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Moni Ovadia :Sono sempre loro

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Di Moni Ovadia 25 novembre 2011 Sono sempre loro Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con una delle più importanti esternazioni degli ultimi anni ha attribuito significativa autorevolezza ad una proposta che da tempo è nell'agenda delle forze politiche più aperte al futuro: il conferimento della cittadinanza ai figli di extracomunitari nati nel territorio italiano e il diritto di voto amministrativo a cittadini stranieri che abbiano avuto regolare permesso di soggiorno per almeno cinque anni.  Come era prevedibile le componenti più retrive del centro destra, segnatamente gli ex post-fascisti e con particolare virulenza i parlamentari della Lega nord hanno alzato gli scudi, i leghisti hanno addirittura minacciato di innalzare le barricate per impedire un provvedimento di legge in tal senso.  Hanno addirittura strillato all'attentato alla Costituzione, proprio loro che hanno passato gli ultimi anni di governo a picconarne le fondamenta.  Naturalmente non solo c'e

Israele, raid nella Striscia di Gaza

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Due raid israeliani nella notte tra sabato e domenica sulla Striscia di Gaza, in seguito al lancio di razzi da parte palestinese. Ad annunciare l'intervento dell'aviazione è stato un portavoce dell'esercito, secondo il quale sono stati colpiti «alcuni siti di attività terroristica nel sud e nel centro della Striscia di Gaza». Un razzo di tipo qassam era stato lanciato sabato mattina dalla Striscia di Gaza verso il sud d’Israele senza provocare vittime né danni. Israele, Raid Nella Striscia Di Gaza Amir Oren / Egypt turmoil may prompt Israel to strike Gaza IDF strikes two Gaza sites in response to rocket fire

‘Azzoun, storia di un villaggio palestinese in via di estinzione

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Il villaggio di ‘Azzoun ‘Atma è la Palestina: colonie, Muro di Separazione e confisca di terreni agricoli e alberi di ulivo. Negli anni la confisca di terre per la costruzione del Muro e l’espansione degli insediamenti israeliani ha provocato un dissanguamento delle proprietà del villaggio. A 24 chilometri a Sud di Tulkarem, in Area C, il villaggio fa parte del distretto di Qalqilya, nel Nord della Cisgiordania. Prima del 1948 e della creazione dello Stato di Israele, ‘Azzoun si estendeva su un’area pari a 24.496 dunams (1 dunam = 1 km²). Oggi il villaggio, in cui vivono circa 2.000 palestinesi, si è ridotto a 9.130 dunam. ‘Azzoun, a soli 12 chilometri dalla città di Qalqilya, sta subendo dal 2002 la costruzione del Muro di Separazione da parte delle autorità israeliane: la barriera che corre a pochi metri dal villaggio ha già inghiottito circa 500 dunam di terre e portato alla distruzione di oltre 1.500 alberi di ulivo. E una parte delle terre agricole di ‘Azzoun sono fini

HEBRON, UNA COOPERATIVA DI DONNE CONTRO LE DISCRIMINAZIONI

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La cooperativa “Women in Hebron” è una delle scommesse dell’economia palestinese, afflitta non solo dalle limitazioni e dalle privazioni dovuti all’occupazione militare israeliana , ma anche dalla struttura maschilista della società. EMMA MANCINI Hebron (Cisgiordania), 26 novembre 2011, Nena News – Nawal Slemiah lavora da otto anni nel cuore più tradizionale di Hebron, la Città Vecchia. Vende prodotti artigianali, borse, portafogli, sciarpe, cuscini nati dalle mani e la sapienza di 120 donne dei villaggi nelle South Hebron Hills. La sua è la prima e unica cooperativa di sole donne nell’area. La cooperativa “Women in Hebron” è una delle scommesse dell’economia palestinese, afflitta non solo dalle limitazioni e dalle privazioni dovuti ad un’occupazione militare quarantennale, ma anche dalla struttura maschilista della società. “Non è facile per una donna lavorare da sola nel suq di Hebron – spiega all’Alternative Information Center Leihla Slemiah, sorella della fondatrice Nawal – Per la

Haaretz : Israele deve restituire i soldi delle tasse ai Palestinesi

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1  Dopo che  la Palestina è stata  accolta come membro  dell'Unesco  , il governo israeliano ha deciso di punire il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas bloccando   il trasferimento dei soldi delle tasse ai  palestinesi. In discussione sono circa i $ 100 milioni al mese  raccolti da Israele  dalle  imposte e dai  dazi doganali per conto dell'Autorità Palestinese secondo i termini degli accordi di Oslo. Questi fondi servono  per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici PA  e , in particolare, i membri dell'apparato di sicurezza dell'Autorità Palestinese  la cui funzione è anche quella di sventare attacchi terroristici contro Israele . Sia il   Segretario di Stato americano Hillary Clinton   sia   Ban Ki-moon sia il Consigliere della Sicurezza nazionale della Casa Bianca  sia il Vice Segretario di Stato  hanno chiesto al governo l'immediato rilascio dei fondi del PA.   .   Netanyahu ha chiarito di  non avere  la maggioranza nel governo  per poter

Testimonianze : l’apartheid in Israele esiste

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1) Il paragone tra la situazione della popolazione palestinese in Israele e l’ apartheid , il regime di segregazione razziale sudafricano abolito solo nel 1994, ha una lunga storia. Secondo alcuni, Israele ha costruito negli anni un simile regime di segregazione attraverso una serie di barriere (tra cui anche una fisica, tra la Cisgiordania e Israele) per i palestinesi in Israele e nei territori occupati, che discriminano la popolazione palestinese per quanto riguarda le tutele legali, la libertà di movimento, l’accesso al lavoro e alle risorse. Il termine  apartheid , riconosciuto come un crimine dalla Corte Penale Internazionale e sanzionato dalle Nazioni Unite fin dagli anni Settanta, è stato usato nel corso degli anni persino in alcune relazioni delle Nazioni Unite che si sono occupate di Israele.Oggi Amos Schocken, editore e proprietario del quotidiano israeliano  Haaretz  in un editoriale  sostiene che “c’è una differenza tra l’ apartheid  del Sudafrica e quello che sta succe

Xinhua. 80 anni di informazione sul mondo arabo con caratteristiche cinesi

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Xinhua impiega più di 10mila persone, ha 31 uffici in Cina (uno in ogni provincia più uno militare) e 107 uffici di corrispondenza sparsi per il mondo. La storia di quest'agenzia, dalla propaganda di Partito alla conquista dell'opinione pubblica occidentale. Il confronto con al Jazeera. di Gabriele Battaglia*  - china-files.com. “Stabilità”, “orientamento dell'opinione pubblica” e “sviluppo culturale”. Nel segno di queste parole d'ordine, l'agenzia di stampa ufficiale cinese Xinhua (“Nuova Cina”) ha festeggiato il 7 novembre i suoi ottant'anni in pompa magna, con una cerimonia nella Grande sala del popolo, a Pechino. Quando è nata, nel 1931, il Partito comunista stava ancora lottando disperatamente per la propria sopravvivenza. Oggi, l'agenzia è un colosso multimediale che impiega 11mila persone – di cui 5mila giornalisti - ha 31 uffici in Cina e 107 uffici di corrispondenza sparsi per il mondo. Fornisce almeno un quarto dei contenuti delle testat

Paola Caridi : Anp e Hamas: elezioni in maggio»

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Abu Mazen e Khaled Meshaal si sono parlati ieri a quattr’occhi per quasi due ore. Un incontro delle grandi occasioni, a sei mesi da quando si erano visti l’ultima volta, sempre al Cairo, per firmare uno storico accordo di riconciliazione che doveva porre fine a quattro anni di scontri e recriminazioni tra Hamas e Fatah. «Non ci sono più differenze tra di noi», ha detto Abu Mazen alla fine di una lunga riunione di lavoro nel palazzo Al Andalus, nella capitale egiziana, a pochi chilometri dai fuochi di piazza Tahrir. Prima un faccia a faccia tra il presidente dell’Anp Abu Mazen e il leader di Hamas. E poi un meeting allargato, al quale erano presenti coloro che hanno in mano il dossier. Azzam el Ahmed, per Fatah, e il numero due di Hamas, lo stratega, Moussa Abu Marzouq. «Si è aperta una nuova pagina», ha detto Meshaal. I palestinesi, dunque, hanno superato la rottura segnata dal colpo di mano di Hamas a Gaza, nel giugno del 2007? Nonostante l’enfasi dei toni, quello che è stato raggiu

Paola Caridi:(inviseblearabs) :Le braccia di Mona . E la violenza sulle donne

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Beh, questa foto dice già tutto, visto che oggi è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Qualche – per così dire – dettaglio va però aggiunto, perché si capisca meglio non solo chi è la protagonista, ma cosa sta succedendo in Egitto. Nello specifico, nei dintorni di piazza Tahrir. Lei, questa donna bella e giovane, si chiama Mona el Tahawy. In Egitto, soprattutto tra i giovani, è un foto e un nome noti: non solo perché blogga, ma perché è una opinionista stimata, per il pubblico americano. Sì, perché Mona el Tahawy ha un doppio passaporto, egiziano ed americano. E questa doppia nazionalità – l’ha confermato lei stessa – è stata la sua fortuna, per riuscire a essere rilasciata e a non subire un destino peggiore. Cercate il suo nome su Google, seguitela su twitter. Scoprirete che è una brillante  columnist , che ciò che dice non è per nulla scontato. E che è stata, in questi anni, una donna coraggiosa. Anche quando si è trattato di dialogare – lei laica – con gli isl