Quando vi dicono che non esiste alcuna cultura palestinese, parlate
del ricamo a mano palestinese: parlate delle donne che lo eseguono con
tanta dedizione e maestria, regalando alle loro figlie quegli abiti da
sogno.
Vestiti personali di Yara
Quando vi dicono che non esiste alcuna cultura palestinese, parlate
del legame fra un contadino palestinese e il suo ulivo o aranceto:
parlate del suo amore nel coltivarlo, nel dargli da bere, nel potarlo,
nell’abbracciarlo e nel parlargli, nell’alzarsi al fajr per ringraziare
Dio dei frutti che gli concede. Quando vi dicono che non esiste alcuna cultura palestinese, parlate del
dabke, la danza popolare palestinese che, in un turbinio di musica con
tamburi, fisarmoniche, mani, accompagna i momenti più gioiosi di tutti i
Palestinesi. Quando vi dicono che non esiste alcuna cultura palestinese, parlate dei
piatti tipici, maqlubeh, knafeh al-nabulsi, della colazione con zeit
(olio), zatar (timo), zeitun (olive), jibna (formaggio) e khubz (pane)
fatto in casa, hummus, pomodori e cetrioli, dawali, kufta (mi fermo qui,
lo stomaco brontola!). Quando vi dicono che non esiste alcuna cultura palestinese, parlate di
Mahmoud Darwish, il poeta della Palestina, e del suo “cavallo lasciato
alla solitudine” o della sua “carta d’identità”. Quando vi dicono che non esiste alcuna cultura palestinese, parlate di
Fadwà Tuqan, sorella di Ibrahim, la poetessa della resistenza
palestinese, e del suo “mi basta divenir nel suo grembo” o di Nablus, la
sua “triste città”. Quando vi dicono che non esiste alcuna cultura palestinese, parlate di
Ghassan Kanafani, lo scrittore della Palestina, del suo “ritorno ad
Haifa” e di come è stato fatto saltare in aria perché troppo scomodo.
Quando vi dicono che la Palestina non esiste, che il popolo
palestinese non esiste, parlate di questo. Forse, si renderanno conto
che Fadwà Tuqan aveva ragione: la Palestina è eternamente viva.
Israele governo di estrema destra e opposizione I brevi video dalla Città Vecchia di Gerusalemme, registrati con i telefonini e postati sui social, non mostrano i momenti dell’uccisione di Mohammed Khaled al Osaibi, nella notte tra venerdì e sabato. Notte di ramadan. Mostrano, da lontano, il corpo sulla pavimentazione bianca della Spianata delle Moschee, all’altezza della Porta delle Catene, una delle porte che immette nel grande area dove si trovano la moschea di Al Aqsa e la Cupola della Roccia. Poche ore prima duecentomila persone si erano riunite per la preghiera del venerdì. È l’audio , invece, a mostrare la realtà quotidiana dura, durissima, nella Città Vecchia. L’audio registra, infatti, la sequenza dei colpi, tanti: almeno una decina. Sono i colpi sparati dalle armi in dotazione alle guardie di frontiera israeliane. M16, in genere. Così è stato ucciso Mohammed Khaled al Usaibi, giovane medico di 26 anni, proveniente dalla cittadina di Hura, nel Negev. Ironia della sorte, aveva ...
Israele governo di estrema destra e opposizione 156 Israele opposizione civile e democratica 618 Sulla scia del colpo di stato giudiziario, le discussioni israeliane sul trasferimento all’estero non si fermano più ai gruppi di social media. In una lussureggiante valle dell’Italia nordoccidentale si stanno concretizzando idee di emigrazione collettiva – e iniziative simili stanno prendendo forma anche altrove Hilo Glazer 2 settembre 2023 1:19 IDT “Mentre il numero di ore di luce nella democrazia del loro paese continua a diminuire, sempre più israeliani arrivano nella valle montuosa alla ricerca di un nuovo inizio. Tra loro ci sono giovani con bambini nel marsupio, altri con bambini in età scolare, e ci sono persone con i capelli grigi come me. Un insegnante, un imprenditore tecnologico, uno psicologo, un toelettatore, un allenatore di basket. Alcuni dicono che stanno solo esplorando, ma si vergognano ancora di ammettere che stanno seriamente considerando l'opzione. Altri s...
Ten years since Arafat’s death: Lost hope as the illusion of temporary occupation fades haaretz.com On Wednesday evening, as young Palestinians were sparring with the Israel Police in East Jerusalem neighborhoods, a documentary about the life of Yasser Arafat was being shown at the Mahmoud Darwish Museum in Ramallah. The museum’s Galilee Hall was filled with members of the PLO and Fatah — high-ranking and lower-ranking, well-known and not so well-known, old and young. There were more men than women. They applauded when, on-screen, Arafat declared the establishment of a Palestinian state on November 15, 1988. The people in attendance, like the rest of the residents of the Palestinian Authority’s de facto capital, followed Wednesday’s events in East Jerusalem, “the capital of the Palestinian state,” 10 to 15 kilometers aw...
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