Gabriele Iungo : Dal Diritto della spada alla Spada del Diritto. Turchia, Iman, spada nella Moschea , Santa Sofia

Gabriele Iungo da FB 

Dal Diritto della spada alla Spada del Diritto

📖 Nel Diritto classico Hanafita, che informa dottrinalmente l'Islam Turco-Ottomano, è un atto raccomandato (مستحب) che il predicatore del Venerdì (خطيب الجمعة) ascenda al pulpito della Moschea congregazionale di una città (مسجد جامع) appoggiandosi ad una spada, se la città fosse stata conquistata militarmente (عروة), oppure semplicemente su un bastone, se il suo controllo fosse l'esito di un concordato (سلحا). Si tratta di un'usanza di origine profetica, come variamente attestato dalle diverse scuole giuridiche classiche; a tal proposito, si può consultare ad esempio il ‘Commentario’ (شرح) di At-Tahawi.

🗡️ Su un piano simbolico, le ‘armi sacre’ - come la spada (سيف), il bastone (عصا) o l'arco (قوس) - rimandano all'idea di verticalità, ed alla Grande Lotta spirituale (الجهاد الأكبر) per l'instaurazione provvidenziale e la preservazione cavalleresca dell'Ordine divino, lotta innanzi tutto di natura interiore. Presenti a vario titolo in tutte le tradizioni spirituali - cf. l'evangelico ‘sono venuto a portare la spada’ - in ambito Europeo René Guénon ne ha trattato brevemente ne ‘I Simboli della Scienza Sacra’.

🌍 Su un piano esteriore, dal punto di vista Islamico il passaggio di un territorio sotto il controllo dei Musulmani non implica la sua pura e semplice ‘conquista’, o ‘appropriazione’ brutale da parte di un sovrano o di un'entità statuale; viceversa, esso costituisce propriamente - e fu spesso percepita come - una ‘liberazione’ di quel territorio da potentati oppressivi, ed una sua ‘apertura’ (فتح) alla benefica influenza spirituale degli ordinamenti divini, che le autorità Islamiche sono chiamate ad implementare con equità e giustizia.

🏛️ La manifestazione liturgica del ‘diritto della spada’ indica dunque che quelle stesse armi che hanno ‘liberato’ un certo territorio ne garantiranno altresì la tutela e l'equo governo, a beneficio e protezione di tutti i cittadini; testimonia che coloro che hanno combattuto per liberare un certo luogo sono disponibili a dare la vita per difenderlo; significa che ciò che per Grazia divina è stato ottenuto tramite il coraggio dei militari ed il sangue dei martiri non può essere ceduto né espropriato da chicchessia: non è oggetto di commercio né di contrattazione diplomatica, bensì ‘appartiene’ a tutta la Comunità, ed eventualmente a coloro che si sono sacrificati per la sua liberazione.

Come recita l'adagio tradizionale:

السيف أصدقُ أنباء من الكتب
في حده الحد بين الجد واللعبِ

‘La spada è più veridica dei [soli] libri:
sul suo filo, corre il limite fra scherzo e serietà.’

Rispetto del sacrificio degli antenati e dei martiri, preservazione del Diritto tradizionale, protezione e tutela dei diritti di tutti gli abitanti e visitatori della città: a questi significati ha alluso - implicitamente, col ‘simbolismo della spada’, ed esplicitamente, nel suo sermone - l'Imam predicatore ‘Ali Erbaş, Presidente del Direttorato per gli Affari religiosi della Turchia.

🕯️ Se è comprensibile che non-Musulmani e persone non familiari col Diritto e con le culture tradizionali dell'Islam possano fraintendere questo tipo di simbologia, a maggior ragione è essenziale che i Musulmani - ed in particolar modo gli studiosi tra loro - contribuiscano a chiarificarne il contesto semantico e dissiparne i possibili fraintendimenti, quand'anche si nutrisse delle riserve circa la sua adozione nel contesto delle vicende contemporanee.

È questo il miglior servizio che si possa offrire, ad un tempo, tanto ai nostri correligionari quanto ai nostri concittadini, in un reale servizio di mediazione culturale

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