Gideon Levy : America uber Alles
Gideon Levy, 22 gennaio 2017,Haaretz
La voce di Trump si diffonderà in tutto il mondo e diventerà fonte di ispirazione e legittimazione per l’estrema destra, dall’Europa a Israele.
Provate
a tradurre in tedesco il discorso di insediamento e avrete”Deutschland
uber Alles”. Lo stesso spirito, le stesse intenzioni. “Germania,
Germania prima di tutto”, proprio come vi sarà solo “America first,
l’America prima di tutto”. “Donne tedesche, fedeltà tedesca/ vino
tedesco e canzoni tedesche”, proprio come “braccia americane e lavoro
americano”. “Lottiamo per questo/fraternamente con il cuore e le
braccia!”, proprio come “Quando l’America è unita, l’America è
assolutamente inarrestabile”.
L’America
prima di tutto o la Germania prima di tutto, venerdì il presidente
Donald Trump ha fatto un discorso inquietante. L’unica consolazione è la
speranza che siano solo parole, ma certo è una magra consolazione. Se
lui davvero mette in atto la sua affermazione che “E’ giunta l’ora
dell’azione”, l’America è nei guai. Il mondo è nei guai. Israele è nei
guai. Tutti sono in grossi guai.
Ogni
sua considerazione grondava di populismo, ogni sua affermazione, di
fascismo – senza violenza, per ora. Chiunque dica “un solo cuore, una
sola casa ed un solo glorioso destino”, usa un linguaggio fascista.
Chiunque parli del “rosso sangue dei patrioti” e della“grande bandiera
americana” non può che evocare intollerabili ricordi. Chiunque prometta
potere al popolo e nel contempo nomini alle più alte cariche soprattutto
miliardari da esso lontanissimi e neanche una persona normale, è un
pericoloso ipocrita. Il capo di Yesh Atid (partito politico israeliano di centro, ndtr.),
Yair Lapid, ha molto da imparare da Trump, come anche il primo ministro
Benjamin Netanyahu. E quei due giovani fascisti non hanno neanche il
potere del presidente USA di mettere a repentaglio il benessere del
mondo intero.
Ogni
piccola speranza è sfumata immediatamente venerdì. Ripensate a quel
giorno. Ripensate a ciò che stavate facendo, perché un giorno potrebbero
chiedervi dove eravate. Il 20 gennaio 2017 qualcosa è cambiato. Il
mondo è diventato nuovamente un luogo pericoloso. Ha un leader che
intende minacciare la sua stessa esistenza, che potrebbe perdere il
controllo delle proprie azioni.
Chiunque
sia furibondo per le implicite critiche a Trump dell’attrice Meryl
Streep potrebbe saltare in aria in seguito all’azione di uno Stato –
Trump ha a disposizione armi di distruzione di massa. Chiunque prometta
di “sradicare completamente dalla faccia della terra” il terrorismo
radicale islamico potrebbe sradicare ogni cosa dalla faccia della terra.
Se Dio è dalla sua parte – quanto Dio c’era nella cerimonia, quanti
preti cristiani, quanti occhi chiusi ed anche un rabbino – e nauseanti
dosi di megalomania (“da oggi in poi una nuova visione governerà la
nostra terra”), allora il limite sta in cielo. E il cielo venerdì era
più grigio di quanto non fosse da molto tempo.
Una
nuova era, ha promesso. La sua voce si diffonderà in tutto il mondo e
diverrà fonte d’ispirazione e legittimazione per l’estrema destra, da
Marine Le Pen e Narendra Modi (presidente dell’India, ndtr.), fino ai
Democratici svedesi e ai “partiti della Libertà” di Austria e Olanda e
al nostro Bezalel Smotrich del partito Casa Ebraica (partito di estrema
destra dei coloni, ndtr). Adesso diventeranno tutti più forti, spinti
dal vento favorevole dell’America. Ultranazionalisti di tutto il mondo,
unitevi. Tutti gli xenofobi, i razzisti, i contrari alle minoranze e gli
antiarabi – come anche gli antisemiti – alzeranno la testa e diranno:
guardate Washington, di là proviene la legge.
Questa
sarà l’ora più difficile per i deboli della terra, perché l’amico dei
potenti si è insediato alla Casa Bianca. Dai palestinesi all’orso
polare, che si sta estinguendo a causa del riscaldamento globale, tutti
saranno sue vittime. Le prime vittime ci sono state venerdì, i 18
milioni di americani che perderanno l’assicurazione sanitaria che hanno
ottenuto grazie a Barak Obama, il presidente spregevolmente screditato
venerdì dal suo successore.
Non
hanno ragione di festeggiare né gli israeliani, né quelli della loro
stessa specie. E’ vero che vedere gli Adelson (famiglia dell’ imprenditore statunitense, tra gli uomini più ricchi del mondo,sostenitore di Netanyahu e contrario alla soluzione dei due Stati, ndtr.)
seduto in terza fila della sezione dei VIP non è di buon auspicio, né
lo è la nomina di amici dei coloni in posizioni chiave
dell’amministrazione. Però non si può ignorare l’affermazione di Trump
secondo cui gli Stati Uniti hanno “finanziato gli armamenti di altre
Nazioni….e speso miliardi e miliardi di dollari Oltreoceano….Ma questo è
il passato.” Se questo non si riferisce ad Israele, allora a chi si
riferisce?
“Noi
siamo protetti e lo saremo sempre. Saremo protetti dai valorosi uomini e
donne delle nostre forze militari e dalla legge e soprattutto siamo
protetti da Dio.”, ha detto il 45mo presidente. E chi proteggerà noi da
chi parla in questo modo?
(Traduzione di Cristiana Cavagna)
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