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Editoriale di Haaretz:Netanyahu dovrebbe considerare il veto Usa alle Nazioni Unite come un avvertimento

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   Sintesi personale    Netanyahu should view U.S. veto at the UN as a warning Grim future: The sinking US empire  I palestinesi hanno perso , ma hanno raggiunto il loro scopo: è sotto gli occhi gli occhi di tutti l'isolamento internazionale del primo ministro Benjamin Netanyahu e l' imbarazzo Usa che si è  rilevato  bifronte nella sua politica.Nello spiegare la decisione di veto, l'ambasciatore Usa alle Nazioni Unite, Susan Rice, ha denunciato la "illegittimità" degli insediamenti e ha sottolineato che Obama  concordava  con gli sponsor della risoluzione, ma ha dovuto opporsi per motivi politici.Ancora una volta, la superpotenza americana  mette in discussione il proprio  prestigio internazionale, al fine di difendere  i settler  che godono  del sostegno di potenti membri del Congresso.Netanyahu ha celebrato la sua vittoria sul presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas, ma dovrebbe vedere il veto degli Stati Uniti come un avvertimento. La pazienza

Akiva Eldar: grazie Obama per aver mostrato alla sinistra i tuoi veri colori

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Sintesi personale   La decisione  di Barack Obama, di porre il veto a una risoluzione che chiede a Israele di astenersi da attività ritenute sovversive per la pace, rappresenta una vittoria della politica interna sulla politica estera . La scusa che  gli Usa hanno agito così per non danneggiare  "il processo di pace" è solo opportunismo .  Appena due settimane fa, durante la manifestazione al Cairo di Tahrir Square, il segretario di Stato Hillary Clinton  aveva dichiarato "il diritto universale di tutte le persone a vivere in libertà". Anche l'ex primo ministro israeliano, Ehud Olmert , sostiene nel suo libro che gli insediamenti violano i diritti umani, la qualità della vita e la  libertà di movimento dei palestinesi.Che cosa sarebbe accaduto se l'ambasciatrice americana, Susan Rice, avesse appoggiato la proposta palestinese ?Avrebbe  il governo Netanyahu-Lieberman-Barak  congelato l'espansione  degli insediamenti ? George Mitchell , l'inviato

Libia:"Fermate il massacro ora!". La voce dei leader musulmani

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Un gruppo di leader musulmani libici ha diffuso il seguente comunicato stampa riguardo la situazione in atto in Libia. Gli spari sulla folla e l'uccisione di esseri umani innocenti vanno contro la legge di Dio e la legge internazionale. Il nostro è un appello   urgente   che viene da   studiosi religiosi   (faqihs e sheikh sufi), intellettuali e   anziani dei clan   da Trippoli, Bani, Walid, Zintan, Jadu, Msalata, Misrata, Zawiah e altre città e villaggi dell’area occidentale della nostra amata Libia e che è diretto a tutta l’umanità, agli uomini e alle donne di buona volontà.   Il regime libanese ha sparato ai dimostranti pacifici che stavano semplicemente reclamando i loro diritti umani, divinamente concessi e internazionalmente riconosciuti. Noi testimoniamo davanti a Dio che, nel momento in cui stiamo scrivendo [questo comunicato, ndt] (19 febbraio 2011, ore 18 a Tripoli), centinaia di persone vengono uccise a colpi di mitragliatrice accanto alle caserme centrali e al quartiere

Ian McEwan ,scrittore, :Perché Israele deve rinunciare alla tentazione della forza

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   Pubblichiamo il discorso che Ian McEwan ha tenuto ieri alla consegna del Jerusalem Prize Il palmares di questo premio non ha pari al mondo. Molti degli scrittori ai quali avete consegnato questa onorificenza in passato sono da tanto tempo parte del mio corredo mentale, hanno plasmato il mio modo di intendere che cosa sia la libertà e ciò che può realizzare l´immaginazione. Non riesco a credere nemmeno per un istante di poter essere considerato all´altezza di illustri scrittori del calibro di Isaiah Berlin, Jorge Luis Borges o Simone de Beauvoir. E per un verso sono sopraffatto dall´idea che voi crediate che io lo sia. Da quando ho accettato l´invito di recarmi a Gerusalemme, non ho vissuto giorni tranquilli. Molte organizzazioni, molte persone, in termini differenti e con livelli diversi di civiltà, mi hanno esortato a non accettare questo premio. Un´associazione ha scritto a un giornale nazionale dicendo che a prescindere da ciò che io penso in fatto di letteratura, della sua n

Shay Fogelman : un video. l'ordine di Rabin di spezzare le ossa. un testimone racconta

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   La storia personale di ognuno è fatta di momenti, di immagini, di piccoli, molto specifici flash che sono impressi nella coscienza. Non si può ricordare tutta l'infanzia, ma un giocattolo lo si può ricordare vividamente. Un amico speciale. Una strada. Un pioppo solitario. Una pozzanghera e il riscaldamento di una serpentina elettrica in una giornata fredda. Anche la storia collettiva ha bisogno di simboli per racchiudere processi complessi ed eventi. L'Olocausto - il cancello di Auschwitz. La Guerra dei Sei Giorni – i paracadutisti che piangono al Muro del Pianto. La prima guerra del Libano - i soldati cantano "Red Elenu Aviron" e, al largo su di una nave, Yasser Arafat che parte per la Tunisia.  La prima Intifada ha impresso a malapena nella coscienza collettiva un qualche simbolo del genere. Il ritmo frenetico degli eventi, associati a meccanismi di occultamento e di negazione, ha quasi completamente cancellato uno dei periodi più significativi e formativi d

Amira Hass : per la polizia palestinese nella West Bank, è ancora Israele a dettare legge.

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   Una cronaca della settimana scorsa, che in ebraico era intitolata “Disperdere una manifestazione con un profumo francese”, ha riferito di una visita fatta al quartier generale dell’EUPOL COPPS, l’Ufficio di Coordinamento della Polizia dell’Unione Europea per il Supporto della Polizia Palestinese, che, nella West Bank, addestra le forze della polizia civile. L’iniziativa è stata loro, e il profumo, a quanto risulta, è stato Jean Paul Gaultier. Jean Frederic Martin, uno dei due francesi che addestrano le Forze Speciali di Polizia Palestinese, (divisione anti-sommossa), lo ha fatto presente a seguito di una relazione sui principi e sui metodi operativi che costituiscono la base del programma di addestramento messo a punto dal suo collega e da lui (che affronta, tra le altre cose, i diritti umani e in che modo il concetto si è sviluppato nel tempo fin dall’epoca della Magna Carta.) Con lo stesso tono deciso usato per tenere la sua presentazione sui metodi non-letali di controllo dei dis