“At-Tuwani: pastore torturato per cinque ore da soldati e polizia israeliana.”


Il 7 gennaio 2010, dei soldati imprigionarono Musab Musa Raba’i dopo aver aggredito lui e i componenti della sua famiglia mentre stavano obbedendo all’ordine dei militari di allontanare le loro greggi dalla terra di proprietà della loro famiglia.
Gli stessi otto soldati che avevano arrestato Raba’i ed aggredito la sua famiglia, lo portarono in una base militare nei pressi della colonia di Suseya. Per quattro ore, i militari lo percossero nella schiena, in faccia e lo sbatterono contro le pareti. I soldati gli posero domande sui suoi fratelli. Raba’i si rifiutò di fornire qualsiasi informazione e si rifiutò di parlare in ebraico con loro, tanto che se ne andarono su tutte le furie. I soldati gli raccontarono che si sarebbero recati a casa sua nei prossimi giorni e avrebbero picchiato e ucciso lui e i suoi fratelli. Cercarono di costringerlo a dire che loro erano i migliori soldati nell’IDF( Israeli Defence Forces) e lo percossero quando egli si rifiutò.Raba’i raccontò ai componenti del CPT che i militari gli avevano legato mani e piedi, lo avevano bendato e lo avevano fatto sedere su una sedia. Raba’i aveva posto la sua testa nel suo grembo, nel tentativo di proteggere la sua testa ed i suoi genitali e si rifiutò di sollevarla. Ha affermato che ad un certo punto un soldato aveva armato il suo fucile e gli aveva detto di sollevare la sua testa o gli avrebbe sparato. Raba’i si rifiutò. Quando una altro soldato cercò di porgergli pane e acqua, dato che il militare è legalmente obbligato a comportarsi così in una situazione di quel tipo, i soldati che lo stavano torturando imprecarono contro il soldato e gli dissero di andarsene. soldati si rifiutarono anche di permettere a Raba’i di pregare. Dopo quattro ore di questo interrogatorio e di queste torture, essi portarono Raba’i alla stazione di polizia nella colonia di Kiryat Arba.La polizia israeliana gli raccontò che essi di solito forniscono ai detenuti sia da mangiare che da bere, ma non avevano intenzione di dargli nulla perché volevano punirlo.Essi dissero che se avessero mai visto la sua faccia di nuovo, lo avrebbero ucciso. Dopo trenta minuti, la polizia legò le sue mani e i suoi piedi, lo bendò e lo condusse in un luogo a lui sconosciuto, e lo tirarono giù dalla jeep.
Temendo che i soldati, la polizia o i coloni lo potessero vedere, si nascose in un cespuglio fino a che vide l’auto della sua famiglia.

Raba’i era stato in grado di chiamare la sua famiglia, che, accompagnata dai componenti del Christian Pacemaker Team, lo scoprì e lo condusse a casa sua
(tradotto da mariano mingarelli)
allegato

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