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Da Hisham Nafa ' Il divertente termine 'convivenza'

Hisham Nafa': Israel has turned its Jewish victims against its Arabs Sintesi personale Molte persone hanno espresso sorpresa per i recenti episodi di violenza avvenuti ad Acre.Particolarmente divertente è stato il commento dei funzionari governativi, : "Come è potuto accadere una cosa simile in una città di convivenza?" Cinismo o stupidità? Ovviamente è difficile utilizzare il termine stupido per uomini che hanno una carica pubblica e di potere, capaci di intorpidire le menti agendo sulla paura, l'arroganza e l'odio verso tutti gli arabi: difficile poi spegnere l'incendio scaturito In Acre, come in tutta la Grande Israele non vi è alcuna convivenza . Vi è un dolore e un'amarezza cementata nei decenni, ossia da quando i residenti sono diventati vittime di un'occupazione coloniale, basata sulla repressione , sull' ostilità razziale, sul timore della minaccia demografica , un mixer frutto non di un complotto ,ma di inte

“Lettera al di là del muro”. I bambini profughi palestinesi si raccontano

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I bambini e le bambine dei campi profughi palestinesi si raccontano in “Lettera al di là del muro”. Il libro contiene le lettere più belle e toccanti, raccolte e selezionate da educatori locali e italiani nei campi profughi di Shu’fat e Qualandia alle porte di Gerusalemme. I bambini scrivono ai loro coetanei israeliani e italiani, nati “dalla parte fortunata del muro”, affinchè non ci sia più bisogno di muri, ma solo di ponti. “La mia colpa è essere palestinese? Essere bambina costretta a vivere in questo posto occupato? O forse la mia colpa è non riuscire a togliermi di dosso questa occupazione?” si chiede Marah, 14 anni. “La pace sia con voi... invio questa mia lettera a chi ha un cuore che possa sentire il problema della Palestina occupata”. (Rana, 12 anni). Il libro nasce dall’esperienza degli operatori di Vento di Terra Onlus in Palestina , impegnati nel supporto ai centri educativi dei campi profughi dell’area di Gerusalemme Est. Ha una sezione introduttiva sulla questione pale

L'arcivescovo Fouad Twal,: "SE VOGLIAMO ALTRO ODIO CONTINUIAMO L'ASSEDIO

Cosa può dirci della situazione dei cristiani nei Territori? I Territori palestinesi sono ancora sotto occupazione con centinaia di check-point e posti di controllo: la vita è dura, durissima e il fatto di non vedere una soluzione, un futuro chiaro in questo presente così difficile peggiora le cose. E questo malgrado l'arrivo di tanti pellegrini, ai quali siamo molto grati. Ma a causa di motivi politici, economici, di ricongiungimento familiare in tanti continuano ad emigrare anche adesso: la nostra minoranza cristiana rimane minoranza. Che cosa sa della parrocchia di Gaza? Gaza è una catastrofe: non c'è altro modo di definirla. Gaza è una vera, bella fabbrica di odio, di rancore, di sfiducia. Se vogliamo ancora più violenza, continuiamo con questo modo di fare: opprimiamo un intero popolo! Anche se alcuni «responsabili» possono scegliere un comportamento irresponsabile, deve essere chiaro che schiacciare un milione e mezzo di persone con questo atteggiamento non avrà altr

Zeev Sternhell : sionismo coloniale

Sintesi personale Hebron è una vergogna nazionale, un vero e proprio peccato criminale :l' apartheid, come Boaz Okun ha scritto nel settimanale Yedioth Ahronoth la scorsa settimana, è già qui.Ma non solo a Hebron: La situazione nei territori, in generale insieme con il furto di terre private, sono la testimonianza del fallimento dello stato di fronte all'arroganza del colono e alla sua determinazione a non sottostare a vincoli etici e giuridici, favorendo il consolidarsi di una quotidiana cultura della violenza Secondo il rapporto di Peace Now gli insediamenti occupano oltre il 90% di terre private palestinesi Vorrei precisare che in tre articoli scritti nei mesi di maggio e giugno del 2001,ho spiegato la mia posizione per quanto riguarda i coloni: La vita degli ebrei che vivono su entrambi i lati della Linea Verde è "ugualmente prezios a . La limitazione della libertà di circolazione è un disastro storico, ma per ora ci sono persone che vi abitano la

1967 Fuga degli ebrei italiani da Tripoli: testimonianza

Nel giugno del 1967 circa 6mila ebrei italiani fuggirono da Tripoli. La guerra dei 6 giorni, la violenta reazione in Libia al conflitto, la morte di 17 persone li costrinse alla fuga in Italia.Tra quei 6mila ebrei, alcuni di nazionalità italiana, c’era anche il tredicenne Yoram Ortona, oggi consigliere della Comunità Ebraica di Milano e dell’UCEI, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Che ricorda quei giorni in questa intervista. PeaceReporter - Fuga da Tripoli L'OLOCAUSTO NASCOSTO DEGLI EBREI LIBICI

Ali Waked : famiglia palestinese intrappolata nella propria casa dall'IDF

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Sintesi personale La Mitzvah di questo giorno festivo richiede alle famiglie di risiedere nella loro sukkah per sette giorni, ma per alcuni palestinesi Sukkot significa essere costretti a vivere in una piccola stanza per giorni,come è accaduto a a una famiglia palestinese di Hebron, sottoposti ad un trattamento vergognoso."Un soldato stanziava nel corridoio vicino alla camera e non potevamo chiudere la porta. Egli non ha tenuto conto del fatto che abbiamo bisogno di dormire, o che vi sono donne in casa. Non si respirava più , iMia figlia piccola si è sentita male e mi è stato impedito di farle prendere un po' d'aria sul balcone. Non ci hanno permesso neanche di dissetare la pecora in cortile. Sono stati tre giorni di inferno l'IDF ha negato Hebron: Palestinian family says trapped by army

Cosa avrebbero detto i media se....

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fossero stati bambini palestinesi?