La destra Israeliana prende di mira i libri di testo.
I partiti conservatori fanno pressione per rimuovere la storia palestinese dal programma scolastico.
di Jonathan Cook
Nazareth,
Israele – Il governo di destra israeliano e i suoi sostenitori sono
accusati di fomentare un clima di crescente intimidazione e intolleranza
nelle scuole e tra i gruppi che lavorano per una soluzione pacifica del
conflitto israelo-palestinese.
Gli
ultimi tentativi della destra di soffocare il dissenso hanno incluso la
censura dei libri di testo e il tentativo di mettere a tacere le
organizzazioni che sollevano inquietanti interrogativi su Israele e il
suo passato – in quello che sembra essere l’intensificarsi di una guerra
per le menti degli israeliani.
Gruppi
alleati al governo hanno cercato di impedire la recente programmazione a
Tel Aviv di una conferenza internazionale che esaminava gli avvenimenti
che circondano la creazione di Israele nel 1948 – conosciuti come
“Guerra di Indipendenza” dagli israeliani e “Nakba”, o catastrofe, dai
palestinesi.
Allo
stesso tempo, è venuto alla luce che uno dei gruppi di estrema destra
coinvolti, Im Tirtzu, aveva avviato una campagna per chiudere
l’organizzazione responsabile della conferenza, Zochrot, accusandola di
aver violato la legge israeliana per “rifiuto dell’esistenza di
Israele”.
Zochrot
ha sfidato il più grande tabù di Israele: il diritto di milioni di
palestinesi di ritornare nelle case da cui loro e i loro antenati furono
espulsi nel 1948. Molti israeliani si oppongono con forza a tale
iniziativa in quanto ritengono che essa comporti la fine dell’ebraicità
del loro stato.
Eitan
Bronstein, fondatore di Zochrot, ha detto che la conferenza di due
giorni ha subito particolari minacce dalla destra. “Per la prima volta
abbiamo ipotizzato il diritto al ritorno più che solo teorico,” ha
dichiarato.
“Questa
volta ha avuto grande risalto considerare come possiamo implementare il
ritorno. I profughi ci hanno fornito perfino modelli simulati al
computer di come potrebbe essere realizzato in pratica.”
La
tempistica è imbarazzante per Israele in quanto i colloqui di pace con i
palestinesi, a lungo in fase di stallo, sono stati rilanciati di
recente sotto la pressione degli Stati Uniti. Una delle questioni chiave
per giungere a una soluzione è se sarebbe stato permesso ai profughi di
ritornare ai più di 500 villaggi successivamente distrutti da Israele
Più
in generale, i gruppi di estrema destra vicini al governo di Benjamin
Netanyahu hanno cercato i modi per bloccare i finanziamenti alle
organizzazioni che sono ritenute essere troppo critiche nei confronti di
Israele o che operano per la tutela dei diritti umani dei palestinesi
sotto occupazione.
Apprendimento politicizzato
Durante
l’estate, uno dei partiti della coalizione di governo ha introdotto una
legislazione per bloccare quei finanziamenti per quella che definisce
attività “anti-israeliana”.
Un
gruppo di destra che ha contribuito a redigere la legislazione, la ONG
Monitor, ha usato la conferenza di Zochrot per mettere in risalto
l’illegittimità del finanziamento estero.
Yitzhak
Santis, un funzionario della ONG Monitor, ha dichiarato che i
sostenitori europei della conferenza avevano cospirato in un evento che
equivale a un “appello per la eliminazione di Israele come stato-nazione
del popolo ebraico”.
Pure
il governo è finito nel mirino per i suoi tentativi crescenti di
vigilare il programma scolastico al fine di rimuovere i riferimenti alla
Nakba e sminuire i diritti dei cittadini palestinesi di Israele che
costituiscono un quinto della popolazione.
Le
revisioni al programma di educazione civica che tutti gli studenti
devono studiare per passare l’esame di maturità, sono stati criticati in
un rapporto che ha messo in dubbio che l’approccio ultranazionalistico
del ministero dell’istruzione sia “compatibile pure con un regime
democratico.”
I
nuovi libri di testo riprendono la legislazione in corso di
elaborazione da parte dei membri della coalizione di governo per
definire il carattere di Israele come patria esclusiva del popolo
ebraico e per porre l’accento sul fatto che solo gli ebrei in Israele
hanno il diritto dell’autodeterminazione.
Halleli
Pinson, una professoressa di pedagogia alla Università Ben Gurion di
Beersheva che ha condotto lo studio, ha detto che sempre di più emergeva
all’interno delle scuole israeliane un “regime di terrore”.
“I
valori democratici, liberali, umani vengono considerati ora
irragionevoli tra i funzionari dell’istruzione,” ha ammesso. “Viene
ritenuto che essi compromettano lo status di Israele come stato ebraico.
Ora l’unica prospettive che viene promossa nel campo dell’istruzione è
di destra.”
Alla
recente conferenza per il diritto al ritorno, studiosi locali e
internazionali hanno discusso piani concreti per riportare in Israele i
profughi palestinesi.
Le
restrizioni all’accesso in Israele, stanno a significare che pochi
profughi palestinesi provenienti da fuori Israele hanno potuto
partecipare. Però vi hanno preso parte diversi profughi palestinesi
interni, con la cittadinanza israeliana. Nonostante la loro
cittadinanza, come agli altri profughi viene loro sbarrato il ritorno ai
propri villaggi. La conferenza è stata tenuta all’Eretz Israel Museum,
un prestigioso museo archeologico di Tel Aviv.
“Ricordare”
Zochrot,
che significa “ricordare” in ebraico, è la prima organizzazione che
cerca di educare i giovani israeliani riguardo la Nakba. Fin dalla sua
fondazione nel 2002, ha condotto migliaia di israeliani a visitare i
villaggi distrutti lasciando cartelli in ebraico e in arabo che
identificano strade, cimiteri ed edifici perduti come moschee, chiese e
scuole, suscitando spesso l’ostilità dei residenti ebrei del posto.
Come
parte della sua missione, Zochrot ha realizzato dei kit per insegnanti
sulla Nakba, anche se i funzionari dell’istruzione hanno impedito loro
l’accesso alla aule scolastiche. Il ministero ha pure cercato di
impedire agli insegnanti di prendere parte a tempo perso ai seminari di
Zochrot.
Lo
scorso anno Zochrot ha costituito un archivio di film che documentano
le testimonianze dei veterani israeliani della guerra del 1948. Nelle
riprese molti parlano per la prima volta dei crimini di guerra commessi e
di aver effettuato operazioni di pulizia etnica.
Il
lavoro dell’organizzazione è una diretta sfida ai tentativi del governo
di sopprimere la discussione sugli eventi che circondano la fondazione
di Israele.
Nel
2008, poco prima di diventare primo ministro, Benjamin Netanyahu
dichiarò che avrebbe messo uno stop a che gli israeliani vengano a
conoscenza della Nakba. Facendo riferimento al programma scolastico,
egli disse [in ebraico]: “La prima cosa che faremo è quella di rimuovere
la Nakba.”
Tre
anni dopo, il governo di Netanyahu ha approvato una legge che esclude
le pubbliche istituzioni, comprese scuole e biblioteche, dal beneficio
dei finanziamenti statali se fanno riferimento alla Nakba.
Bronstein
ha detto che la crescente importanza e combattività di Zochrot nel
mettere in discussione la tradizionale narrativa di Israele riguardo al
1948 gli ha inimicato il governo e i suoi sostenitori.
“Dato
che diventa più difficile ignorare il nostro lavoro e noi diveniamo più
conosciuti, la destra è divenuta più aggressiva nei metodi che usa nei
nostri confronti.
Lo
scorso anno, la polizia circondò gli uffici di Zochrot a Tel Aviv nel
giorno in cui gli israeliani celebrano la loro “indipendenza” e i
palestinesi commemorano la Nakba per impedire che il personale
partecipasse a un evento in una piazza centrale durante il quale
avrebbero letto i nomi dei villaggi palestinesi distrutti.
La
polizia, che arrestò tre membri di Zochrot che avevano cercato di
liberarsi dal cordone, giustificò l’azione in base al fatto che il
gruppo in piazza avrebbe corso il rischio di essere aggredito dalla
folla.
A
guidare l’attacco a Zochrot fu un movimento giovanile di estrema destra
noto come Im Tirtzu. Bronstein ha detto che il gruppo aveva lavorato a
stretto contatto con il governo nella stesura della legge sulla Nakba.
Le indagini dei
media israeliani hanno evidenziato che parte del finanziamento di Im
Tirtzu proviene dall’Agenzia Ebraica, che, in Israele, gode di uno
status semigovernativo. Il gruppo è noto per essere vicino ai principali
ministri del governo, tra cui il ministro dell’interno, Gideon Saar,
che è stato il relatore principale alla sua conferenza annuale del 2010.
Egli ha descritto il lavoro di Im Tirtzu come “benedetto” ed
“estremamente vitale”.
E’
stato riferito che gruppi di estrema destra, compreso Im Tirtzu,
abbiano fatto forti pressioni politiche sull’Erez Museum perché
cancellasse la conferenza di Zochrot, includendo una campagna di
boicottaggio contro il museo nel caso in cui l’evento fosse andato
avanti.
All’ultimo
minuto, i funzionari del museo, tesi, hanno cercato di cambiare le
condizioni di svolgimento della conferenza. Hanno richiesto a Zochrot di
finanziare guardie di sicurezza extra per proteggere il luogo dalle
proteste della destra e di oscurare sul poster e sugli inviti i
riferimenti a “Sheikh Muwannis”, il villaggio palestinese distrutto sul
cui terreno è costruito il museo.
Zochrot
si è rifiutato e il museo ha ceduto solo dopo che gli avvocati hanno
minacciato di citarlo in giudizio per violazione contrattuale. Michael
Sfard, rappresentante di Zochrot, ha definito le richieste del museo
“illegali” e ha detto che costituivano una “discriminazione
intellettuale e ideologica”.
Gruppo “fascista”
Gli
sforzi di Im Tirtzu di bloccare la conferenza hanno fatto seguito alle
rivelazioni dei inizi di questo anno secondo cui il suo direttore, Ronen
Shoval, aveva reclutato investigatori privati per spiare le
organizzazioni di sinistra quale Zochrot. Gli investigatori avevano
fatto irruzione negli uffici di Michael Sfard, un eminente avvocato per i
diritti umani, e avevano rubato documenti relativi a queste
organizzazioni.
Le
rivelazioni sono emerse nel corso di un caso giudiziario in cui Im
Tirtzu aveva denunciato otto attivisti per averlo definito “fascista” su
Facebook. In una situazione umiliante per il movimento e il governo, il
giudice del caso ha avallato gli attivisti dopo aver ascoltato gli
esperti israeliani sul fascismo sostenere che la descrizione era
giustificata.
Un
altro gruppo di estrema destra, la ONG Monitor, ha lavorato a stretto
contatto con il governo per cercare di bloccare la principale fonte di
finanziamento, dovuta ai governi europei, per le organizzazioni di
sinistra e dei diritti umani in Israele.
Bronstein
ha affermato che, lo scorso anno, la ONG Monitor aveva persuaso un
finanziatore tedesco, la Fondazione EVZ, a ritirare il suo denaro.
Un
tentativo del governo di redigere la legislazione per bloccare i
finanziamenti esteri è stato abbandonato nel 2011, senza fare storie,
per la pressione degli Stati Uniti e dell’Unione Europea.
Tuttavia,
uno dei partner della coalizione di governo di Netanyahu, il Partito
della Casa Ebraica, in estate ha annunciato che avrebbe riportato in
auge la legislazione. Le organizzazioni che mettono in discussione le
istanze democratiche di Israele o supportano indagini contro soldati
israeliani per crimini di guerra avranno davanti a sé la prospettiva
della chiusura.
Jafar
Farah, direttore di Mossala, un gruppo di pressione politica della
minoranza palestinese in Israele, ha detto che molti finanziatori ora
“erano impauriti” a causa della campagna.
“Dato
l’obiettivo di questa campagna di intimidire i donatori riscuote
successo, per le organizzazioni dei diritti umani e per le
organizzazioni arabe in Israele il finanziamento inizia a esaurirsi,” ha
affermato.
Ha
fatto riferimento alla decisione di uno dei principali donatori, la
Fondazione Ford, di interrompere i progetti di finanziamento in Israele a
causa della pressione.
“pregiudizi liberali”
Nel
frattempo, il governo è stato di recente duramente criticato per la
concessione data a un altro gruppo di estrema destra, l’Istituto per le
Strategie Sioniste, di rivedere i libri di testo usati nelle scuole per
preparare gli allievi all’esame di maturità, come parte delle iniziative
per rendere il programma di studi più apertamente nazionalista.
Il
ministero dell’istruzione ha svolto una revisione dei libri di testo
alla ricerca di segni di “pregiudizio liberale”, tra cui libri di storia
che fanno riferimento alla Nakba.
Il
campo di battaglia principale, tuttavia, è stato quello dei corsi di
educazione civica, l’unica parte del programma che affronta temi come la
democrazia, i diritti umani, l’uguaglianza e i principi universali di
cittadinanza.
L’anno
scorso il supervisore del ministero dell’istruzione del programma di
educazione civica, Adar Cohen, è stato licenziato nonostante una
petizione di centinaia di insegnanti di educazione civica che si
opponeva alla decisione.
Era
stato criticato dalla destra per la pubblicazione di un libro di testo
che conteneva riferimenti al Rapporto Golstone, una missione di
inchiesta delle Nazioni Unite che ha criticato Israele per il compimento
di quelli che sembravano essere crimini di guerra durante l’attacco a
Gaza dell’inverno 2008-2009.
Asher
Cohen, un membro di alto grado dell’Istituto per le Strategie Sioniste,
è stato nominato a capo della commissione educazione civica del
ministero. Fondato da leader dei coloni, l’Istituto è fortemente
dipendente dai finanziamenti dei gruppi neoconservatori di Washington.
A
un altro membro dell’Istituto, Aviad Bakshi, è stata data la
supervisione esclusiva sulla riscrittura del principale testo di
educazione civica, Essere Cittadini di Israele, dopo che la destra si era lamentata che era troppo critico nei confronti del paese.
Lo
studio della Pinson della Ben Gurion University ha trovato che la nuova
edizione propendeva pesantemente verso una concezione nazionalistica di
Israele che promuoveva le caratteristiche di uno stato ebraico a
scapito dei principi democratici.
“L’influenza
dell’Istituto per le Strategie Sioniste è evidente nel nuovo libro di
testo. La prospettiva è molto inquietante, in quanto le minoranze in
Israele non dovrebbero avere il diritto di influenzare la sfera
pubblica.”
Il ministero dell’istruzione non si è reso disponibile per un commento.
Yousef
Jabareen, direttore di Dirasat, un centro di politica sociale di
Nazareth che ha commissionato il rapporto, ha dichiarato di aver
ricevuto numerose denunce da parte di insegnanti nelle scuole arabe di
Israele.
“Riferiscono
che trovano impossibile insegnare il programma di studi in quanto il
suo messaggio è contrario alla parità e all’integrazione,” ha affermato.
”E’ particolarmente problematico perché questi argomenti sono
obbligatori e gli alunni non possono immatricolarsi senza aver superato
l’esame di educazione civica”.
La
Pinson ha detto che il libro ha pure implicitamente accusato i
cittadini palestinesi del paese della discriminazione cui sono esposti,
tra cui la difficoltà di trovare lavoro. Ha riferito che il messaggio
implicito era “come se la minoranza araba stessa fosse responsabile per
la sua scarsa partecipazione alla forza lavoro.”
(tradotto da mariano mingarelli)
La destra israeliana prende di mira i libri di testo
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