Susan Abulhawa: romanzi di vita palestinese
Dal blog Mille e una pagina di Claudia Negri Devo fare una confessione. Io piango con i libri. Ho la lacrima facile, se l’occasione è quella giusta, io nel dubbio piango. Il grosso problema di tutto ciò è che io leggo molto in treno…vi lascio immaginare lo spettacolo pietoso a cui assistono le persone che viaggiano accanto a me! Una delle ultime volte, mi è successo leggendo “Ogni mattina a Jenin” di Susan Abulhawa. Lo conoscevo, l’avevo studiato, ma faceva parte di quei tanti – troppi – libri che so che devo e voglio leggere, ma vengono continuamente procrastinati. Finalmente mi è capitata l’occasione giusta e mi ci sono immersa. Una mia amica, a cui ho confidato l’ultimo incidente, mi ha confessato che per lei è uno dei libri più belli che abbia mai letto. E io non posso darle torto. È appassionante, coinvolgente e per niente scontato. È quell’incredibile equilibrio tra una storia personale – gran parte degli eventi è narrata in prima persona – e l’universalità de