Umberto De Giovannangeli "Marcia del Milione", Hamas riafferma il suo controllo nella Striscia di Gaza

Marcia del Milione", Hamas riafferma il suo controllo nella Striscia di Gaza (di U. De Giovannangeli) 


Una doppia prova di forza: verso Israele e, soprattutto, interna al campo palestinese. La celebrazione del primo anniversario della "Marcia del Ritorno" è il pretesto per dimostrare di avere ancora un pieno controllo della Striscia. La doppia prova di forza di Hamas: dimostrarsi forza di lotta (armata o non violenta a seconda dei momenti) e di "governo" (in grado di mantenere basso il livello dello scontro, rispettando così la mediazione messa in atto dall'Egitto per un cessate-il-fuoco tra Israele e la "resistenza palestinese" ). Una prova che rivendicano come riuscita. Con un tributo di sangue che i capi del movimento islamico avevano messo nel conto.
La "Marcia del Milione" - indetta da Hamas ad un anno esatto dall'inizio della "Marcia del Ritorno" per la rottura del blocco a Gaza - è iniziata nella tarda mattinata al termine delle preghiere nelle moschee, quando i fedeli sono saliti su autobus diretti verso il confine con Israele. A Gaza City, e nelle altre città della Striscia, tutte le attività commerciali ed educative sono paralizzate da una giornata di sciopero, proclamata da Hamas per consentire alle masse di partecipare alla manifestazione odierna, che si prefigge di essere la più imponente degli ultimi mesi. Sin dalle prime ore dell'alba, nei pressi del confine erano stati eretti attendamenti dove i dimostranti troveranno cibo, corrente elettrica e reti Wifi per i loro telefoni. Da parte sua il ministero degli interni di Hamas aveva avvertito i dimostranti che dovranno tenersi ad almeno 300 metri dalle postazioni militari israeliane, per garantire la propria incolumità. Il ministero ha anche consigliato loro di non rispondere a chiamate telefoniche di sconosciuti, che potrebbero provenire dall'intelligence di Israele.
La manifestazione di Hamas ha attirato un numero crescente di partecipanti che, secondo l'esercito israeliano, è arrivato, nel primo pomeriggio, a circa 40 mila. Una manifestazione insanguinata. due i manifestanti palestinesi uccisi negli scontri con l'esercito israeliano lungo la barriera difensiva tra Gaza e Israele, scrive l'agenzia Wafa, che parla di un centinaio di feriti e intossicati. Secondo fonti del ministero della sanità di Gaza, entrambi i palestinesi uccisi hanno 17 anni. Uno colpito al volto, l'altro al petto. Tra i feriti, riferisce la Wafa, 16 sono stati colpiti da proiettili veri, 4 da pallottole di gomma, 10 da schegge. Decine gli asfissiati dai gas lacrimogeni.o stesso ministero aveva annunciato in mattinata la morte di Mohammed Jihad Jawdat Saad (20 anni), ferito ieri durante scontri con l'esercito israeliano lungo la barriera difensiva. Un portavoce di Tsahal, l'esercito dello Stato ebraico, ha parlato di "facinorosi" che "tirano pietre e danno fuoco a copertoni di gomma" oltre a "granate e ordigni esplosivi contro la barriera difensiva. La maggior parte dei dimostranti – tra i quali il capo del "governo" di Hamas, Ismail Haniyeh e il leader del movimento a Gaza Yihia Sinwar - è nei pressi delle tende. Dal 30 marzo 2018, giorno della prima protesta che si ripete da un anno ogni settimana, sono stati uccisi almeno 259 palestinesi dal fuoco israeliano, la stragrande maggioranza lungo il confine.
La mobilitazione di oggi consegna un "messaggio molto importante" a Israele e alla comunità internazionale, dice ad HuffPost Bassem Naim, uno dei leader politici di Hamas: "Migliaia e migliaia di persone si ritrovano in pace per far sentire la loro voce contro l'aggressione e l'assedio" imposti da Israele. Da Ramallah, torna a parlare il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas: "Un libero e indipendente stato palestinese con Gerusalemme est capitale e i confini del 1967 è inevitabile e così sarà", afferma Abbas in occasione del 43/o anniversario del "Land Day". "La sofferenza da 100 anni del nostro popolo e gli enormi sacrifici fatti da esso non andranno perduti. L'immortale 'Land Day' è il momento per il popolo di rinnovare il suo impegno alla costanza e al mantenimento degli impegni. Con la risolutezza del nostro popolo - ha concluso - sconfiggeremo tutti i complotti orditi contro di esso".
Ma a Gaza la "cifra" della quotidianità è la sofferenza, Il Norwegian Refugee Council (Nrc) che opera nella Striscia ha diffuso un'indagine – condotta in ottobre e dicembre 2018 – tra 300 studenti (di età compresa tra i 10 e i 16 anni ) di 30 scuole gazawe situate nei pressi della linea di demarcazione con Israele. I dati raccolti evidenziano che il 68% degli studenti soffre di una forma grave di stress psicologico dovuto alla violenta repressione delle proteste e agli attacchi quotidiani di cui sono stati testimoni da un anno a questa parte. La maggioranza degli intervistati (61%) ha affermato, inoltre, di essere rimasta scioccata dal fragore delle esplosioni che giungevano dalle vicinanze e dalle immagini del conflitto trasmesse in Tv. Il 42% è stato testimone di diretto di bombardamenti, il 40% ha detto di conoscere persone rimaste ferite o che hanno perso la loro abitazione. Il 33% ha dichiarato di conoscere persone uccise nel corso delle manifestazioni. Il 54% degli studenti non ha nessuna speranza in un futuro migliore. "La violenza della quale i bambini sono testimoni quotidianamente, compresa la perdita di persone care, nel contesto dell'assedio paralizzante di Israele, che perpetua e esaspera la crisi umanitaria di Gaza – spiega la responsabile del Rnc per la Palestina, Kate O'Rourke – ha lasciato un'intera generazione emotivamente stressata. Ci vorranno anni di lavoro con questi bambini per guarirli dai traumi e ridare loro un motivo di speranza per il futuro". Un futuro che resta a tinte fosche perché la speranza non è di casa a Gaza.

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