Michele Giorgio : Si sgonfia l’Intifada del pallone


 
 
 
 
Descritta come l’Intifada del Pal­lone, la madre di tutte le bat­ta­glie per i diritti dei cal­cia­tori e degli spor­tivi pale­sti­nesi col­piti dall’occupazione mili­tare, lo scon­tro tra le feder­cal­cio di Israele e Pale­stina si…
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Descritta come l’Intifada del Pal­lone, la madre di tutte le bat­ta­glie per i diritti dei cal­cia­tori e degli spor­tivi pale­sti­nesi col­piti dall’occupazione mili­tare, lo scon­tro tra le feder­cal­cio di Israele e Pale­stina si è chiuso ieri a Zurigo a taral­lucci e vino, con la clas­sica stretta di mano tra avver­sari che si defi­ni­vano irri­du­ci­bili nella difesa delle loro posi­zioni. Mesi di annunci, minacce, parole di fuoco del pre­si­dente della fede­ra­zione pale­sti­nese (e diri­gente di primo piano del par­tito Fatah), Jibril Rajoub, sono sfo­ciati nel ritiro della richie­sta di sospen­dere Israele dalla Fifa.
Men­tre cen­ti­naia di mani­fe­stanti riu­niti davanti alla sede della Fifa chie­de­vano, anche con un blitz all’interno dell’edificio, la sospen­sione di Israele fino a quando non ces­serà le sue misure con­tro il cal­cio pale­sti­nese, e mostra­vano i car­tel­lini rossi dell’espulsione, Rajoub e il suo omo­logo israe­liano Ofer Eini, nego­zia­vano il com­pro­messo che ha pro­dotto la pro­po­sta pale­sti­nese “emendata”.
L’intesa con la rinun­cia alla sospen­sione di Israele dalla Fifa è stata pron­ta­mente appro­vata dall’assemblea di Zurigo. Pre­vede la crea­zione di un Comi­tato con­giunto che dovrà affron­tare la que­stione delle pesanti restri­zioni impo­ste dall’occupazione israe­liana ai movi­menti dei cal­cia­tori pale­sti­nesi e delle loro squa­dre, inclusa la nazio­nale. Il Comi­tato dovrà affron­tare anche la que­stione delle cin­que squa­dre di coloni ebrei, quindi basate nei Ter­ri­tori pale­sti­nesi occu­pati, che par­te­ci­pano ai cam­pio­nati israe­liani. Rajoub che appena qual­che ora prima ripe­teva di non avere fidu­cia nelle pro­messe israe­liane, a par­tire da quelle fatte dal pre­mier Neta­nyahu qual­che giorno fa durante i col­lo­qui con il con­tro­verso, eppure ricon­fer­mato, pre­si­dente della Fifa Sepp Blat­ter, all’improvviso ha cam­biato idea. Una stretta di mano tra i pre­si­denti delle due Feder­cal­cio ha sug­gel­lato l’esito del voto dell’assemblea (165 a favore, 18 contrari).
Rajoub ha pre­sen­tato il risul­tato otte­nuto come un suc­cesso. Ha annun­ciato che a deci­dere sullo sta­tus delle squa­dre dei coloni israe­liani ci pen­serà l’Onu ma in realtà sarà la stessa Fifa. «Ho deciso di riti­rare la sospen­sione ma que­sto non signi­fica che ho ceduto sulla resi­stenza», ha affer­mato il pre­si­dente della feder­cal­cio pale­sti­nese. Rajoub ha quindi negato l’esistenza di pres­sioni inter­na­zio­nali sulla sua mossa e avver­tito che «se le cose non cam­bie­ranno» i pale­sti­nesi tor­ne­ranno a pre­sen­tare la loro richie­sta. Ma il vero risul­tato di ieri lo spie­gano bene i festeg­gia­menti in Israele. La sod­di­sfa­zione è stata enorme, dal capo dello stato Rivlin alla vice mini­stra degli esteri ultra­na­zio­na­li­sta Tzipi Hoto­vely. Tanto che il pre­mier Neta­nyahu ha pro­cla­mato, com­pia­ciuto, che «è fal­lito il ten­ta­tivo di espel­lerci dalla Fifa» e defi­nito quella dei pale­sti­nesi una mossa che «va ad aggiun­gersi alle altre uni­la­te­rali com­piute (dai pale­sti­nesi) in diverse isti­tu­zioni inter­na­zio­nali». In pre­ce­denza aveva accu­sato l’Anp di Abu Mazen di opporsi «al diritto (degli ebrei, ndr) di avere un stato indi­pen­dente» e di voler col­pire «la legit­ti­mità dello Stato di Israele e del suo calcio».
L’Intifada del pal­lone, dopo la deci­sione presa da Rajoub (e dai ver­tici poli­tici dell’Anp), si è tra­sfor­mata in un attimo nell’Intifada del pal­lone sgon­fiato, bucato.
Tra gli atti­vi­sti, non solo pale­sti­nesi, della cam­pa­gna “Car­tel­lino Rosso per Israele” il disap­punto è forte e tra cal­cia­tori e pre­si­denti dei club locali non si nutre fidu­cia nei risul­tati che rag­giun­gerà il lavoro del Comi­tato con­giunto. Israele dif­fi­cil­mente con­ce­derà una sta­tus pri­vi­le­giato ai cal­cia­tori rispetto agli altri pale­sti­nesi. Da sem­pre ripete che sulla “sicu­rezza” non fa sconti a nes­suno ed è pro­ba­bile che i col­lo­qui tra le due fede­ra­zioni e la media­zione della Fifa pro­dur­ranno sono cam­bia­menti cosme­tici. D’altronde appena qual­che giorno, appena dopo l’incontro tra Sepp Blat­ter e Neta­nyahu, durante il quale il primo mini­stro aveva espresso ampia dispo­ni­bi­lità a risol­vere i pro­blemi, il nazio­nale pale­sti­nese Sameh Maraa­bah è stato fer­mato e dete­nuto al valico di Allenby per “ragioni di sicu­rezza” e rila­sciato solo dopo diverse ore.

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