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Ahmad Yusuf : Hamas e la rivolta egiziana: il Movimento del 15 Marzo

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   Limes  Hamas sembra essere stata spiazzata dall'esplosione della rivolta egiziana. Tanto da aver reagito all'inizio con diffidenza... Yusuf  Nessuna diffidenza. Quello che è emerso in Egitto è una verità che da anni Hamas ha sottolineato in Palestina: non si governa contro la volontà del popolo. Limes  C'è chi teme che la rivolta che ha portato alla caduta di Mubarak finisca per aprire la strada ai Fratelli musulmani. Che ne pensa? Yusuf  Di nuovo lo spauracchio fondamentalista agitato da chi vorrebbe consacrare per l'eternità lo status quo in Medio oriente. I Fratelli musulmani in Egitto così come Hamas in Palestina non sono corpi estranei ma parti integranti delle rispettive società. Se non fosse così noi in Palestina e la Fratellanza in Egitto saremmo stati spazzati via da tempo. I Fratelli musulmani lavorano con il popolo e per il popolo. L'adesione delle fasce più deboli della società egiziana è frutto di un lavoro costante fatto di assistenza e

ISRAELE, UNITA’ SPECIALI PER INFILTRARE GRUPPI FILO-PALESTINESI

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DI STEFANIA LIMITI     Roma, 25 marzo, 2011, Nena News – L’intelligence israeliana non è mai sazia della caccia agli amici dei palestinesi e ha perciò messo a punto nuove unità speciali per spiare e infiltrare i gruppi antisionisti. Il nome delle nuove strutture è top secret ma si sa che sono state ideate quest’anno dall’unità di ricerca del Mid (Military Intelligence Directorate) con l’unico scopo di monitorare e controllare..Il quotidiano di Tel Aviv  Ha’aretz cita ufficiali del Mid secondo i quali queste campagne ‘selvagge’, legate a loro dire ‘ai gruppi terroristi palestinesi’, delegittimano Israele ed il suo diritto di esistere. Dopo l’azione della Gaza Freedom Flottila che nel giugno del 2010, pagando un drammatico prezzo di vite umane (9 attivisti turchi furono uccisi dai commando israeliani scesi dagli elicotteri sulla nave Mavi Marmara), riuscì a svegliare la comunità internazionale e accendere i riflettori su Gaza, il governo di Tel Aviv ha deciso di affinare gli strumenti d

Gideon Levy: "Io spiato a Londra dall' Ambasciata Israeliana"

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   Circa due settimane fa, sono stato invitato alla Settimana del libro ebraico, a Londra, a seguito della pubblicazione in inglese del mio libro "La punizione di Gaza". L'istituzione ebraica in Gran Bretagna ha minacciato di boicottare l'even to, gli organizzatori hanno ritenuto di assumere guardie di sicurezza, e circa 500 persone, prevalentemente ebrei,riempivano la sala, facevano domande e, soprattutto, mi esprimevano grande simpatia . Ho parlato, come faccio sempre, contro l'occupazione, le ingiustizie e il danno compiuto nei confronti di Israele e dei palestinesi, contro gli attacchi alla democrazia israeliana, come ho scritto in centinaia di articoli che sono stati pubblicati su Haaretz in ebraico e in inglese, e come ho fatto alla London School of Economics e alla Trinity University di Dublino. Come in precedenti occasioni, una "spia" da parte dell'Ambasciata di Israele è stata inviata alla Trinità: uno studente israeliano era stato incarica

Moni Ovadia: la legge dei ricchi

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La striscia rossa del nostro quotidiano di un paio di giorni fa riportava una frase di Paul Krugman, premio Nobel per l’economia, che merita di essere meditata e capita in tutte le sue possibili implicazioni. La frase è questa: «Sono sempre più convinto che i ricchi siano diversi da me e da voi. Quando infrangono la legge sono i pubblici ministeri che si ritrovano sotto processo». Perché i tutori della legge diventano degli imputati quando provano a mettere alla sbarra i ricchi? Nessuno meglio di noi italiani può capirlo. La risposta è semplice: perché i ricchi e potenti rifiutano l’idea che la legge debba essere uguale per tutti. Ritengono che i ricchi e i potenti debbano essere fuori della giurisdizione nella quale rientrano i normali cittadini. La ragione di questa (inaccettabile) pretesa dei ricchi è ancora più elementare. Essendo per essi il danaro, il profitto e la cosiddetta economia di mercato l’unica misura di tutto ciò che è bene, colui che ne è il signore deve essere intocca

Libia: in ricordo di Mò Nabbous eroe normale

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Ho conosciuto Mò sul web, nei primi giorni della rivoluzione libica. Ero alla ricerca di fonti giornalistiche attendibili, e la internet tv che   Mohammad Nabbous   aveva allestito in pochi giorni, dopo l’insurrezione di Bengasi, era diventata un punto di riferimento strategico per chiunque volesse notizie dalla capitale degli insorti. Giornalismo di strada. Il punto di vista dei cittadini di Bengasi, senza mediazioni esterne o edulcorate dai media stranieri. Avevo scritto a Mò per ringraziarlo del suo lavoro, per dirgli che era un uomo coraggioso. Non ha fatto in tempo ha rispondermi. Un cecchino di Gheddafi lo ha centrato alla testa, sabato scorso, 19 marzo Mò aveva compiuto 28 anni il mese scorso. Ha lasciato la giovane moglie, che aspetta un figlio. Non è riuscito a vedere in azione gli aerei della coalizione che hanno aiutato i difensori a rompere l’assedio della sua Bengasi. Il volto del citizen journalism in Libia, ha scritto di lui il britannico Guardian. L’uomo che è stato in

Sergio Yani Escalation militare di Israele a Gaza

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  I l mese di marzo ha segnato una nuova ondata di ostilità da parte di Israele contro la popolazione palestinese assediata della Striscia di Gaza. Tali ostilità hanno comportato l’inasprimento dell’assedio e una graduale recrudescenza degli attacchi militari che fino a oggi hanno ucciso 11 palestinesi e ferito più di 40. All’inizio di marzo, l’esercito israeliano ha comunicato la sua decisione di chiudere il valico di Karni, nella parte centrale della Striscia di Gaza e di trasferire tutte le operazioni di importazioni di beni al valico di Kerem Shalom nella parte meridionale della Striscia di Gaza. Mentre l’esercito sostiene che questa decisione era dovuta a ragioni di sicurezza, i palestinesi e le organizzazioni israeliane per i diritti umani hanno espresso preoccupazione per tali provvedimenti.  Gisha, un gruppo israeliano per i diritti umani che si occupa della libertà di movimento dei palestinesi, in una dichiarazione ha affermato che la”chiusura del valico di Karni limiterà u