Amos Oz : Il governo di Netanyahu è più che mai antisionista


Netanyahu government is Israel's most anti-Zionist ever, says Amoz Oz

Speaking to about 30 academics who are considering voting for Meretz, Oz compared Israel to an apartheid state and made angry predictions about its future.

1 Sintesi personale

Oz, un convinto sostenitore di  Meretz, ha dichiarato :  "Nella mia mente  il governo Netanyahu è il più anti-sionista governo   che  Israele abbia mai avuto. Si sta facendo di tutto perché non ci siano  due stati qui, ma uno  . E 'sorprendente che Abu Mazen [il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas] sia indebolito moralmente, finanziariamente, politicamente.  Si sta rafforzando sempre di più Hamas Forse  l'intenzione  è quella di  impedire  la possibilità di due stati  nella convinzione  che  gli ebrei possano  governare una maggioranza araba per un lungo periodo. Tutti gli stati  di apartheid del mondo  sono crollati  dopo pochi anni. Non  ci sarà un stato bi-nazionale, ma uno stato arabo."

Nell'esprimere il suo sostegno per il Meretz ,Oz ha precisato   che questo partito  è l'unico  ad affrontare seriamente  la questione del "se ci sarà o non ci sarà". Dinanzi a  a questa domanda  esistenziale  , Shelly Yacimovich è peggio di Ehud Barak. Barak è convinto che  'non esista  una soluzione.' Yacimovich  che  '. Non   sussiste il  problema' ". Meretz almeno sarà un'opposizione attiva e combattiva. "Il Partito laburista  si è piegato  ai governi della Likud per 15 anni. Che  cosa   ha fatto? Come ha  rallentare il tasso di insediamenti? cosa  ha fatto per fermare  la catastrofe della fine dello Stato del popolo ebraico ?"


Amos Oz

ARTICOLO ORIGINALE

Amos Oz: Not pleased with the direction Israeli is headed in. Photo by Ilan AssayagThe writer and Israel Prize laureate Amoz Oz harshly attacked Prime Minister Benjamin Netanyahu, as well as Labor chairwoman MK Shelly Yacimovich.

Oz, a staunch Meretz supporter, made the comments at a parlor meeting at the home of friends in Tel Aviv. Speaking to about 30 academics who are considering voting for Meretz, Oz compared Israel to an apartheid state and made angry predictions about its future.
"In my mind, the Netanyahu government is the most anti-Zionist government Israel has ever had. It is doing everything so there will be not two states here, but one," said Oz. "It is striking Abu Mazen [Palestinian Authority President Mahmoud Abbas] blow after blow - violent morale blows, financial blows and political blows. It is strengthening Hamas more and more. Perhaps that is the intention, to stop the chance for two states. They believe that Jews can rule over an Arab majority for a long time. No apartheid state in the world has lasted without collapsing after a few years."
Oz also told the gathering that if a two-state solution will not be implemented, "there will not be a bi-national state here but an Arab state."
In expressing his support for Meretz, Oz said the party is the only one to grapple fully with the question of "whether we will be or not be," and that "in this existential question, Shelly Yacimovich is worse than Ehud Barak. Barak said 'there is no solution.' Yacimovich says 'there is no problem.'" With reference to the new, centrist Yesh Atid party's chairman, Oz said: "I look at Yair Lapid who is concentrating on drafting yeshiva students. I am all in favor of drafting yeshiva students, but how will drafting yeshiva students help me if there is an Arab state here? These elections are over existential issues."
Referring to the former Kadima chairwoman, now heading her own party, Hatnuah, Oz said: "I have no guarantees that Tzipi Livni won't be the social affairs minister in the next Netanyahu government." He added: "I have no guarantees that Yair Lapid won't be the education minister in the next Netanyahu government. And what good can they do from within?"
In contrast, according to Oz, Meretz at least will be a fighting opposition. "The Labor Party has been crawling to Likud governments for 15 years now," he said. "It crawled under Shimon Peres, it crawled under Amir Peretz. And what good did it do? How did it slow the rate of settlements? How did it stop the catastrophe of the abolishment of the state of the Jewish people?"

Articolo qui 

 3    Amos Oz contro Netanyahu: «Distruggerà Israele»
Fonte: Davide Frattini - Corriere della Sera Sabato 12 Gennaio 2013 08:40 -
Davide Frattini

GERUSALEMME — Con il primo ministro concorda solo su un punto: le elezioni fra dieci giorni riguardano la sopravvivenza di Israele. Il premier Benyamin Netanyahu è convinto che la minaccia sia l'Iran, lo scrittore Amos Oz che sia Netanyahu. Profeta spirituale della sinistra israeliana — i critici lo paragonano con sarcasmo al rabbino Ovadia Yosef, leader dell'ultraortodosso Shas — Oz porta la campagna elettorale nei salotti di Tel Aviv dove (durante una serata raccontata dal quotidiano liberal Haaretz) intrattiene gli indecisi, quelli che non vogliono scegliere i partiti di centro ma neppure regalare un voto a perdere. Perché il romanziere spinge ancora per Meretz, malgrado il crollo del febbraio 2009: tre deputati e un imbarazzante ballo della sedia per decidere chi dovesse entrare in parlamento, un giro di danza che aveva cancellato l'inebriata conga della fondatrice Shulamit Aloni, quando vent'anni fa la formazione aveva vinto dodici seggi all'esordio. Meretz — ha spiegato Oz ai trenta accademici e intellettuali invitati a casa di amici — sarebbe l'unico partito a cogliere fino in fondo la questione esistenziale: «Ci saremo ancora e come saremo?». La strategia scelta da Netanyahu è la «più antisionista che questo Paese abbia mai subito», ha commentato secondo la ricostruzione di Haaretz: «Il suo governo sta facendo di tutto perché in questa regione non ci siano due Stati ma uno. Abbatte Abu Mazen un colpo dopo l'altro e rafforza Hamas un favore dopo l'altro. Bibi crede che gli ebrei possano comandare su di una maggioranza araba per molti anni. Nessuna nazione basata sull'apartheid ha resistito, sono tutte collassate. Se non nascerà lo Stato palestinese, qui non ci sarà uno Stato per due popoli, solo uno Stato arabo». I sondaggi dei quotidiani Maariv e Yedioth Ahronoth concedono a Meretz tra i cinque e i sei seggi. Gli elettori indecisi sono ancora tanti, almeno il 25 per cento e in questi ultimi giorni sono
corteggiati soprattutto dai tre partiti che affollano il centro (virato a sinistra) e che vorrebbero (per ora senza riuscirci) creare un blocco alternativo alla destra di Netanyahu. La laburista Shelly Yachimovich, Yair Lapid (da presentatore televisivo segue le orme del padre Tommy) e Tzipi Livni (tornata in politica con Hatnua, il Movimento) non sono riusciti a mettersi d'accordo. Ognuno sospetta l'altro/a di prepararsi a entrare nella coalizione del vincitore quasi sicuro Netanyahu. È quel che teme anche Amos Oz. «Chi vi assicura che Tzipi non diventerà il ministro per gli Affari Sociali del prossimo Bibi? O Yair il ministro dell'Educazione? E che cosa possono modificare dall'interno? Lapid combatte perché gli studenti delle scuole rabbiniche prestino il servizio militare. Sono d'accordo, però non si rende conto che se andiamo avanti così non ci sarà più l'esercito dove arruolarli».
Quattro anni fa a Meretz non era bastata la campagna Internet in stile Barack Obama, importata dagli Stati Uniti. Due strateghi dell'allora neopresidente, David Fenton e Tom Mazzei, erano venuti a spiegare come far fruttare il meccanismo dei blog e dei network sociali come Facebook. Quattro anni fa non era bastato il sostegno pubblico di Amos Oz, David Grossman e Abraham Yehoshua, il sacro trio della letteratura israeliana. Oz non cede davanti ai numeri del passato e a quelli futuri calcolati dai sondaggi: «Almeno noi saremo capaci di fare opposizione. Negli ultimi quindici anni i laburisti hanno strisciato sotto ai primi ministri del Likud. Hanno strisciato quando li guidava Shimon Peres, hanno strisciato quando il capo era Amir Peretz. Sono riusciti a rallentare le costruzioni negli insediamenti? Hanno fermato la catastrofe dell'abolizione di uno Stato per gli ebrei? No, essere al governo non ha portato nulla di buono». Il romanziere, nato a Gerusalemme nel 1939, non ha fiducia neppure in Shelly Yachimovich, l'ex giornalista televisiva che dirige il labour da un paio d'anni: «Non capisce il pericolo che stiamo correndo. Ehud Barak ripeteva "non c'è soluzione", Shelly pensa "non c'è il problema"».




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