ,nell'area dipomatica , come gli altri paesi essendo palese l'ostilità espressa . Discorso imbevuto di miseria, vittimismo, autocommiserazione  . Questo stile ha raggiunto il suo apice quando l'oratore ha espresso la sua sorpresa,un po' falsamente,  per l'appaluso che lo ha interrotto : "Applausi  per il primo ministro di Israele in seno all'Assemblea Generale? Il cambiamento può venire prima di quanto possa pensare », ha borbottato affascinante. Le accuse  mosse contro le Nazioni Unite - circa la co

Jonathan Cook : La Nakba continua

La “Legge sull’Espulsione”: ecco com’è la democrazia israeliana La Nakba continua d i Jonathan Cook Washington Report on Middle East Affairs ,  ottobre 2016 E’ stato difficile conciliare le azioni e parole del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu. Egli è stato uno dei principali promotori di una nuova legge – approvata il 19 luglio – che assegna al parlamento israeliano, la Knesset, nuovi poteri draconiani: una maggioranza di tre quarti dei suoi membri può espellere un parlamentare eletto se non ne condivide le opinioni. Nota come la “Legge sull’Espulsione”, la misura è universalmente vista come un modo per i partiti ebraici della Knesset di espellere parlamentari che rappresentano la numerosa minoranza palestinese. Un israeliano su cinque è palestinese. Eppure, meno di una settimana dopo Netanyahu ha postato sulle reti sociali un video in ebraico e inglese in cui chiedeva scusa ai cittadini palestinesi per i suoi commenti, mol

Non è tutto tranquillo sul fronte del Golan: l’equazione israelo-siriana cambia

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            Non è tutto tranquillo sul fronte del Golan: l’equazione israelo-siriana cambia – Zeitun Una foto presa dalle annesse Alture del Golan il 10 settembre 2016 mostra del fumo che s'innalza dal villaggio siriano . Jubata al-Khashab. Gli aerei israeliani hanno colpito le posizioni dell'esercito siriano il 10 di settembre dopo che dal devastato vicino Siria un proiettile ha colpito la zona delle alture del Golan occupate da Israele; secondo quanto detto dai militari israeliani in un comunicato dell'esercito l'incursione ha preso di mira le posizioni dell'artiglieria del regime siriano in risposta a “un proiettile” che ha colpito la parte settentrionale del Golan, non causando feriti e neanche danni. /AFP foto /Jalaa Marey settembre 22, 2016 Middle East Eye – Yossi Melman 20 settembre 2016 La Siria ha dato l’annuncio di un cambio di politica quando ha lanciato delle rappresaglie contro l’e

Aleppo, appello del leader di al Nusra: Unità fra jihadisti per la battaglia decisiva

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          SIRIA Aleppo, appello del leader di al Nusra: Unità fra jihadisti per la battaglia decisiva Il muftì Al Muhaissni si rivolge ai gruppi combattenti del Paese. Egli auspica “unione, organizzazione e ravvicinamento” basandosi sui “fondamenti generali dell’islam”.… Di AsiaNews.it Il muftì Al Muhaissni si rivolge ai gruppi combattenti del Paese. Egli auspica “unione, organizzazione e ravvicinamento” basandosi sui “fondamenti generali dell’islam”. Nemico giurato dello Stato islamico, il giudice coranico cerca di ingraziarsi le simpatie degli sciiti di Hezbollah. Ma il suo linguaggio unificatore non convince nessuno dei gruppi jihadisti. Aleppo (AsiaNews) - Il muftì di al Nusra e giudice coranico dei gruppi jihadisti takfiri in Siria Abdallah ben Mohammad Ben Suleiman Al Muhaissni, un saudita noto come Abdallah Al Muhaissni, ha rivolto ieri un appello ai jihadisti del Paese, pe

Fulvio Scaglione: Il triste tramonto di Obama, il presidente delle promesse tradite

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          Il triste tramonto di Obama Il problema vero è che Obama è il Presidente delle promesse tradite. L’uomo-marketing di ideali proclamati e mai praticati. Un cartellone pubblicitario. megachip.globalist.it Il tramonto di un Presidente degli Usa è cosa triste in sé. Per almeno sei mesi se ne sta lì alla Casa Bianca, imbronciato, triste, mentre nessuno gli dà più retta e gli aspiranti successori si scatenano nella campagna elettorale. Il partito gli chiede le rituali comparsate, i consiglieri gli preparano la fondazione cui andranno i proventi delle future conferenze sulla pace e sul progresso. Il tramonto di Barack Hussein Obama, anni 55, 44° presidente degli Usa, è particolarmente triste. C’è un problema con la polizia , che ha la spiacevole tendenza ad ammazzare persone per strada, meglio se afroamericane? Lui va ai funerali, fa discorsi bellissimi ma nessuno se lo fila. Ci sono le ricorrenti stragi nelle scuo

Foto: prigionieri nelle carceri israeliane e in detenzione amministrativa

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