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Ramzy Baroud Rielaborare le regole riguardo alla Palestina: un’intifada intellettuale è in arrivo

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        Rielaborare le regole riguardo alla Palestina: un’intifada intellettuale è in arrivo Rielaborare le regole riguardo alla Palestina: un’intifada intellettuale è in arrivo Di Ramzy Baroud 24 ottobre 2015 La mia prima sosta, dopo aver vissuto znetitaly.altervista.org Di Ramzy Baroud 24 ottobre 2015 La mia prima sosta, dopo aver vissuto 22 anni in un campo profughi a Gaza, fu la città di Seattle, una gradevole città verde, dove le persone bevono troppo caffè per resistere ai  lunghi, freddi, grigi inverni. Là, per la prima volta, sono stato in piedi davanti a un pubblico al di fuori della Palestina, per parlare della Palestina. Là imparai anche i limiti imposti al diritto palestinese di parlare, di quello che potevo dire  di quello che non avrei dovuto dire. I palchi per un discorso imparziale sulla Palestina erano estremamente limitati, tanto per cominciare, e quando qualcuno era disponibile, i palestinesi diff

Anna Momigliano :Italian Jews Caught Between Fear and Desire to Help Refugees

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            Italian Jews caught between fear and desire to help refugees - Jewish World Features Jews in Italy, many having been refugees themselves, feel a moral obligation to help migrants. But some are apprehensive that the influx will bring more antisemitism haaretz.com Last week the Italian magazine L’Espresso published an interview with the country’s most prominent rabbi, warning that the influx of Muslim refugees might increase anti-Semitism in the country and elsewhere in Europe: “I hope we won’t end up with a new Auschwitz,” said the chief rabbi of Rome Riccardo Di Segni. “Islam doesn’t make any distinction between Israel and Jews. That’s why dialogue is so difficult,” he said. “We’re talking about millions of migrants. It’s a massive migration that would change Europe for ever. Picture those millions of people 20 years from now: can you imagine a future of peaceful coexistence?” Only a few days earlier, the Jewish youth group H

Steven Levitsky e Glen Weyl : Siamo sionisti da una vita : ecco perchè abbiamo scelto di boicottare Israele

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We are lifelong Zionists. Here’s why we’ve chosen to boycott Israel. Permanent and expanding West Bank settlements threaten the Jewish state’s long-term survival. washingtonpost.com   Sintesi personale non traduzione Da Steven Levitsky e Glen Weyl 23 ottobre Steven Levitsky è professore presso la Harvard University. Glen Weyl è assistente professore di economia e diritto presso l'Università di Chicago. Siamo sionisti da   tutta la vita. Come altri ebrei progressisti il nostro sostegno a Israele è stato  fondata su due convinzioni: in primo luogo che uno Stato era necessario per proteggere il nostro popolo da disastri futuri  e in secondo luogo che uno  Stato ebraico sarebbe stato democratico , avrebbe fatto propri  i valori dei diritti umani come  la Shoah ci ha insegnato   Misure antidemocratiche intraprese da  Israele, come l'occupazione della Cisgiordania e di Gaza e la negazione dei diritti fondam

JJ Goldberg : Benjamin Netanyahu e l'incitamento all'odio da parte di Abbas

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        Blame Mahmoud Abbas for Violence? But He's 'Mr. Irrelevant' - Opinion forward.com  Sintesi personale Sembra che ci  siano molte spiegazioni per l'ondata di terrore che affligge Israele :  mancanza di prospettive economiche, rabbia per l'occupazione, odio per gli ebrei, allarme (falso o altro) per il Monte del Tempio,l'incitamento da presidente dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas. Ogni teoria offre una parte della piena verità. Eppure la teoria con il minimo fondamento di verità è quella adottata dal primo ministro Benjamin Netanyahu   contro  Abbas, accusato di essere il principale responsabile . Ci sono discordanze nelle  accuse di Netanyahu. . Per  anni i leader israeliani hanno definito Abbas "irrilevante". Dicono che ha perso un reale sostegno per la strada palestinese e si aggrappa al potere solo attraverso la corruzione, il controllo delle forze di sicurezza e un semplice r

Il toccante saluto ad Hashem di un suo amico israeliano

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Il toccante saluto ad Hashem di un suo amico israeliano Oggi c'è il funerale del mio amico Hashem. È morto a Hebron a causa di un infarto e ha aspettato l'ambulanza troppo a lungo. Non so se sia morto a causa di questo, ma è una tragedia in ogni caso. Credo che mi abbia ricevuto in casa sua centinaia di volte, generalmente con gitanti israeliani che arrivavano in città. È una cosa che io non avrei mai fatto, introdurre stranieri nella mia c asa per spiegare la mia situazione. Lui fu uno dei primi abitanti di Hebron che accettó di parlare con gli israeliani, pensava che forse si poteva ragionare in altro modo. E a dire la verità, ho dato troppe volte per scontato questo atto di reciproca comprensione e ho permesso alla politica interna della città di spostare l'attenzione da questo atto così straordinario. Lui fu il primo palestinese che centinaia di israeliani conobbero, voleva spiegare la sua vita sperando forse che migliorasse. Lui mi ricordava lo ster

Chemi Shalev : Adelson-linked Think Tank Article Preceded Netanyahu’s Hitler-Mufti Claim

Adelson-linked think tank article preceded Netanyahu’s Hitler-Mufti claim - Israel News New Hampshire philosophy professor wrote in March that in his 1941 meeting with the Nazi leader, the Mufti insisted on the Final Solution. www.haaretz.com An article written earlier this year by a New Hampshire professor of philosophy for a Jerusalem think tank funded in the past by Sheldon Adelson supplies an ostensibly academic underpinning for the prime minister’s contentious claim that the Palestinian Mufti of Jerusalem Haj Amin al-Husseini persuaded Adolf Hitler to annihilate European Jews. In an account that is almost identical to the version supplied by Netanyahu in his controversial speech to the World Zionist Congress last week, Professor Joseph Spoerl of St. Anselm University in New Hampshire wrote: “Up until 1941, Hitler had seemed content to drive all the Jews out of Germany and German-occupied lands, often taking hefty ransom payments in th

Territori Occupati. Palestinese ucciso a Jenin

T erritori Occupati. Palestinese ucciso a Jenin Secondo l'esercito israeliano, il giovane avrebbe provato ad accoltellare un soldato. Salgono a 55 le vittime palestinesi. 9 quelle israeliane nena-news.it Un giovane palestinese è stato ucciso stamane dai soldati israeliani nei pressi del checkpoint di al-Jalame a Jenin (nord della Cisgiordania occupata). Secondo Tel Aviv, il ragazzo, di cui non si conoscono ancora le generalità, avrebbe tentato di accoltellare un militare. Per prevenire l’attacco, pertanto, le forze armate lo avrebbero sparato. Il portavoce dell’esercito ha detto che sarà aperta una inchiesta per fare luce su quanto è accaduto. Diversa è la versione dei palestinesi secondo cui il “martire” non rappresentava alcuna minaccia per l’incolumità dei militari. Alcuni testimoni oculari hanno riferito all’Agenzia palestinese Ma’an, inoltre, che il giovane, ferito, sarebbe stato trascinato dai soldati israeliani dentro il