Colonizzazione a Gerusalemme di Sergio Yahni


Colonizzazione a Gerusalemme

Ad agosto di quest’anno, due giorni prima del primo incontro tra i team di negoziatori di Israele e OLP, il Ministero dell’Interno ha finalizzato il piano di costruzione di 890 nuove unità abitative a Gilo. Si è trattato della fase finale del piano “Gilo-Southern Slopes”, che espanderà la colonia verso Beit Jala e il monastero di Cremisan. La proposta è uno dei più vasti progetti residenziali approvati a Gerusalemme negli ultimi anni ed è particolarmente problematico perché non si limita alla costruzione entro i confini municipali, ma si espande oltre. 
di Sergio Yahni
Con una popolazione di 40mila persone, Gilo è stata fondata nel 1971 come parte dell’anello di colonie costruito interno a Gerusalemme dopo la guerra del 1967. Il piano “Gilo-Southern Slopes” è stato approvato nel dicembre 2012 e nel luglio 2013 il Comitato Distrettuale per la Costruzione ha approvato un piano revisionato. A novembre, il Ministero dell’Abitazione e l’Israel Land Authority hanno cominciato a pubblicizzare 700 unità abitative nuove a Gerusalemme: 387 a Ramat Shlomo e 311 a Gilo. Inoltre, le autorità hanno deciso la rimessa sul mercato di 250 unità a Gilo e 130 ad Har Homa. I partecipanti al bando di gara visiteranno l’area il 17 dicembre.

 Ad agosto il ministro dell’Abitazione, Uri Ariel, e il sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat, hanno preso parte ad una cerimonia per la posa della prima pietra di una nuova colonia israeliana a Jabal Mukkaber. Sarà costruita da Be’emuna, compagnia privata che si rivolge a gruppi religiosi. Il nuovo insediamento sarà costruito tra il quartiere di Jabal Mukkaber e la colonia di Harmon Hanatziv e prevederà 63 nuovi palazzi. Le unità abitative sono già state messe in vendita cinque anni fa da un’agenzia immobiliare, tuttavia i permessi di costruzione sono giunti in ritardo per ragioni politiche. 
Non si tratta della prima colonia a Jabal Mukkaber: vicino c’è Nof Zion, un grande insediamento residenziale circondato da un muro. Come successo per Nof Zion, la costruzione della nuova colonia è affidata ad una compagnia privata specializzata in immobili per gruppi religiosi. 
Secondo Israel Zeira, proprietario di Be’emuna, solo le colonie possono ridurre gli alti costi delle case in Israele. In un editoriale pubblicato su “Market” – l’inserto di finanza di Ha’aretz – il 15 novembre, Zeira dice che le più grandi agenzie immobiliari israeliane investono nella costruzione coloniale e non credono che il negoziato con i palestinesi danneggerà i loro investimenti. 
Le agenzie immobiliari e i costruttori non commettono un suicidio – dice Zeira – Rami Levy ha investito oltre 20 milioni nella colonia di Ma’ale Adumim e Supersol non teme di entrare in quell’area. Anche compagnie di primo livello come Haim Zakan investono decine di milioni di shekel, perché credono nell’espansione di queste comunità. Ritengono che non si tratti di un capriccio politico”. 
(tradotto da AIC Italia/Palestina Rossa)
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