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Anna Foa L’Olocausto? Ha le sue radici nell’Ottocento

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Un’indagine sulla cultura alta europea della seconda metà dell’Ottocento e sull’ideologia antisemita che esprime, questo il tema dell’ultimo volume di Francesco Germinario, importante studioso dell’antisemitismo e della cultura di destra. Argomenti per lo sterminio. L’antisemitismo e i suoi stereotipi nella cultura europea (1850-1920), Einaudi (386 pp. 32 euro) è un volume significativo fin dal titolo: sugli argomenti cioè che questa cultura alta, scrittori, scienziati, psichiatri, studiosi della politica, giornalisti, offrono alla “bassa macelleria”, come la definisce Germinario, che successivamente metterà in atto lo sterminio degli ebrei.Diciamo subito che il volume di Germinario, quasi quattrocento pagine fitte di citazioni e di richiami, organizzato per temi più che contestualizzato nel tempo e nello spazio, esprime un’immagine al tempo stesso innovativa e “forte” dell’antisemitismo di quei decenni e del suo rapporto con il nazismo. L’antisemitismo della seconda metà dell’Otto

Hamilton Morris : cercare Dio nella droga

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  Ebrei magici . Storie di ebrei chassidici, di rabbini riformati, di sesso, alcol e rock. VM18 Quando ho messo piede per la prima volta nell’appartamento di Ridge Street, nel Lower East Side di Manhattan, non ho visto molto, perché le luci erano spente. Era una stanza vuota, stretta e lunga, con una serie di divani in fila lungo il muro. Lattine vuote e bottiglie ovunque. Alle quattro di mattina c’erano rimasti solo i resti di una festa. Niente di insolito. Un ebreo chassidico giaceva svenuto a pancia all’aria, con la kippah appoggiata sul cuscino vicino alla testa. Da dentro i calzoni di lana il suo cellulare squillava furiosamente, con una suoneria di musica klezmer digitalizzata. Era del tutto immobile. Mi sono avvicinato, chiedendomi se fosse ancora vivo. Il telefono è squillato altre quattro volte, e poi lui finalmente ha cominciato a cercarselo in tasca, al che ho tirato un sospiro di sollievo. Si sentiva un canto provenire attutito da dietro una porta chiusa in fondo al corrid

ISRAELE E LE ESPORTAZIONE DI ARMI : 7,2 MILIARDI DI DOLLARI

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di Mazin Qumsiyeh Israele ha raggiunto la cifra record di 7,2 miliardi di dollari nell’esportazione di armi, rafforzando la sua posizione tra le quattro nazioni che ottengono i maggiori profitti dalla guerra e la distruzione. Anche le altre due maggiori fonti ufficiali di entrata nelle casse di Israele (aiuti stranieri e il saccheggio dell’economia palestinese) hanno segnato livelli record. La quarta fonte di entrata, meno pubblicizzata ma del valore di miliardi, è il denaro riciclato e derivante da attività criminali. Molti guadagnano milioni illegalmente nei propri Paesi e poi o si trasferiscono in Israele o spostano il denaro a Tel Aviv (numerosi esempi tra i sionisti russi e americani). Israele ha infatti una posizione molto forte a livello finanziario e militare. È inoltre aiutato e sostenuto da una massiva campagna mediatica volta a diffamare i palestinesi e, più in generale, i musulmani e gli arabi. In concreto, Gerusalemme è stata trasformata e il suo carattere multietnico e

Il villaggio di Bil’in vince la prima battaglia: il Muro verrà smantellato

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Dopo sei anni di proteste settimanali, l’esercito israeliano ha iniziato a smantellare il Muro di Separazione intorno al villaggio di Bil’in, in Cisgiordania. I dimostranti marceranno verso il Muro alle 12.30 di venerdì 24 giugno, per chiedere ancora una volta il diritto di accesso alle proprie terre perché la battaglia non è ancora conclusa  Il Comitato Popolare di Bil’in ha infatti annunciato che venerdì sarà l’ultimo giorno del vecchio percorso del Muro all’interno delle terre del villaggio, ma l’inizio della lotta contro il nuovo tragitto. I dimostranti marceranno verso il Muro in dismissione per tentare l’accesso alle terre sequestrate al di là della barriera di separazione. Martedì mattina, i bulldozer dell’esercito hanno iniziato il lavoro di demolizione del Muro a Bil’in. Già nel 2007, dopo due anni di manifestazioni settimanali nel villaggio e dopo la petizione presentata in tribunale dai residenti, l’Alta Corte israeliana aveva dichiarato illegale il percorso del Muro. La Cor

Appello di sette scrittori per l'adozione di una risoluzione ONU sulla Siria: Eco, Grossman, Lévy, Oz, Pamuk, Rushdie, Soyinka

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Appello di sette scrittori per l'adozione di una risoluzione ONU sulla Siria: Eco, Grossman, Lévy, Oz, Pamuk, Rushdie, Soyinka In una lettera pubblicata sul sito internet La Règle du jeu - laregledujeu.org -, la rivista di Bernard-Henri Lévy, e indirizzata agli ambasciatori ONU dei 15 paesi membri del Consiglio di sicurezza, i sette scrittori sottolineano che "sarebbe tragico e moralmente inaccettabile" che il progetto di risoluzione "finisse nella pattumiera della rinuncia".Gran Bretagna, Francia, Germania e Portogallo hanno depositato un progetto di risoluzione che assimila la repressione in Siria a un crimine contro l'umanità, ma sembra che non si voglia procedere verso una possibile approvazione.Oltre la Cina e la Russia, che minacciano di ricorrere al loro diritto di veto, Sudafrica, Brasile e India hanno espresso delle riserve. Parigi ha già dichiarato che il testo non sarà messo ai voti senza un preventivo accordo per la sua approvazione, con un nu

Hamas respinge la richiesta della Croce Rossa di dimostrare che Shalit è vivo..

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    1Commento: una posizione da condannare senza esitazione. Shalit non merita nè la disumanità di chi cinamente lo sta usando per meschini giochi politici o di porpaganda, nè la disumanità di Hamas. La richiesta della Croce Rossa è più che legittima , da appoggiare senza incertezze. http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/gilad-shalit-s-family-red-cross-has-been-a-complete-failure-1.369275 http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/hamas-rejects-red-cross-demand-to-prove-shalit-is-alive-1.369250 2 L'Unità -" Da 5 anni nelle mani di Hamas, l'odissea del caporale Shalit "     Per  non dimenticare. Per riaffermare con forza che «gli esseri umani non sono merce di scambio». Per chiedere che quel ragazzo in divisa rapito cinque anni fa sia finalmente liberato. Per Ghilad Shalit, caporale di Tsahal, l’esercito d’Israele. Nel quinto anniversario del rapimento del soldato israeliano Ghilad Shalit da parte di Hamas, una giornata di mobilitazione è stata osservat

Woody Allen a passeggio per Portico d’Ottavia

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  Wood Allen a passeggio per Portico d’Ottavia. E’ la cartolina delle vacanze romane del regista statunitense, che ieri si è presentato alla sua maniera al quartiere ebraico: cappello in testa, occhiali e pantaloni a vita alta, tutto rigorosamente in beige.Vacanze romane che per Allen hanno significato dare uno sguardo alle possibili location del suo nuovo film Bop Decameron, che vedrà il suo primo ciak il prossimo 11 luglio. Angelo Sermoneta, meglio conosciuto con il soprannome di “Baffone” non credeva ai suoi occhi quando:“E’ sbucato improvvisamente in via della Reginella e ci siamo domandati in molti se fosse lui o no. Poi ci siamo arresi all’evidenza: era proprio lui. Quando si è avvicinato all’ingresso del 48′ ha visto la Menorah e la Stella di David esposte nel circolo. E gli ho subito detto: ‘questo è il quartiere ebraicò. Lui non ha risposto ma ha fatto un cenno con la testa, come a dire che sapeva bene ciò che vedeva. Qualcuno gli ha detto ‘Shalom’. Lui si è girato, ha sorri

Akiva ELDAR : •Deir Yassin: "villaggio arabo abbandonato". Video

  http://www.amiciziaitalo-palestinese.org/index.php?option=com_content&view=article&id=2777:deir-yassin-qvillaggio-arabo-abbandonatoq&catid=25:dalla-palestina&Itemid=75 Nell’invito per la commemorazione del 60° anniversario della fondazione dell’ospedale psichiatrico Kfar Shaul realizzato sui resti del villaggio di Deir Yassin, il villaggio arabo viene descritto in questo modo: “Nella periferia di Gerusalemme, nascosto alla vista, se ne sta isolato il villaggio arabo abbandonato di Deir Yassin; un vero tesoro per i servizi sanitari e sociali alla ricerca di alloggi per le centinaia di persone che hanno bisogno di guarire fisicamente e fisicamente.” Deir Yassin fu il luogo dove i membri delle organizzazioni paramilitari Irgun e Lehi massacrarono circa 100 abitanti del villaggio. Sotto la fotografia di una delle case di pietra “abbandonate” utilizzate dall’ospedale, una didascalia ricorda che venne realizzato velocemente un “villaggio ‘lavoro protetto’, destinato a re