Gideon Levy : Quando si tratta di ipocrisia, Rohani non è una sfida per Netanyahu

 

Prime Minister Benjamin Netanyahu during the weekly gov't conference in Jerusalem. May 24th, 2013.

 Di Gideon Levy | settembre 29, 2013
Sintesi personale
Così  il primo ministro Benjamin Netanyahu ha risposto al discorso del presidente iraniano Hassan Rohani presso l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite . "  Il discorso era pieno di ipocrisia. Teheran sta prendendo  tempo."

Netanyahu è uno statista che  sa fare  discorsi ipocriti che giocano sul  tempo  come a  Bar-Ilan sul processo di pace . Forse Rohani ha preso  tale abilità da Netanyahu.

Quindi cosa farà Netanyahu questa settimana  alle Nazioni Unite? Riuscirà a sventolare la mappa di Auschwitz  come ha fatto nel 2009? Riuscirà a disegnare la linea rossa per il programma nucleare iraniano, come ha fatto l'anno scorso? Magari  porta con sè  un sopravvissuto all'Olocausto sul podio . Sicuramente parlerà dello spirito di Monaco  merce stantia che nessuno vuole più comprare.

Come Netanyahu sa che Rohani sta mentendo? Forse lo sta facendo o forse no. Netanyahu non lo sa, non può saperlo. Invece di uscire fuori   i delegati di Israele avrebbero dovuto ascoltare Rohani e gli avrebbero dovuto dare una possibilità,lasciare che il presidente iraniano e la sua gente vedano che questo nuovo approccio è positivo  per loro.

Invece di sguazzare in minacce di attentati  che stanno diventando assurde e irrilevanti, Israele avrebbe dovuto unirsi alla comunità delle nazioni, almeno una volta. Quella comunità è stanca di guerre e bombardamenti e sta cercando di portare avanti una soluzione diplomatica.

Non sarebbe così terribile se Israele per una volta facesse parte della famiglia delle nazioni . Questa lussuria da bombardamento solleva pensieri terribili circa il cammino di Israele. Sembra che sia l'unica lingua in cui Israele crede quando si tratta di Teheran, Gaza, una flottiglia turca o di un villaggio palestinese di pastori. Una segreta lussuria da bombardamento è stata vista anche qui verso Damasco . Anche i successi in campo siriano non hanno cambiato nulla. Bombardare è la nostra strada.

Israele è ora costretto ad ammettere che le sanzioni economiche contro l'Iran hanno funzionato. Senza di esse, anche i funzionari israeliani lo ammettono, il vento nuovo reale o illusorio non sarebbe soffiato da Teheran. Israele avrebbe dovuto far parte della   comunità che dà una possibilità.

Forse le sanzioni realmente sono veramente una soluzione ? Come facciamo a saperlo se non diamo una possibilità? Che cosa potrebbe essere più incoraggiante di questo? Cosa serve di più agli interessi di Israele ? Ma no Rohani sta mentendo. Bombardiamo.

Come il destino (e la fortuna) ha voluto, la Washington di Barack Obama e di  John Kerry stanno mostrando segni di indipendenza  e non  si  allarmano   per ogni capriccio di Israele. Il destino ha voluto che anche Mosca stia  mostrando segni di cooperazione per prevenire le guerre non necessarie. Questa dovrebbe essere una buona notizia per Israele.

Forse la spiegazione per lo strano comportamento di Israele è altrove. Il mondo ha visto che la pressione diplomatica ed economica di  uno stato che si fa beff delle decisioni della comunità internazionale può dare risultati. Forse scatterà  un'analogia con un altro Stato che palesamente  ha violato  le risoluzioni dell'ONU per decenni.

Il mondo non bombarda Israele, ma perché non dovrebbe imporre sanzioni economiche ? Obama ha già accennato al programma nucleare iraniano e alla questione palestinese come problemi simili. Se le sanzioni hanno lavorato in un caso, perché non dovrebbero funzionare in un altro?

Gli argomenti contro l'Iran da parte della comunità internazionale  sono giustificati, più o meno. Non meno giustificati sono gli argomenti contro Israele. Israele può seriamente sostenere che  ascolta l'opinione del mondo? Che attua le sue decisioni? Certo che no.

Ora il mondo sta imparando che le sanzioni funzionano. Il passo successivo potrebbe essere di prendere le stesse misure contro l'altro stato leader recalcitrante . Questo spaventa Israele. Dopo tutto  i discorsi sospettati di essere ipocriti e progettati solo per prendere   tempo non  escono solo da Teheran.

http://www.haaretz.com/opinion/.premium-1.549348

 When it comes to hypocrisy, Rohani is no challenge for Netanyahu

Maybe the sanctions really worked and Iran is reconsidering? But no, it’s automatic: Rohani is lying. Let’s bomb.

By | Sep. 29, 2013 | 1:12 AM | 10
 This is how Prime Minister Benjamin Netanyahu responded to Iranian President Hassan Rohani's speech at the UN General Assembly: The speech was full of hypocrisy. Tehran is playing for time.
Netanyahu is a statesman who knows a thing or two about hypocritical speeches that play for time. His Bar-Ilan address on the peace process was a model for such speeches. Maybe Rohani got the knack from Netanyahu.
So what will Netanyahu do this week in his appearance at the United Nations? Will he wave the map of Auschwitz, as he did in 2009? Will he draw the red line for Iran’s nuclear program, as he did last year? Maybe he’ll bring a Holocaust survivor to the podium with him. He’ll surely talk about the Munich spirit, that stale merchandise nobody wants to buy anymore.
How does Netanyahu know Rohani is lying? Maybe he is, maybe he isn't. Netanyahu doesn't know; he can’t know. Instead of walking out, Israel’s delegates should have listened to Rohani and given him a chance. Let the Iranian president and his people see that this new approach is good for them.
Instead of wallowing in bomb threats, which are becoming absurd and irrelevant, Israel should have joined the community of nations, at least once. That community has tired of wars and bombings and is trying to push forward a diplomatic solution.
It wouldn't be so terrible if Israel for once were part of the family of nations. But the impression is that for Netanyahu's Israel, anything less than a sortie to Iran isn’t a solution. This bombing lust raises dire thoughts about Israel's path. It seems it’s the only language Israel believes in when it comes to Tehran, Gaza, a Turkish flotilla or a Palestinian shepherd's village. A secret bombing lust was seen here toward Damascus as well. Even the successes in the Syrian arena have changed nothing. Bombing is our way.
Israel is now forced to admit that the economic sanctions on Iran have worked. Without them, even Israeli officials concede, the new wind, real or deceptive, would not be blowing from Tehran. Israel should have joined the community that gives it a chance.
Maybe the sanctions really worked and Iran is reconsidering? How will we know if we don't give it a chance? What could be more encouraging than this? What serves Israel's interests more? But no, it’s automatic: Rohani is lying. Let's bomb.
As fate (and luck) would have it, the Washington of Barack Obama and John Kerry is showing signs of independence, of not being alarmed by Israel's every whim. As fate would have it, Moscow too is showing signs of cooperation to prevent unnecessary wars. This should be good news to Israel as well. Perhaps the explanation for Israel's strange behavior lies elsewhere. The world has seen that diplomatic and economic pressure on a state that flouts the international community's decisions can yield results. Perhaps we’ll be hearing an analogy to another state that has also been blatantly flouting UN resolutions for decades.
The world won’t bomb Israel, but why shouldn't it impose economic sanctions if they solve problems? Obama has already mentioned the Iranian nuclear program and Palestinian problem as similar issues. If the sanctions worked in one case, why shouldn't they work in the other?
The arguments against Iran by the international community, including Israel, are justified, more or less. No less justified are the arguments against Israel. Can Israel seriously claim that it listens to the world's opinion? That it implements its decisions? Of course not.
Now the world is learning that sanctions work. The next step could be taking the same steps against the other leading recalcitrant state. This is frightening Israel. After all, speeches suspected of being hypocritical and designed only to play for time don’t only come out of Tehran.
 
 

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