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Michael Warschawsk :Israele umilia il presidente Abbas e il suo popolo

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  Il recente annuncio da parte delle autorità israeliane di revoca dello status di VIP al presidente dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas, che gli permetteva di muoversi più liberamente della maggior parte dei palestinesi, ci ricorda che l’occupazione israeliana controlla tutto e tutti, anche il più obbediente dei politici palestinesi. Ma c’è una cosa che Israele non può strappare al popolo palestinese: la sua dignità. Abbiamo saputo ieri (il 16 gennaio,  ndr ) che Israele ha deciso di revocare lo status di VIP ad Abbas. Chi si intende esattamente per “Israele”? I media dicono di non saperlo, ma non saremmo sorpresi se “Israele” fosse quale capitano o generale a caso, vista la mentalità coloniale di cui dispongono. Ogni insignificante capitano si percepisce come superiore al palestinese, anche se il capitano è un analfabeta e il palestinese è un noto scienziato. Il colonialista tiene in mano sia il bastone che la carota: il bastone per mostrare al nativo la giusta via, il senti

Uri Yacobi Keller :Sinistra sionista e coloni: una storia d'amore?

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  Il recente articolo di A.B. Yehoshua contro il bi-nazionalismo è un sintomo del rifiuto della sinistra sionista di liberarsi dell'egemonia ebraica. E mostra anche l'incapacità della sinistra sionista di riconoscere il vero ruolo che i coloni giocano in questa visione. Negli ultimi mesi la violenza dei coloni israeliani ha raggiunto livelli talmente alti che i principali media israeliani non potranno più ignorarli. La presenza dei coloni nei Territori Palestinesi Occupati (TPO) e il loro recente comportamento ha anche spinto un certo numero di intellettuali israeliani ad affermare pubblicamente che, a causa della situazione sul terreno, la soluzione dei due stati non è più praticabile e quindi "dobbiamo prepararci ad uno stato bi-nazionale ". Questa è l'idea alla base del recente articolo di A.B. Yehoshua su Haaretz. Uno dei tre autori   "intellettuali" leader della sinistra sionista, assieme ad Amos Oz e David Grossman,Yehoshua ha scritto che e

Israele : matrimonio gay e cittadinanza israeliana. Una discriminazione oltraggiosa

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    Sintesi personale    1 IL  ministero dell'Interno impedisce ai coniugi di gay israeliani di ottenere la cittadinanza, ciò  è un chiaro e oltraggioso  caso di discriminazione , tuttavia  fa pagare  le tasse  a  queste coppie come se fossero sposate.Questo  è uno standard  tipico  dei più oscuri regimi: le coppie gay hanno diritto al pieno riconoscimento dei loro diritti. Ogni discriminazione basata sull'orientamento sessuale è illegittima perché viola una libertà fondamentale: il diritto di una persona di scegliere il suo compagno di vita senza interferenze da parte dello Stato.Inoltre in  caso di decesso del coniuge israeliano,  il coniuge sopravvissuto  non  può adottare i figli che hanno allevato insieme, in quanto non viene riconosciuto come genitore e  perde ogni diritto . Lo scorso maggio, il primo ministro si è vantato al Congresso degli Stati Uniti che Israele - a differenza di tutti gli altri paesi del Medio Oriente - accetta pienamente  la comunità

Moni Ovadia : Buddha e la casa in fiamme

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  Il brillante economista Emiliano Brancaccio, ieri mattina, nel corso del civile Talk Show di Rai 3 «Agorà» ha dato questo sintetico e acuto giudizio sulla funzione delle «liberalizzazioni» che il governo Monti ha intenzione di varare nei prossimi giorni con inusitata determinazione: «Le liberalizzazioni hanno la stessa efficacia che può avere lo spazzare il pavimento di una casa in fiamme».  Personalmente ritengo che queste parole fotografino bene la situazione attuale del nostro Paese e non solo.  Forse Brancaccio ha pensato ad una profetica poesia di Bertolt Brecht che citava questa parabola del Buddha: «Non molto tempo fa vidi una casa. Bruciava. Il tetto era lambito dalle fiamme. Mi avvicinai e m’avvidi che c’era ancora gente, là dentro. Dalla soglia li chiamai, ché ardeva il tetto, incitandoli ad uscire, e presto. Ma quelli parevano non aver fretta. Uno mi chiese mentre la vampa già gli strinava le sopracciglia, che tempo facesse, se non piovesse per caso, se non tirasse vento

Jeff Halper:La quotidiana violenza che subiscono i palestinesi

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Questo articolo racconta un sopruso, una delle tante ordinarie violenze che un qualunque cittadino palestinese subisce sotto l'occupazione israeliana 19 gennaio 2012 - Jeff Halper - traduzione di Daniele Buratti (pacifista israeliano) Fonte: Jeff Halper - Pagina Facebook - 10 gennaio 2012 Questa mattina mi ha chiamato Jawdi Jaber, un amico palestinese della Baka Valley vicino a Hebron. Dei coloni di Kiryat Arba, il grande insediamento realizzato sulla sua terra, anzi proprio a ridosso di casa sua, avevano creato uno sbarramento di sassi e pietre contro la sua casa e gli avevano bruciato la macchina. Come automobile non era un gran che, una malconcia Peugeot mini van del'79, ma vitale per la sua famiglia. Jawdi la usava per le frequenti visite all'ospedale per trasportare la madre 90enne ammalata, non potendo permettersi ogni volta un'ambulanza. O per portare i bambini a scuola quando pioveva forte: 7 chilometri a piedi su sentieri di mont

Gideon Levy:il capitano Schettino così simile al capitano che guida israele

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A toast to the captain of Israel's own 'Concordia'  La democrazia israeliana si è già incrinata, la nave sta su un fianco, sta imbarcando acqua e  rischia di affondare – e i capitani stanno ‘coordinando’. In questo articolo, Gideon Levy traccia un drammatico parallelo tra le due situazioni, sottolineando come - secondo gli esperti - grandi navi come la Concordia non dovrebbero mai affondare. Eppure... traduzione di Domenico Tucci – Assopace Ah sì,  panem et circenses , solamente  panem et circenses . I passeggeri del Primo Mondo si stavano divertendo mentre i marinai del Terzo Mondo stavano navigando. Naviga, naviga, oh mia nave. Anche l’ultima cena della Concordia era stata meravigliosa. Dicono che il capitano italiano stesse sussurrando nell’orecchio di una donna al bar e che avesse brindato a due di loro. Anche Natan Alterman una volta brindò a un capitano italiano: “Il vento ha sferzato il mare, e il mare ha sferzato la nave, ma il compito è st

Cisgiordania : finanziamenti stranieri ed economia palestinese. Miti da sfatare

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L’economia palestinese è tenuta in ostaggio. Ma negli ultimi anni, i media hanno presentato la Cisgiordania, dipendente dagli aiuti stranieri, come un economia robusta e in crescita. SAM BAHOUR, uomo d’affari palestinese e scrittore, destruttura questa illusione. Ramallah (Cisgiordania),  17 gennaio 2012, Nena News – L’anno è finito ed è tempo di voltare pagina dopo un po’ di riflessione. Quale miglior modo di riflettere se non quello di paragonare immaginazione e realtà, soprattutto quando la questione è l’economia palestinese? Ai principianti chiedo: “Abbiamo un’economia, reale o immaginaria?”. Per lungo tempo, in molti hanno semplicemente nascosto la questione sotto il tappeto dell’occupazione militare israeliana, rispondendo di no. Come potremmo averla, se ogni aspetto delle nostre vite è gestito dal governo israeliano?  Ma una simile istintiva risposta non ha avuto più senso dopo gli accordi di Oslo e la creazione dell’Autorità Palestinese. Da quel momento in poi, la realtà

Abuna Mario :E se toccasse alle donne?

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Quello che e’ succcesso oggi mi ha fatto pensare che forse potrebbero essere loro le artefici di una futura pace e convivenza….Qualche giorno fa mi chiama T. carissima amica ebrea e mi chiede di darle una mano per aiutare K. una sua carissima amica musulmana che ha una figlia  con gravi problemi celebrali (B. e’ nata al check point 4 anni fa’ e il non essere arrivata in tempo in ospedale le ha fatto avere danni al cervello irrimediabili…).L’ebrea e la musulmana si rivolgono a me per poter arrivare alla nostra Casa dei Bambini Gesu’….a Natale prima di andare alla S.messa, avevo fatta visitare la nostra casetta a T. con 3 sue amiche israeliane e cosi’, ricordandosi di quelle donne vestite di azzurro, T. mi chiama per organizzare il viaggio della speranza….Ci organizziamo : T. andra’ al villaggio musulmano a prendere K. ed io usciro’ da BetJala per prendere tutte e due e con la mia macchina andare alla Casa dei bambini Gesu’. E qui entra in scena la suora cristiana, che accoglie la piccol