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Gaza :DICHIARAZIONE DELLA RETE DEGLI EBREI CONTRO L’OCCUPAZIONE (ECO)

Le continue violazioni da parte di Israele dei diritti umani dei Palestinesi hanno raggiunto limiti intollerabili sia in Israele sia nei Territori Palestinesi Occupati (TPO) ed a Gaza. Oltre le violazioni del diritto internazionale, sancito da numerose dichiarazioni della Nazioni Unite alle quali Israele ha formalmente aderito, Israele si è reso colpevole di gravissimi crimini contro l’Umanità. Recentemente a Gaza l’esercito israeliano ha compiuto un immane massacro di civili, con oltre 1400 morti tra cui numerosi bambini ed infanti, ben documentato nella relazione della Commissione di inchiesta delle Nazioni Unite, presieduta dal giudice Goldstone. Un simile massacro era stato commesso da Israele nel 2006, in Libano. ’invasione da parte di coloni israeliani, appoggiati dall’esercito, nei TPO di Cisgiordania, è proseguita e prosegue tuttora, accompagnata dalla espulsione dei Palestinesi dalle loro case e dalle loro terre. A nulla sono valse, sinora, le condanne da parte di varie Ist

“At-Tuwani: pastore torturato per cinque ore da soldati e polizia israeliana.”

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Il 7 gennaio 2010, dei soldati imprigionarono Musab Musa Raba’i dopo aver aggredito lui e i componenti della sua famiglia mentre stavano obbedendo all’ordine dei militari di allontanare le loro greggi dalla terra di proprietà della loro famiglia. Gli stessi otto soldati che avevano arrestato Raba’i ed aggredito la sua famiglia, lo portarono in una base militare nei pressi della colonia di Suseya. Per quattro ore, i militari lo percossero nella schiena, in faccia e lo sbatterono contro le pareti. I soldati gli posero domande sui suoi fratelli. Raba’i si rifiutò di fornire qualsiasi informazione e si rifiutò di parlare in ebraico con loro, tanto che se ne andarono su tutte le furie. I soldati gli raccontarono che si sarebbero recati a casa sua nei prossimi giorni e avrebbero picchiato e ucciso lui e i suoi fratelli. Cercarono di costringerlo a dire che loro erano i migliori soldati nell’IDF( Israeli Defence Forces) e lo percossero quando egli si rifiutò. Raba’i raccontò ai componen

IMPATTO GAZA : testimonianza di un'infermiera italiana

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E' il primo giorno sotto il cielo di Gaza, sono nella Striscia, Medio Oriente.Oltre lo sguardo si stende il mare, tranquillo e azzurrino, sorvolato dai gabbiani.Un pallido sole, oltre le nubi lontane, mi accompagna ad Al Alawda, dopo aver percorso strade, che spesso non lo sono più, circondate da cumuli di macerie. Al Alawda: poco più che una palazzina di alcuni piani. Definirlo ospedale è fin troppo gratificante.Circondato da fatiscenti strutture, non da meno un pollaio, dove le pecore belano assieme alle galline, sotto vecchi assi di legno, in un cortile sterrato.Sarà il canto continuo del gallo che mi accompagnerà quotidianamente, nelle ore che alternerò fra lì e altri presidi ospedalieri, mentre mi troverò ad aiutare tante donne palestinesi a diventare madri. Sentirsi infermieri in un tale contesto è pressoché riduttivo: mi accorgo infatti che, data la situazione di degrado del paese ( vuoi per motivi politici, vuoi per motivi di guerra perenne ), ed all'alba di un

di Aviad Kleinberg ISRAELE – IL PRIMO GHETTO EBRAICO

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l 10 gennaio, il primo ministro israeliano ha annunciato la decisione di costruire una nuova barriera per chiudere il confine fra Israele e l’Egitto. Ma circondare tutto Israele con recinzioni e barriere farà nascere molti altri muri in questo paese – scrive lo storico israeliano Aviad Kleinberg ***“Alla fine, non ci sarà altra scelta che recintare Israele in tutte le direzioni”, ha detto il primo ministro Benjamin Netanyahu in una sessione a porte chiuse (le cui notizie sono immediatamente trapelate, come succede abitualmente in Israele). “Il paese dovrà essere completamente recintato in tutte le direzioni”. “In tutte le direzioni”. “Completamente”. Un’isola fortificata, armata fino ai denti, circondata da campi minati e recinzioni, da alti muri di cemento, e dal sospetto. Ciò è certamente necessario alla luce delle nostre esigenze di sicurezza, si potrebbe dire. Il problema della sicurezza che ci governa e ci protegge richiede sacrifici, e non abbiamo altra scelta che accettarli. Tut

‪A Gaza e nei Paesi Arabi raccolgono aiuti per Haiti‬

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la notizia si commenta da sola The Red Cross director was only able to accept financial donations as transferring goods out of the Strip is near impossible, commento: il reporter di haaretz spiega che la croce rossa è stata autorizzata ad accettare solo i soldi e non i beni materiali (latte in polvere giochi e coperte) perchè nulla può uscire da gaza" clicca qui (Haaretz) allegato Haiti e le Generosità Fallaci A Gaza raccolgono aiuti per Haiti, Israele li blocca Why didn't the Arab countries send help to Haiti? All the other ... Life for Relief & Dubai Charity to Send $1.25 Million http://www.prnewswire.com/news-releases ... 85812.html KUWAIT DONATES USD 1 MILLION TO HAITI http://news.brunei.fm/2010/01/15/kuwait ... -to-haiti/ Lebanon to Pledge Emergency Aid to Haiti http://www.naharnet.com/domino/tn/NewsD ... enDocument UAE to send emergency aid to Haiti http://www.thenational.ae/apps/pbcs.dll ... 09581/1002 MOROCCO TO DISPATCH $1 MILLION TO HAIT

Bradley Burston :Israele trama la guerra contro Gaza Obama può fermarla prima che scoppi?

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La prossima settimana o la settimana successiva, Barack Obama potrebbe leggere nei report dell’intelligence che i battaglioni israeliani tank si sono spostati nel sud e nell’ovest lungo le strade israeliane e che intere brigate di fanteria si sono accampano nell’area occidentale di Negev. Il conto alla rovescia della Seconda Guerra di Gaza è iniziato prima del previsto. Datiamo l’inizio, se gradite, a domenica scorsa, mentre leggiamo una fredda e terrificante analisi di Yom Tov Savia, ultimo comandante militare israeliano della Striscia di Gaza e delle adiacenze di Negev. O datiamolo, se preferite, secondo l’assioma della contemporanea storia israeliana che legge sul quotidiano: una guerra futura è essenziale, ma è inevitabile il momento in cui si dovrà dare maggior peso alle forze di difesa israeliane, come dichiara il generale. In alternativa, si può datare la nuova guerra al momento dalla selettiva amnesia che permette agli esponenti politici israeliani di dar credito all’illusio

Vescovi cattolici: A Gerusalemme cresce la divisione fra israeliani e palestinesi

Gerusalemme (AsiaNews/HLC) – Otto vescovi europei e americani denunciano la crescente divisioni fra la popolazione israeliana e palestinese a Gerusalemme e la poca volontà delle autorità politiche di voler giungere alla pace.I prelati fanno parte della Holy Land Coordination, un’associazione per la solidarietà fra vescovi occidentali e orientali. Dal 1998 essi compiono ogni anno viaggi in Terra Santa e coltivano incontri con le autorità religiose e con personalità di spicco della regione.Alla fine del loro viaggio, concluso ieri, hanno dichiarato che otto mesi dopo la visita di Benedetto XVI, come pellegrino di pace, “la soluzione per due Stati non sembra più vicina”. Nel comunicato da loro pubblicato si afferma che anche se molti desiderano la pace, “c’è bisogno di un impegno nella giustizia, che assicuri la pace. Le soluzioni sono note ai leader, ma è necessaria la volontà politica e il coraggio”.Il viaggio di quest’anno ha portato i vescovi a Gerusalemme, Betlemme, Beit Sahour , ecc

USA, YEMEN E TERRORISMO, TRA VERITÀ E MENZOGNE

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1Poco meno di venti giorni fa, lo scorso Natale, l’Occidente è sembrato ripiombare all’improvviso in un clima che molti stavano ormai cominciando a dimenticare: il clima pesante dell’era Bush, della guerra al terrorismo, e degli attentati sul suolo dei paesi occidentali. Il 25 dicembre, un ventitreenne nigeriano, Umar Farouk Abdulmutallab, ha cercato di innescare del materiale esplosivo nascosto sotto i propri vestiti mentre era a bordo di un aereo di linea proveniente da Amsterdam e diretto a Detroit. L’attentato è fallito, sia per la scarsa destrezza del giovane kamikaze sia per la pronta reazione dei passeggeri, ma un altro ordigno era ormai destinato a esplodere, con una deflagrazione potentissima: quello mediatico, la cui onda d’urto ha investito con eccezionale violenza tutti i paesi occidentali. [...] Continua a leggere » Intervenire localmente: perchè il GCC dovrebbe contribuire alla salvezza dello Yemen Lo Yemen prima di tutto I “guerrieri solitari” dell’estremismo 2 LA CRISI