Sergio Yani Escalation militare di Israele a Gaza

  Il mese di marzo ha segnato una nuova ondata di ostilità da parte di Israele contro la popolazione palestinese assediata della Striscia di Gaza. Tali ostilità hanno comportato l’inasprimento dell’assedio e una graduale recrudescenza degli attacchi militari che fino a oggi hanno ucciso 11 palestinesi e ferito più di 40.All’inizio di marzo, l’esercito israeliano ha comunicato la sua decisione di chiudere il valico di Karni, nella parte centrale della Striscia di Gaza e di trasferire tutte le operazioni di importazioni di beni al valico di Kerem Shalom nella parte meridionale della Striscia di Gaza. Mentre l’esercito sostiene che questa decisione era dovuta a ragioni di sicurezza, i palestinesi e le organizzazioni israeliane per i diritti umani hanno espresso preoccupazione per tali provvedimenti. Gisha, un gruppo israeliano per i diritti umani che si occupa della libertà di movimento dei palestinesi, in una dichiarazione ha affermato che la”chiusura del valico di Karni limiterà ulteriormente la capacità degli abitanti palestinesi di Gaza di impegnarsi in un lavoro dignitoso e produttivo”. Il gruppo israeliano aggiunge che la chiusura ridurrà pure la capacità di fornire i beni di prima necessità alla popolazione di Gaza. La chiusura di Karni diminuirà del 20% la capacità di trasporto merci nella zona. Secondo il Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR), un gruppo che ha sede a Gaza, “l’80% dei civili a Gaza dipende dal sostegno alimentare fornito dalla comunità internazionale”. Qualsiasi aiuto umanitario che entra a Gaza proviene da Israele, mentre il valico di confine con l’Egitto, Rafah, viene utilizzato solo per l’ingresso della gente. Le merci possono passare attraverso il confine egiziano solo fanno parte di convogli umanitari concertati occasionalmente da organizzazioni internazionali di solidarietà. Le merci possono essere introdotti a Gaza pure attraverso i tunnel scavati ai confini con l’Egitto, ma queste per lo più sono troppo costose per la popolazione di Gaza immiserita. Oltre all’inasprimento dell’assedio dei palestinesi a Gaza, a metà marzo l’esercito israeliano ha dato inizio a una nuova offensiva contro la popolazione locale. Il 16 marzo, l’aviazione israeliana ha attaccato una base di addestramento di Hamas vicina all’ex colonia di Netzarim. Due militanti di Hamas, Adana Eshtaiwi, di 27 anni, e Ghassan Abu Amro, di 25, durante l’attacco sono stati uccisi, mentre una terza persona è stata ferita. L’esercito israeliano ha sostenuto che il l’attacco improvviso ha rappresentato una risposta all’unico proiettile di mortaio lanciato dalla Striscia di Gaza entro il sud di Israele. Nessuna fazione palestinese ha rivendicato la responsabilità dello sparo, e la stampa israeliana ha riferito che il proiettile era stato lanciato da una piccola organizzazione sconosciuta. Fin dall’Operazione Piombo Fuso, Hamas si astenuto del tutto da far fuoco entro il territorio israeliano, mentre Israele si è astenuto dal prendere di mira strutture presidiate di Hamas. Due giorni dopo, l’esercito israeliano ha riferito che i suoi soldati sono stati attaccati da combattenti di Gaza mentre “stavano svolgendo un’attività di routine”. Ancora, nessuna fazione palestinese si è assunta la responsabilità dell’attacco.Di norma le fazioni palestinesi si assumono la responsabilità e il prestigio dei loro attacchi su obiettivi israeliani. Ci sono state anche delle occasioni nelle quali le fazioni militari palestinesi hanno rivendicato attacchi che, di fatto, non si sono mai verificati. Il giorno successivo, il 19 marzo, mezzi blindati israeliani hanno sparato su obiettivi della Striscia di Gaza. In tale caso, sono state ferite 5 persone, mentre un lancio ulteriore di granate ha distrutto le linee dell’elettricità. 
Come risposta all’attacco israeliano, sabato 20 marzo, Hamas ha sparato colpi di mortaio entro Israele. Secondo la polizia israeliana, sono esplosi per lo meno 49 colpi di mortaio entro le aree di pertinenza dei consigli che confinano con Gaza, tra cui Sdot Negev ed Eshkol. Due israeliani sono stati feriti leggermente da schegge. In una dichiarazione resa pubblica dell’ala militare di Hamas, le Brigate Az a Din al Qassam, l’organizzazione afferma che il bombardamento è stato in risposta al “prosieguo dell’aggressione al popolo palestinese”. Israele ha reagito bombardando Gaza City, il campo profughi di Deir el Balah e Khan Younis. Sotto il bombardamento, cinque persone, compreso un bambino sono rimante ferite. Il portavoce della Compagnia di Elettricità di Gaza, Jamal Ad-Dardasawi, ha dichiarato che è stato danneggiato dal fuoco israeliano un cavo elettrico importante che fornisce energia a Gaza City e alla zona settentrionale della Striscia, causando interruzioni di elettricità di vasta portata. Da allora gli scambi di fuoco hanno proseguito: le fazioni palestinesi prendono di mira le basi militari sul lato israeliano del confine e Israele ha come obiettivo i militanti e le infrastrutture palestinesi all’interno di Gaza. Mercoledì 22 marzo, a seguito di un attacco israeliano sono stati uccisi 9 palestinesi e 11 sono rimasti feriti. Fra i morti c’erano 4 componenti della famiglia Al Hilu. Di questi due erano minorenni: Yasser, di 16 anni, e Muhamad Al Hilu, di 11 anni. I morti stavano giocando a calcio nel cortile quando il carro armato israeliano ha colpito con una granata la loro casa ad est di Gaza City. E’ difficile indovinare quali sono i motivi dell’escalation della situazione nella Striscia di Gaza, che mettono così fine a oltre due anni di cessate il fuoco. Le ragioni della nuova escalation possono trovarsi nella nomina di un nuovo Capo di Stato Maggiore dell’esercito israeliano, e nell’aumento della pressione pubblica sul governo israeliano per ottenere la liberazione di Gilad Shalit, il soldato israeliano fatto prigioniero da Hamas.
Può essere anche una conseguenza del fatto che l’attenzione internazionale è concentrata sui fatti del Giappone e della Libia. Potrebbe essere pure un tentativo per prevenire i negoziati per un nuovo governo palestinese che comprendesse Hamas. 
In ogni caso, le condizioni della popolazione palestinese di Gaza continueranno a peggiorare. Finora l’esercito israeliano èiuscito a imporre ad Hamas una tregua che dura da più di due anni, e la domanda è come finirà tutto questo logorio. Forse in una nuova guerra in Medio Oriente?(tradotto da mariano mingarelli) Escalation militare israeliano a Gaza

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