Noam Chomsky: fumo e specchi, o libertà civili con Obama presidente
Mike Stivers per Truthout: Chiunque segua problemi di libertà civili sotto Obama, sa che le politiche della sua amministrazione sono state disastrose. La firma dell’Atto per l’autorizzazione alla difesa nazionale del 2012 (NDAA- National Defense Authorization Act), che di fatto legalizza la detenzione indefinita di cittadini statunitensi, il procedimento legale nei riguardi di un numero di delatori maggiore rispetto a quelli di qualsiasi altro presidente, il rifiuto di chiudere Guantanamo, e adottare posizioni spietate nei processi come quello di Hedges nei confronti di Obama e di Holder nei confronti del Progetto di legge umanitario non racchiudono neanche l’intera portata della violazione flagrante dei diritti civili, politici e costituzionali. Una domanda fondamentale che un sacco di gente sembra porsi, è: perché ? Quale è la logica?
Questa è una domanda interessante. Personalmente non mi sono mai aspettato nulla da Obama, e ho scritto al riguardo prima delle primarie del 2008. Pensavo che fosse fumo e specchi. Una cosa che mi ha sorpreso è il suo attacco alle libertà civili che vanno ben oltre qualsiasi cosa che avrei potuto prevedere e che non sono facili da spiegare. In molti modi la cosa peggiore è quella di cui lei parla, cioè Holder (procuratore generale degli Stati Uniti, n.d.t.) contro il progetto di legge umanitaria. E’ stata un’iniziativa di Obama ed è un attacco molto grave alle libertà civili. Obama non ci guadagna nulla, non ottiene alcun “rimborso” politico da questa. Infatti la maggior parte delle persone non ne sa nulla, ma il suo effetto è di estendere il concetto di “assistenza materiale al terrore” al discorso.
Il caso in questione era un gruppo di legali che forniva assistenza legale a gruppi che erano nella lista dei terroristi, che di per sé non ha alcuna giustificazione morale o legale, è un abominio. Se però si guarda al modo in cui è stata usata, diventa ancora più abominevole (Nelson Mandela era su questa lista fino a un paio di anni fa). E le parole usate nella conversazione hanno un significato abbastanza ampio che potevano anche significare che se, diciamo, ci si incontra con qualcuno di alcune persone che fa parte di un gruppo terroristico e si dà loro il consiglio di adottare mezzi non violenti, questa azione è considerata assistenza al terrorismo. Ho incontrato della gente che è sulla lista e continuerà a esservi, e Obama vuole criminalizzare questo fatto, il che costituisce un puro attacco alla libertà di parola. Non capisco proprio perché lo faccia.
La causa per l’NDAA, di cui sono querelante’ codifica al massimo la pratica già esistente. Mentre ci sono state delle proteste sulla clausola delle detenzione indefinita, c’è un aspetto di questa di cui non sono del tutto contento. L’unica protesta che si è levata è quella in reazione alla detenzione dei cittadini americani, ma non vedo perché dovremmo avere il diritto di arrestare qualcuno senza processo. La disposizione dell’NDAA che permette questo non dovrebbe essere tollerata. Era stata bandita otto secoli fa nella Magna Charta.
Lo stesso succede con le uccisioni fatte con i droni. C’è stata qualche protesta per l’uccisione di Anwar Al-Awlaki * perché era cittadino americano. E se qualcuno che non è cittadino americano? Abbiamo il diritto di ucciderli se il presidente ha voglia di farlo?
Sul sito della campagna elettorale di Obama del 2012, si dichiara chiaramente che Obama ha perseguito sei delatori in base all’Espionage Act (Legge sullo spionaggio). Pensa di fare appello a qualche tipo di elettori con questa affermazione?
Non so a quale base faccia appello. Se pensa di rivolgersi alla base nazionalista, ebbene, non voteranno comunque per lui. Questo è il motivo per cui non capisco questa cosa. Non penso che stia facendo nulla se non alienarsi la sua base naturale. Quindi ci deve essere qualche altra cosa.
Quello che è, è lo stesso tipo di impegno di allargare il potere esecutivo che avevano assunto Cheney e Rumsfeld. E’ come se Obama introducesse dei termini melliflui e c’è poca differenza nel suo tono. Non è crudele come i toni dei due personaggi citati, ma è piuttosto difficile vederci molta differenza.
Si estende anche ad altri sviluppi, della maggior parte dei quali so poco, come lo stato di sorveglianza che si sta costruendo e la capacità di raccogliere informazioni per via elettronica. E’ un attacco enorme allo spazio personale e alla privacy. Fondamentalmente non resta nulla. E le cose peggioreranno con le nuove tecnologie per i droni che si stanno evolvendo e che vengono fornite alle forze di polizia.
Quella espansione dello stato di sorveglianza la vede come un altro aspetto dell’ espansione del potere esecutivo?
E’ un enorme espansione del potere esecutivo. Dubito che possano fare molto con queste informazioni che si stanno accumulando. Ho avuto molta esperienza con l’FBI in anni più semplici quando non avevano tutta questa roba, ma avevano tonnellate di informazioni dove potevano proprio affogare e non sapevano come usarle. E’ come entrate nella Biblioteca pubblica di New York e dire “Voglio fare il chimico”. Lì potete trovare tutte le informazioni, ma non saranno di alcuna utilità.
Questo potrebbe cambiare con capacità potenziate di tecnologia e di ricerca?
Ci saranno nuovi modi di “setacciare” elettronicamente i dati per raccogliere cose che sembrano collegamenti sospetti, che per lo più non significheranno nulla, ma potrebbero trovare alcune cose. E’ come nel caso delle uccisioni con i droni. C’è quella che sia chiama “Intelligence” A volte significa qualche cosa, altre volte non significa nulla. Significa anche che se si hanno sospetti su qualcuno per qualche motivo, qualunque esso sia, si può andare là e trovare ogni genere di materiale incriminante. Può essere non legalmente incriminante, ma sarà usato per intimorire le persone, con la minaccia di diffondere notizie che la gente intendeva mantenere private.
Pensa che il dissenso verbale non violento potrebbe alla fine venire criminalizzato?
Potrebbe venire criminalizzato, Chiunque abbia dato almeno un’occhiata all’applicazione della legge, sa che una delle tecniche è cercare di costringere a una confessione al patteggiamento, usando soltanto materiale che la persona non vuole sia pubblicizzato. E’ un fatto molto comune. Si può minacciare di rivelare qualche cosa anche se non è accaduta oppure se è soltanto una voce. Questa è un’arma potente per fare in modo che la gente collabori o si sottometta, e sospetto che vedremo molte di queste situazioni. Ne vediamo già molte nei tribunali penali. La maggior parte dei casi non vanno in tribunale. Sono decisi, e tanti sono decisi in questo modo.
C’è un’allarmante citazione di Chris Hedges in riferimento al procedimento del NDAA. Ha detto: “Se perdiamo [la causa], il potere dei militari di arrestare i cittadini, di privarli del giusto processo, e di tenerli indefinitamente in prigioni militari, diventerà una realtà terrificante.”Quanto peso ha questo caso?
Abbiamo già perduto quel diritto. Se si guarda ai sistemi criminali e alle popolazioni realmente oppresse, come la popolazione maschile di colore, per loro il giusto processo è talvolta esistente, ma nella grande maggioranza non lo hanno proprio. Non si può assumere un avvocato, non si può avere una difesa decente, e non si hanno risorse. Ecco in che modo si riempiono le prigioni.
Lei pensa che la sinistra, in generale, potrebbe diventare un’altra popolazione oppressa nel futuro?
Non credo che ci sia una grande minaccia. Dubito che ci sarà nulla di simile a ciò che c’era negli anni ’60. Non siamo affatto vicini ai giorni del COINTELPRO (Counter Intelligence Program – Programma di controspionaggio) ** In quel caso era l’FBI, e la cosa era molto dura. Si è arrivati fino all’assassinio politico. E, di nuovo, il peggio era diretto verso la gente di colore. E’ più difficile attaccare bianchi privilegiati.
E’ lo stesso con le guerre alla droga. La polizia può andare al centro di Harlem e prelevare per strada un ragazzo con uno spinello, ma non possono andare in appartamenti eleganti e acchiappare un agente di cambio che sta sniffando cocaina.
Si può vedere la stessa cosa a proposito delle percentuali di reclusione, che stanno aumentando in modo vergognoso. Tutto è iniziato con Reagan. Ha iniziato una guerra per la razza. C’è un ottimo libro di Michelle Alexander: The New Jim Crow ][ Il nuovo Jim Crow]. L’autrice fa notare, e ha del tutto ragione, che è molto simile a ciò che è accaduto dopo la ricostruzione, quando la schiavitù era stata tecnicamente eliminata, ma si è proprio trasformata in criminalizzazione della vita della gente di colore. Si finiva con l’avere gran parte delle persone di colore, soprattutto popolazione maschile in carcere che sono diventati forza lavoro a basso costo. Questa è una cosa ben radicata nella storia americana. Non sarà facile districarla. I bianchi privilegiati della sinistra non saranno comunque mai soggetti a questo. Hanno troppo potere politico.
In che modo il complesso militare-industriale e le forze di mercato in generale, perpetuano questi sistemi di ingiustizia?
Moltissimo. Guardate soltanto le percentuali attuali di incarcerazione. Sono spinte da sistemi di prigioni privatizzate. Lo sviluppo della tecnologia per la sorveglianza è ormai altamente commercializzata. Lo stato commercializza molte delle sue attività, come fanno anche i militari. Sono sicuro che ci fossero più contractors che soldati in Iraq.
C’è un qualche modo in cui la riforma politica ed economica – come per esempio, rovesciare Citizens United -(organizzazione conservatrice statunitense senza scopo di lucro) potrebbe tenere a freno questi complessi industriali?
Ebbene, non penso che sia probabile che Citizens United venga rovesciata, ed è, naturalmente, una brutta decisione, ma ha delle giustificazioni. E ci sono alcuni libertari civili come Glenn Greenwald che la ha più o meno giustificata per motivi di libertà di parola. Non sono d’accordo, ma posso capire l’argomentazione.
D’altra parte cose come la detenzione senza processo, ebbene questo colpisce proprio il cuore della legge anglo-americana che risale al tredicesimo secolo; è la parte principale della Carta delle libertà, il cuore della Magna Carta. Aveva uno scopo limitato: era soprattutto per gli uomini liberi.
E’ interessante vedere il modo in cui il giusto processo viene ora reinterpretato dal Dipartimento della giustizia di Obama riguardo alle uccisioni con i droni. Al procuratore generale Eric Holder è stato chiesto perché l’Amministrazione Obama uccideva le persone senza il processo dovuto. Ha detto: che c’era il giusto processo, perché ne discutono all’interno del ramo esecutivo. Al re Giovanni nel tredicesimo secolo [questa risposta] sarebbe piaciuta moltissimo. Fra due anni ci sarà l’ottocentesimo anniversario della Magna Carta, e sarà un funerale. Non soltanto questo, ma ogni altro aspetto. Prendete la detenzione illegale. Una delle disposizioni della Magna Carta è che non si può mandare nessuno oltremare per punizione. Gran parte del mondo oggi partecipa alla detenzione illegale.
C’è potenziale per un risarcimento legale in casi come quello di Hedges contro Obama? Quanto è fattibile quella strategia?
Ebbene, Chris Hedges mi ha chiesto di partecipare e sono uno dei querelanti. Credo che sia una strategia fattibile. L’NDAA non è però di affatto il peggiore. Il caso di Holder contro il Progetto di legge umanitaria è certamente peggiore. Vale certamente la pena di attuare strategie legali ed esse possono conseguire dei risultati. Il nostro sistema di legge è difettoso, ma è sempre un sistema di legge. Non è come in Arabia Saudita.
C’è stata notevole indignazione rispetto al caso di Bradley Manning – che cosa pensa della campagna per sostenerlo?
Bradley Manning è un altro caso di violazione radicale della Magna Charta. C’è un individuo, un cittadino americano. E’ tenuto in prigione senza processo da circa un anno e mezzo, la maggior parte di cui in isolamento, il che è una tortura, e non avrà mai un processo civile, ma un processo militare, se mai lo avrà.
E’ piuttosto notevole vedere che cose come questa sono accettabili e neanche degne di commenti. E Bradley Manning non è neanche il caso peggiore. Prendiamo il caso del primo prigioniero di Guantanamo che è andato a quello che viene chiamato “processo” sotto Obama. Il suo nome è Omar Khadr. Date un’occhiata alla sua storia. E’ un ragazzo di 15 anni, è nel suo villaggio in Afghanistan. Dei soldati invadono il villaggio, quindi spara contro di loro, cercando di difenderlo. Questo lo rende un terrorista. Viene quindi mandato alla base aerea di Bagram in Afghanistan, che è peggiore di Guantanamo. Non c’è la Croce Rossa, non c’è supervisione, nulla di nulla. E’ stato lì per un paio di anni, e poi è stato mandato a Guantanamo per un altro paio di anni. Finalmente è arrivata un’occasione di avere un’udienza davanti a un tribunale militare. Per la cronaca, tutto questo è avvenuto per lo più sotto Obama. Ai suoi avvocati è stato detto: avete due scelte: potete dichiararlo colpevole e avere la condanna a altri 8 anni a Guantanamo, o dichiararlo innocente, nel qual caso starà qui per sempre. Queste sono le scelte concesse ai suoi avvocati, praticamente usando queste parole. Gli hanno quindi detto di dichiararsi colpevole. In realtà Omar è un cittadino canadese, e sebbene avrebbero potuto tirarlo fuori in qualsiasi momento volessero, il Canada finalmente ha avuto il coraggio di calpestare i piedi al suo padrone, e ha chiesto che venisse rilasciato, sebbene resti in prigione.
Il punto è che noi lo accettiamo. Non c’è praticamente alcuna protesta per il fatto che un ragazzo di 15 anni venga trattato in quel modo.
E’ possibile che possiamo vedere una rinascita del movimento di giustizia globale degli anni ’80 per dare inizio a movimenti su vasta scala contro queste pratiche e queste politiche?
C’è un movimento per la giustizia globale che e fa un lavoro importante, ma non si conforma al sistema dottrinale prevalente dei potenti, per cui non riesce a diventare visibile pubblicamente. C’era un rapporto interessante pubblicato di recente dall’Open Society Institute (Istituto per una società aperta), “Globalizzare la tortura”. C’erano degli aspetti molto interessanti riguardo a questo. Non è stato molto commentato, ma Greg Grandin, l’analista politico specialista di America Latina all’Università di New York, ha scritto un commento molto interessante in proposito. Ha detto che se si guarda alla carta geografica dei paesi che hanno partecipato alle pratiche di tortura degli Stati Uniti e questa, ricordatelo, è una violazione della Magna Charta, si scopre che la maggior parte del mondo vi ha partecipato. La maggior parte dell’Europa, Medio Oriente, Asia e Africa. C’era soltanto un’omissione impressionante: l’America Latina. Non c’era un solo paese latino-americano che partecipava. Ed è straordinario perché l’America Latina era solita essere sotto il dominio degli Stati Uniti. Facevano quello che volevamo o altrimenti avremmo rovesciato i loro governi. Inoltre, durante tutto quel periodo, l’America Latina era uno dei centri mondiali della tortura. Ora però si sono liberati abbastanza, e sono quindi l’unica zona del mondo che non ha partecipato. Questo aiuta a capire l’odio appassionato di Chávez e di Morales e di altri che hanno tirato fuori l’America latina dall’influenza degli Stati Uniti. Questi sono cambiamenti molto importanti che dimostrano che le cose si possono fare.
Nel tempo della sua attività di militante e di e scrittore, lei vede degli stati che seguono una traiettoria che vada verso maggiore apertura, trasparenza e affidabilità, ovviamente con dei movimenti che aiutino questo, o li considera come più opachi, incomprensibili ed esclusivi?
Queste cose vanno sempre in parallelo. Per molti aspetti è più aperta e trasparente. Ma c’è una reazione quando si cerca di restaurare l’ubbidienza, la passività e le strutture di potere. Questa lotta è andata avanti in tutto il corso della storia. Per centinaia di anni si muovono verso l’apertura, la libertà e la giustizia. Come ha detto Martin Luther King, l’arco della storia è lungo, ma si piega verso la giustizia. E’ molto lento, e spesso si piega all’indietro e questo vale fondamentalmente per qualsiasi movimento a cui possiate pensare. I diritti civili, i diritti delle donne, la libertà di espressione, ecc. E dovremmo ricordare che, in molti di questi movimenti, gli Stati Uniti sono stati i leader mondiali. La libertà di parola è protetta negli Stati Uniti, più che in qualsiasi paese che conosca – certamente di più che nei paesi europei, in tutti i modi. E, tra l’altro, non è nella Dichiarazione dei diritti. Viene soprattutto dai Casi della Corte Suprema degli anni ’60, alcuni dei quali nel contesto del movimento dei diritti civili. Questo è quello che fanno i movimenti popolari su vasta scala. Fanno andare avanti le cose.
Vede il potenziale per un movimento come reazione alla recente politica e pratica riguardo alla sorveglianza?
Ci dovrebbe essere. Nessuno avrebbe potuto prevedere che cosa è successo negli anni ’60. Negli anni ’50, tutto era completamente morto. Ho vissuto in quegli anni, quindi lo so. C’era poco attivismo, poi, improvvisamente, sono cominciate ad accadere delle cose. Imprevedibilmente. un paio di ragazzi di colore si sono seduti a un bancone nella Carolina del Nord. *** Poteva finire lì. I poliziotti sarebbero potuti entrare e sbattere i ragazzi in prigione e tutto sarebbe finito. Invece da questo è nato un enorme movimento popolare. Potrebbe accadere di nuovo.
*http://it.wikipedia.org/wiki/Anwar_al-Awlaki
** http://en.wikipedia.org/wiki/COINTELPRO
***m http://www.colecchi.it/ipc/attivita/canzoni_anni_sessanta/storia/discriminazioni.html
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