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Cina, per la prima volta dall'Olocausto una commemorazione per il Ghetto di Shanghai

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Lo ha annunciato il Congresso mondiale ebraico. Durante il periodo dell'occupazione giapponese, circa 23mila ebrei vennero chiusi nell'area per omaggiare Hitler, alleato di Tokyo. Liberato il 3 settembre 1945, "è una parte dello sterminio che non viene mai ricordata". Pechino (AsiaNews) - Per la prima volta dalla II Guerra mondiale, gli ebrei confinati nel Ghetto di Shanghai durante l'occupazione giapponese della Cina verranno ricordati in maniera solenne dal governo di Pechino e dal Congresso mondiale ebraico. Lo ha annunciato lo stesso Congresso dopo un incontro fra l'amministrazione delegato Robert Singer e il ministro per gli Affari cinesi d'oltremare Qiu Yuanpin. Pechino, ha detto Singer, "è una delle realtà più importanti nel campo degli affari internazionali, ed è nei nostri migliori interessi stingere relazioni più strette con la Cina". Noto come "Settore ristretto per rifugiati apolidi", il Ghetto di Shanghai ha rinchius

Al Jazeera e il Daily Mail : Israele non ha aperto le dighe per inondare Gaza

Al Jazeera  ha ritrattato il suo articolo  dove riportava  che Israele aveva aperto le dighe e inondato la Striscia di Gaza. Questa notizia è stata ripetuta in Agence France Presse (AFP) nel Daily Mail britannico e in innumerevoli altri siti Internet e social media. L'attuale inondazioni a Gaza è il risultato delle piogge invernali  Mercoledì scorso Al Jazeera ha pubblicato sul suo sito web: ' Nota del redattore: Una precedente versione di questa pagina ha ospitato un articolo in cui si afferma che Israele aveva, senza preavviso, aperto le dighe allagando Gaza . Questo era notizia era falsa . Nel sud di Israele non ci sono dighe che possano essere aperte . Ci scusiamo per l'errore. '  Il Daily Mail  ha  anche ritrattato la sua storia. In una relazione aggiornata sulle inondazioni a Gaza, il sito del giornale ha dichiarato: 'Una precedente versione di questo articolo ha affermato che Israele aveva aperto le dighe , provocando allagame

Gad Lerner : Jcall perché da ebrei diciamo sì al riconoscimento della Palestina

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Jcall: perché da ebrei diciamo sì al riconoscimento della Palestina | Gad Lerner Pubblico sul blog il comunicato stampa di JCall sul riconoscimento della Palestina Mille israeliani – intellettuali, ex- ministri e parlamentari – firmatari di un appello ai Parlamenti e governi europei affermano:  “ L’esistenza e la sicurezza di Israele dipendono dalla creazione di uno stato palestinese accanto e in rapporti di buon vicinato con Israele. Non esiste un’alternativa al riconoscimento reciproco delle due entità nazionali, sulla base delle frontiere del 4 giugno 1967, con modifiche territoriali minori e concordate”. Anche JCALL ritiene che una  soluzione del conflitto negoziata fra le parti e basata sul principio di “due stati per due popoli” sia una necessità pragmatica e non rinviabile sia per gli israeliani che per i palestinesi. Il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza una risoluzione che unisce l’atto simbol

Area C: Israele confisca tubi per l'acqua a Khirbet Yarza

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Read more: http://www.btselem.org/…/20150223_confiscation_of_yarza_wat…  Sintesi personale Il l 29 gennaio 2015 i rappresentanti dell'Amministrazione Civile sono giunti alla comunità Khirbet Yarza nella Valle del Giordano   con un bulldozer e un camion con gru. Hanno smantellato  e confiscato  i tubi dell'acqua recentemente costruti per la comunità isolata  Khirbet Yarza è una piccola comunità pastorizia che vive nella valle del Giordano, a est della città palestinese di Tubas. I residenti sostengono che le loro famiglie hanno vissuto a Yarza per molte generazioni. Dopo che Israele occupò la Cisgiordania nel 1967, l'esercito ha demolito tutte le strutture permanenti nel paese,  anche  se i residenti possiedono personalmente il terreno e l'ha dichiarato  una "zona militare " nel 1968. Allo stato attuale la comunità è composta da 13 famiglie  ossia di 72 persone, tra cui 37 minori. I residenti sono  pastori  e vivono in grotte naturali, i

Cisgiordania: moschea data alle fiamme e ucciso un ragazzo palestinese

http://nena-news.it/cisgiordania-moschea-data-alle-fiamme-ieri-ucciso-ragazzo-palestinese/ lo Foto Anadolu della redazione Betlemme (Cisgiordania), 25 febbraio 2015, Nena News – Coloni israeliani hanno dato alle fiamme questa mattina, prima dell’alba, la moschea “Al Huda” nel villaggio di al Jabaa, nei pressi di Betlemme, in Cisgiordania. Non ci sono state vittime. Al momento dell’incendio doloso nel luogo di preghiera non erano presenti fedeli. Sono gravi invece i danni materiali, ha spiegato Noman Hedman, capo del consiglio del villaggio. I palestinesi puntano l’indice contro i coloni che vivono negli insediamenti israeliani costruiti nella zona. Gli estremisti hanno “firmato” la loro azione lasciando sulle pareti della moschea scritte e slogan contro l’Islam e gli arabi ed esortazioni alla “vendetta” e alla “redenzione di Sion”. L’accaduto è l’ultimo di una lunga serie di aggressioni compiute da attivisti del cosiddetto “Price Tag”, ossia il prezzo che secondo coloni e

Nel 2014 record israeliano di gare d’appalto nei Territori Occupati palestinesi

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  Nel 2014 record israeliano di gare d’appalto nei Territori Occupati Secondo un rapporto della ong israeliana Peace Now, i bandi annunciati da Tel Aviv per costruire nuove unità abitative in Cisgiordania e Gerusalemme Est sono in media triplicati dal 2013 rispetto al precedente governo Netanyahu del 2009-2013. Da 10 anni mai il numero era stato così elevato. Il 2014 è stato l’anno in cui il governo israeliano ha lanciato più gare d’appalto negli ultimi 10 anni per la costruzione di colonie nei territori occupati palestinesi. A rivelarlo è stato ieri il gruppo pacifista Peace Now. Secondo lo studio della ong israeliana, i bandi per costruire nuove unità abitative in Cisgiordania e Gerusalemme Est sono in media triplicati dal 2013 rispetto al precedente governo Netanyahu del 2009-2013. I

Gaza : a 11 anni la musica contro i bombardamenti

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Sintesi personale   Firas al-Shirafi suona il Qanun a Edward Said Conservatorio Nazionale di Musica di Gaza. A 11 anni Firas al-Shirafi   ha vissuto tre grandi offensive contro Gaza nel corso della sua breve vita. La scorsa estate, è stato confinato nella sua casa nel Tal al-Hawa quartiere di Gaza City perché era troppo pericoloso avventursi fuori. Mentre Israele  bombardava  edifici e infrastrutture in tutta la Striscia, Firas ha fatto del suo meglio per sostituire i suoni di distruzione con l'affermazione  della vita. "L'unico rifugio per me era la mia musica", ha detto Firas, che interpreta il Qanun, uno strumento a corde tradizionale. Firas ha studiato presso l' Edward Said Conservatorio Nazionale di Musica da quando aveva cinque anni. "Abbiamo subito capito che questo ragazzo avrebbe avuto un futuro musicale promettente," Ibrahim al-Najjar , direttore della filiale di Gaza del conservatorio, ha detto a