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Non accusate la Siria – sono i leader libanesi ad essere responsabili degli scontri di Tripoli

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26/05/2012 Original Version: Don’t blame Syria – Lebanon’s leaders are fuelling the fighting in Tripoli I leader politici libanesi hanno per lungo tempo ritenuto vantaggioso mantenere milizie ben armate a Tripoli perché combattessero per loro conto – scrive il giornalista Patrick Galey *** I combattimenti che hanno avuto luogo nella città settentrionale di Tripoli tra milizie sunnite e alawite sono tra i peggiori a cui il Libano ha assistito da diversi anni a questa parte. E, a testimonianza del loro passato condiviso e del loro intrecciato presente, ogni volta che si parla di sicurezza in Libano, la Siria non tarda a essere coinvolta nel discorso. Nessuna sorpresa, quindi, che i combattimenti della scorsa settimana a Tripoli siano stati descritti come l’inevitabile frutto della violenza che ha diviso la Siria e che ora si sta riversando in Libano. Questa deduzione logica non è necessariamente sbagliata, data la tutela storica che la Siria ha esercitato sul Libano, e dato

Israele : Lavoratori migranti attaccati

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Mentre i politici israeliani continuano a diffondere una retorica xenofoba e razzista contro i richiedenti asilo ed i lavoratori migranti, la polizia importa i metodi di oppressione che utilizza contro i palestinesi in Cisgiordania per combattere contro i richiedenti asilo: i cannoni ad acqua e l'acqua puzzolente. Incoraggiata da una superficiale discussione razzista sui richiedenti asilo e sugli immigrati, "infiltrati", come vengono chiamati oggi in Israele, la polizia di Israele sta chiedendo il ripristino di un'unità speciale che era stata smantellata per ragioni finanziarie solo un anno fa. L'unità Rimon, inizialmente pensata contro il contrabbando e la tratta delle donne lungo il confine con l'Egitto, è stata creata nel 2003 per ordine del primo ministro Ariel Sharon. Il 24 maggio, il ministro israeliano della Sicurezza interna Ahronovitch ha chiesto che l'unità Rimon venisse ripristinata per la lotta contro i richiedenti asilo e i lavo

Israele :Timori che altri paesi si associno nel boicottaggio alle colonie

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Danimarca e Sud Africa hanno già annunciato etichette speciali per le merci prodotte nelle colonie della West Bank.  di Yuval Adulai e Lilach Weissman   L’Associazione dei Produttori di Israele e il Ministero dell’Industria, Commercio e Lavoro temono che la discriminazione nei confronti delle merci israeliane prodotte nelle colonie della West Bank possa diffondersi. Durante il fine settimana, il ministro sudafricano del Commercio e dell’Industria, Dr. Rob Davies, ha annunciato che le merci prodotte nelle colonie israeliane avrebbero riportato etichette speciali. Anche il ministro degli esteri danese Villy Sovndal ha fatto sapere che i prodotti israeliani provenienti dalla West Bank importati dalla Danimarca d’ora in poi avranno una speciale etichetta.                        Oggi, il ministro dell’Industria, Commercio e Lavoro, Shalom Simhon ha dichiarato al  Globes , “Le esportazioni di beni prodotti da aziende israeliane al di là della Linea Verde rappresentano una quota m

Amira Hass :Gli ordini di demolizione sono la norma nei piccoli villaggi palestinesi

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Se non fosse per un paio di “scocciatori”, non avrei avuto a che fare con una relazione su tutti gli ordini di interruzione dei lavori per ogni tenda, o di demolizione per bagni, o dell’abbattimento reale di tende o stanze fatte di blocchi di cemento. In effetti, se non fosse per quegli scocciatori, forse di alcuni luoghi delle colline a sud di Hebron si potrebbero ravvisare solo i nomi: Lucifer Farm, Carmel, Susya, Maon e Avigail, tutti avamposti e colonie illegali in mezzo al nulla. Ma questi scocciatori, questi impiastri divulgano i nomi di luoghi come Um el-Kheir, al-Mufakara, Bir el-Eid, el-Fakhit, Jinba ed altri ancora. Parlano di questi luoghi meno conosciuti con non minore naturalezza    di quella con la quale altri fanno riferimento a Beit Hakerem a Gerusalemme o al quartiere fiorentino di Tel Aviv.                           Perciò, come hanno fatto questa gente e questi luoghi di cui parlano a diventare simili scocciature? Per colpa della mia indecisione sul se e su

Il nemico virtuale che minaccia il Medio Oriente

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L’azienda specializzata nella sicurezza web Kaspersky ha annunciato l’ingresso nel panorama del web di un malware specializzato nella raccolta d’informazioni sensibili nei computer dei malcapitati infettati. Ne parlano  Haaretz  e  Reuters . LA MINACCIA -  Qual è la differenza tra un semplice spyware e la nuova minaccia? Flame, questo il nome della scoperta di Kasperksy sarebbe il programma più complesso strumento informatico al momento esistente. Flame avrebbe infettato computer in Iran, in Cisgiordania, Suda, Siria, Libano, Arabia Saudita ed Egitto. Altri paesi in cui è stato trovato sono Ungheria, Austria, Russia, Hong Kong ed Emirati Arabi Uniti. Flame avrebbe superato in complessità Duqu, il programma finora più “pericoloso”, scoperto nel 2010 e principale responsabile del danneggiamento dei computer dedicati al controllo delle centrifughe per l’arricchimento dell’uranio della centrale di Nantaz. ATTACCA TUTTI -  Flame avrebbe attaccato seicento computer, appartenenti anch

Cisgiordania : nell'Area C le abitazioni abusive sono di solito palestinesi,non dei settler ( Akiva Eldar )

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Sintesi personale L' Amministrazione Civile ha  incrementato le sue attività contro l'abusivismo edilizio nei villaggi palestinesi situati in  Area C  .Sebbene la popolazione dei coloni sia costituita da  più di 300 mila persone - più del doppio del numero di palestinesi che vivono nella stessa area -   sono stati denunciati  quest'anno   19.266 casi di abusivismo edilizio ma  solo 5.992 casi (31%) contro i colon i, 238 in più rispetto all'anno scorso.   Secondo  il Generale di Brigata (ris.) Baruch Spiegel   sulla base dei dati ufficiali da parte della stessa Amministrazione  Civile, quasi ogni insediamento  ha  costruzioni  illegali e occupa terra palestinese privata ( come Ofra).   La Relazione del Ministero degli Affari Umanitari dell'ONU (OCHA) ,  zona C (anno 2009) , faceva presente   che, rispetto alle severe restrizioni imposte ai palestinesi nel costruire nell'   Area C, le procedure dell'amministrazione civile facilitano la proliferazione

L'esercito israeliano demolisce in tre villaggi a sud di Hebron

L'esercito israeliano demolisce tre villaggi palestinesi nelle colline a sud di Hebron da Operazione Colomba L'esercito israeliano demolisce in tre villaggi a sud di Hebron   Ieri, 23 maggio, l’esercito israeliano ha demolito un totale di otto strutture nei villaggi palestinesi di Wedadie, Rahwa e Wadi Jehesh, situati nell'area delle colline a Sud di Hebron, Cisgiordania.   Intorno alle ore 10 è stata comunicata ai volontari dell'Operazione Colomba l'incursione delle forze armate israeliane in alcuni villaggi dell'area e il conseguente svolgimento delle operazioni di smantellamento. Giunti nelle vicinanze del villaggio di Wadi Jehesh gli internazionali hanno avvistato sei veicoli militari, due auto del DCO (District Coordination Office) e un bulldozer allontanarsi dalle abitazioni.                                   Attorno alle ore 9.00, secondo quanto dichiarato dai testimoni, l'esercito israeliano ha fatto irruzione inizialmente nel villagg