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Visualizzazione dei post da settembre, 2015

Barak Ravid : Was It a Bombshell or Stink Bomb That Abbas Dropped in His UN Speech?

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Was it a bombshell or stink bomb that Abbas dropped in his UN speech? HAARETZ.COM NEW YORK – For a change, Palestinian Authority President Mahmoud Abbas kept his promise. In his speech to the UN General Assembly Wednesday night, he indeed threw a bombshell when he declared that the Palestinians would no longer uphold the agreements they have signed with Israel over the last 20 years. But the question that remains unanswered is whether this bomb will be detonated instantly and generate serious shock waves, lie there as unexploded ordnance that could go off at any moment, or turn out to be not a real bomb at all, but at best a stink bomb whose stench will quickly dissipate. It’s not by chance that the Prime Minister’s Office declined to respond to the most important part of Abbas’ speech; Israel still doesn’t fully understand its significance. But Jerusalem’s initial analysis of the speech interpreted it as a mere threat. After all, Abba

Manlio Dinucci : Verso l’Italia le nuove atomiche Usa

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 :       Verso l’Italia le nuove atomiche Usa Stanno per arri­vare in Ita­lia le nuove bombe nucleari sta­tu­ni­tensi B61-12, che sosti­tui­scono le pre­ce­denti B61. Lo con­ferma auto­re­vol­mente da Washing­ton, con prove docu­men­tate, la Fede­ra­zione degli scien­ziati ame­ri­cani (Fas).… ilmanifesto.info Stanno per arri­vare in Ita­lia le nuove bombe nucleari sta­tu­ni­tensi B61-12, che sosti­tui­scono le pre­ce­denti B61. Lo con­ferma auto­re­vol­mente da Washing­ton, con prove docu­men­tate, la Fede­ra­zione degli scien­ziati ame­ri­cani (Fas). Lo scien­ziato nucleare Hans Kri­sten­sen, diret­tore del Nuclear Infor­ma­tion Pro­ject alla Fas, scrive che è in corso a tale scopo l’upgrade della base della U.S. Air Force ad Aviano (Por­de­none) e di quella di Ghedi Torre (Brescia). Lo prova una foto satel­li­tare, che mostra la costru­zione ad Aviano di una dop­pia bar­riera attorno a 12 bun­ker con coper­tura a volta, dove g

La bandiera della Palestina da oggi sventolerà all’Onu Abu Mazen: preservare unità della terra e del popolo

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La bandiera della Palestina da oggi sventolerà all’Onu La bandiera della Palestina sarà issata oggi davanti al palazzo delle Nazioni Unite a New York, durante il discorso del presidente Abu Mazen di fronte all’assemblea generale. Il 10 settembre del 2015, l’assemblea ha votato in favore di una mozione che permette anche alle bandiere degli stati osservatori (dal 2012 Palestina e Città del Vaticano) di sventolare insieme ai vessilli dei 193 paesi membri dell’Onu. Israele e gli Stati Uniti hanno votato contro, insieme a sei altri paesi, ma la mozione è stata approvata a larga maggioranza, con 119 voti favorevoli – tra cui quello dell’Italia – e 45 astenuti. I paesi che riconoscono la Palestina come stato sono 135. L’Huffington Post ha pubblicato un post firmato da Abu Mazen, in cui il presidente palestinese ha scritto: “Con il voto per permettere alla nostra bandiera di sventolare all’Onu la comunità internazionale ha dimostrato

Akiva Eldar :Netanyahu, moderno Golia?

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          Netanyahu, modern-day Goliath? - Al-Monitor: the Pulse of the Middle East The thinking behind Israel relaxing the rules of engagement against Palestinians throwing stones is a double-edged sword. al-monitor.com       sintesi personale "A chi cerca di attaccare noi, noi risponderemo facendogli del male," Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha tuonato . Quattro giorni più tardi  i membri del gabinetto hanno tradotto questa frase nella decisione  di facilitare le regole di ingaggio per le forze di sicurezza  permettendo di sparare  ai lanciatori di pietre. considerati alla stregua di criminali. . La posizione di Netanyahu  si trova nell'insegnamento ebraico : “ if a man comes to kill you, rise early and kill him first” (Talmud, Sanhedrin 72a).  Se la  morte di Alexander Levlovich, un residente di Gerusalemme che ha perso il controllo della sua auto, alla vigilia del nuovo anno ebraico, il 13 settembre, dopo  c

Betlemme, in fiamme il convento di san Charbel. Leader maronita: Forse opera di fondamentalisti islamici

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      PALESTINA Betlemme, in fiamme il convento di san Charbel. Leader maronita: Forse opera di... L’edifico, in fase di ristrutturazione, ha riportato gravi danni. Per i lavori l’Autorità palestinese aveva stanziato 100mila dollari. Cancelliere patriarcato: “Atto di vandalismo, gruppi o singoli esponenti del radicalismo islamico”. Timori nella comunità cristiana, ma “dobbiamo andare avanti”. asianews.it Betlemme, in fiamme il convento di san Charbel. Leader maronita: Forse opera di fondamentalisti islamici L’edificio, in fase di ristrutturazione, ha riportato gravi danni. Per i lavori l’Autorità palestinese aveva stanziato 100mila dollari. Cancelliere patriarcato: “Atto di vandalismo, gruppi o singoli esponenti del radicalismo islamico”. Timori nella comunità cristiana, ma “dobbiamo andare avanti”. Betlemme (AsiaNews) - “Si è trattato di un incendio doloso, innescato ad arte, non certo di un corto circuito legato all’impian

Mordechai Goldman : Guerra degli ultra-ortodossi contro gli ebrei che salgono al Monte del Tempio

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  Ultra-Orthodox war against Jews ascending Temple Mount     Sintesi personale,non traduzione I recenti episodi di violenza sul Monte del Tempio e nelle aree circostanti, causati  in parte  dalla decisione di alcuni ebrei di recarsi  al luogo sacro, hanno fortemente diviso i nazionalisti ebrei religiosi e la comunità ultra-ortodossa. Mentre  gli ebrei ultra-ortodossi citano la Halacha (legge ebraica) per spiegare la loro decisa di opporsi alla visita del sito, le frange della  comunità religiosa sionista  vogliono salire al Monte del Tempio per motivi nazionalisti. Dal punto di vista degli  ultra-ortodossi   alcuni rabbini nazionalisti religiosi hanno prodotto sentenze halachiche discutibili per motivare questa aspirazione,dimenticando che  la legge ebraica in realtà lo proibisce. Secondo un Mishnah   l'ascensione al Monte del Tempio è consentito solo dopo l'immersione in un mikvah (bagno rituale). ,ma  in alcune sezioni del Monte d

Francesca Caferri : Arabia Saudita: la voce di Alì dal carcere "non fatemi morire qui a 20 anni"

Arabia Saudita: la voce di Alì dal carcere "non fatemi morire ... La Repubblica, 28 settembre 2015 Il sorriso più grande lo ha riservato a sua madre, quando ha cercato di parlargli di quello che potrebbe accadergli da un giorno all'altro: "Ho fede in Dio, non mi piego. Non voglio morire qui: e sono e resto un ottimista". Poi ha cercato di tranquillizzare il padre e la sorella, anche loro andati a trovarlo in prigione dopo lunghe settimane di attesa: "Non dovete preoccuparvi. Io sto bene: sono forte. So perfettamente quello che è stato deciso per me: ma non mi lascio abbattere. Adesso tocca a voi essere forti". Poche altre battute prima che, dopo dieci minuti scarsi, una guardia riconducesse Alì al Nimr nella sua cella di prigione, facendo di nuovo precipitare nel buio il destino di questo ragazzo di 20 anni la cui storia ha mobilitato migliaia di persone in tutto il mondo. I fatti: Alì al Nimr è un cittadino saudita arrestato nel 20

Alberto Negri. : Il Medio Oriente che non c'è più, azzerato dall'Isis e dalla fine dei raìs"

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Medio Oriente anno zero. Nessuno dei leader mondiali che si incontrano all'Onu forse passeggerà mai più per una strada del Medio Oriente, o salirà in cima alla cittadella di Aleppo. Nessuno attraverserà piazza Firdous a Baghdad, dove nel 2003 venne abbattuta la statua di Saddam, o alzerà gli occhi al cielo per osservare i grattacieli medioevali di Sanaa in Yemen. L'orizzonte da cui sono nate millenarie civiltà è un cumulo di rovine. E neanche il più ottimista dei rifugiati giunto in Europa dalla Siria può pensare di tornarci perché la distruzione materiale ed economica della guerra è stata accompagnata da quella morale, dalla scomparsa di ogni residuo di tolleranza e convivenza civile. Per questo se mai ci sarà un giorno la ricostruzione della Siria, dell'Iraq, dello Yemen o della Libia, e anche del lontano Afghanistan, tutto ci apparirà soltanto una replica dell'originale, come avvertiva l'archeologo italiano Paolo Matthiae, lo scopritore di Ebla. M

AVVENIRE - Susan Dabbous: "Scontri sulla Spianata, decine di feriti tra i palestinesi"

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  AVVENIRE - Susan Dabbous: "Scontri sulla Spianata, decine di feriti tra i palestinesi" La seconda giornata consecutiva di scontri a Gerusalemme si è conclusa ieri con ventidue feriti e l’ennesimo incendio all’interno della moschea al Aqsa, il terzo luogo più sacro per l’islam. Tra i contusi, tre sono stati trasferiti d’urgenza dalla Mezzaluna rossa in ospedale. Gravi erano infatti le ferite provocate dai proiettili di gomma utilizzati dalla polizia israeliana che ha anche lanciato lacrimogeni e piazzato cecchini sui tetti adiacenti la Spianata delle moschee. Secondo quanto riferito dalle autorità israeliane, i manifestanti hanno trascorso la notte nell’edificio dopo una giornata di combattimenti e, all’arrivo degli agenti intorno alle otto del mattino, hanno lanciato bombe molotov e pietre. Gli scontri, iniziati tre giorni fa, coincidono con la fine della festività islamica di El Aid al Adha (che ricorda il sacrificio di Abramo) e l’inizio, ieri, della fe

Paola Caridi e Lucia Sorbera, : Invitate a Torino la letteratura araba, l’unica patria degli scrittori

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Invitate a Torino la letteratura araba, l’unica patria degli scrittori | Q CODE Magazine Pubblico una proposta di Lucia Sorbera e mia alla Fondazione che guida e organizza il Salone del Libro di Torino. E’ una proposta che fa seguito alla decisione di non avere l’Arabia Saudita come paese ospite dell’edizione 2016. L’adesione è libera. Basta che ce la facciate sapere (pc) Abbiamo accolto con sollievo la notizia che il Salone del Libro di Torino non vedrà come paese ospite dell’edizione 2016 l’Arabia Saudita. Una decisione veicolata attraverso la stampa italiana, e che sarà resa formale nella riunione del consiglio di amministrazione della Fondazione in agenda per il 6 ottobre prossimo. Come studiose della lingua, letteratura, storia e politica dei Paesi arabi sosteniamo la decisione del Salone del Libro, che chiude un episodio increscioso nella storia della più importante fiera editoriale d’Italia. Non siamo contro la popolazione sa

Ugo Tramballi : Il realismo cinico del Cremlino

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      Il realismo cinico del Cremlino L’Italia, dice Matteo Renzi a New York, non parteciperà ai bombardamenti contro l’Isis in Siria perché attualmente un intervento militare è privo di orizzonte politico. Non bisogna ripetere, sostiene, gli errori commessi in Libia. Ragionamento teoricamente corretto ma superato dai fatti: Vladimir Putin ha spostato così in alto l’asticella della tragedia siriana da rendere irrilevante non solo la riflessione del presidente del Consiglio, ma anche i bombardamenti francesi iniziati due giorni fa e quelli di americani e inglesi in corso da molto più tempo. Il paragone con la Libia non è calzante. Allora, nel marzo 2011, francesi e inglesi forzarono la mano agli americani - molto più che agli italiani - bombardando per far cadere la dittatura al potere. In Siria i suoi bombardieri e gli elicotteri da combattimento il presidente russo li alza in volo da aeroporti sul suolo

Yaniv Kubovich: Gli ebrei lanciano pietre in Israele , ma gli arabi hanno pene più severe

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Sintesi personale ,non traduzione   La maggioranza dei post su Facebook del  ministro della Pubblica sicurezza ,Gilad Erdan, ha avuto a che fare con i problemi  di Gerusalemme Est:  sassaiole e critica alla  presunta clemenza dei giudici verso i palestinesi. Quasi ogni giorno afferma la sua  determinazione ad agire contro i lanciatori di pietre, inclusi i minori e contro i giudici che emettono sanzioni miti.   Gli avvocati difensori degli indagati parlano  di discriminazione dei tribunali e della polizia contro i lanciatori di pietre arabi, in particolare verso i  minori. "Una pietra può uccidere, questo è vero", ha detto l'avvocato Mohammad Mahmoud, che rappresenta molti arrestati di  Gerusalemme Est. "Ma ogni pietra può uccidere e non solo una pietra lanciata da un arabo. Le sanzioni sui minori da Gerusalemme Est sono dure e non risolvono un problema, ma solo peggiorano la situazione. " Dal