Coronavirus, l’Intelligence americana avvertì Israele lo scorso novembre


Coronavirus, l’Intelligence americana avvertì Israele lo scorso novembre
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DALL’INVIATO A BEIRUT. L’Intelligence americana avvertì Israele di una possibile epidemia di nuovo coronavirus in Cina già lo scorso novembre. Secondo la tv Channel 12, gli agenti americani avevano notato l’emergere di una malattia sospetta a Wuhan, nella seconda settimana di novembre, e hanno fatto subito rapporto alla Casa Bianca e ai principali alleati degli Stati Uniti, la Nato e Israele. In quel momento le morti anomale per polmonite nella città erano note soltanto al governo cinese.

Il rapporto dei vertici militari

La possibilità di una pandemia era però stata messa in conto dall’Intelligence. In Israele vennero avvertiti i vertici delle Forze armate. Gli alti ufficiali, rivela la tv israeliana, discussero allora della possibilità della diffusione del virus in Medio Oriente e dell’impatto che poteva avere in Israele. Il rapporto passò anche al ministero della Salute, che però “non ne fece nulla”.

Misure in ritardo
Il 20 gennaio il presidente cinese Xi Jinping ha per la prima volta parlato in pubblico del nuovo coronavirus e delle misure di contenimento decise da Pechino. Negli stessi giorni il più importante epidemiologo cinese aveva ammesso che era probabile il contagio da uomo a uomo. Ma a quel punto i casi a Wuhan e nella provincia dello Hubei erano già esplosi e cominciavano a diffondersi anche in Europa e Nord America.  Israele ha preso le prime misure contro i contagi il 30 gennaio, quando ha bloccato tutti i voli provenienti dalla Cina.

Nello Stato ebraico 13 mila contagi
Nello Stato ebraico si sono registrati i primi contagi a febbraio. La politica di contenimento del virus ha funzionato abbastanza bene. I casi sono saliti a 12.895, con 148 vittime. Domenica comincerà un prima ripresa delle attività economiche, limitata ad alcuni settori a minor rischio. Il lockdown, molto rigido durante le festività di Pasqua (cattolica, ebraica e adesso ortodossa), ha causato come negli altri Paesi una brusca recessione. Il tasso di disoccupati è salito dal 4 al 28 per cento nel giro di un mese. I partiti della destra religiosa alleati del premier premono per una apertura delle attività il prima possibile.

Rischio di nuove elezioni il 4 agosto

Le rivelazioni di Channel 12 rischiano però di mettere in imbarazzo anche il premier Benjamin Netanyahu, di nuovo alla ricerca di una maggioranza in Parlamento dopo il fallimento dei colloqui con il capo dell’opposizione Benny Gantz per formare un governo di unità nazionale. Se entro 14 giorni non si troverà una soluzione Israele andrà al voto per la quarta volta in un anno e mezzo, il 4 agosto.

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