Siria :Adesso l’Occidente è atterrito per il massacro dei bambini. Presto dimenticheremo di Robert Fisk
29 maggio 2012
Bashar Assad la farà franca con questa strage. L’ha fatta franca con Deraa. L’ha fatta franca con Homs. E la farà franca con Houla. E la farà franca anche l’opposizione armata al regime, insieme ad al-Qaida e a qualsiasi altro gruppo che partecipi nella tragedia della Siria. Sì. Questo può essere il momento cruciale, il “momento di critico” dell’orrore, quando il crollo ba’athista diventa inevitabile invece che probabile. E il caro Mr Hague ( il ministro degli esteri britannico, n.d.T.) può essere “assolutamente” sconvolto. Anche l’ONU. Tutti lo siamo.
Il Medio Oriente, tuttavia, è disseminato di centinaia di Houla, con i loro bambini che si accumulano nelle statistiche. I coltelli e le corde e anche le pistole tra le armi per uccidere. E se i soldati di Assad permettono alla milizia Alawita di fare il loro sporco lavoro? Il regime del Fronte di Liberazione Nazionale (FLN) algerino, negli anni ’90, non ha usato le sue unità di “esercito di volontari” per uccidere i suoi oppositori? Gheddafi, l’anno scorso, non aveva forse le sue milizie lealiste e Mubarak i suoi poliziotti che erano avanzi di galera ultra drogati, i baltagi, per colpire gli oppositori del suo regime? Israele non ha usato i suoi delegati, i falangisti libanesi per intimorire e uccidere i suoi oppositori in Libano? Non voleva dire anche questo “governare uccidendo”? E provate a pensare, non sono state le forze speciali dello zio di Bashar al-Assad, Rifaat, a massacrare gli insorti di Hama nel 1982 – non ditelo troppo forte, perché Rifaat vive ora tra Parigi e Londra – e quindi chi pensa che Bashar non può farla franca con Hula? Il parallelo con l’Algeria è spaventoso. La dirigenza corrotta del FLN voleva una ”democrazia”, voleva perfino che si tenessero le elezioni. Ma una volta che è stato chiaro che l’opposizione islamista – lo sfortunato Fronte Islamico di Salvezza – avrebbe vinto, il governo ha dichiarato guerra ai “terroristi” cercando di distruggere l’Algeria. I villaggi sono stati assediati, le città sono state bombardate, tutto in nome della lotta al “terrore” – fino a quando l’opposizione hanno cominciato a massacrare i civili intorno a Blida, a migliaia, ci sono stati bambini con le gole tagliate, donne stuprate. E poi è venuto fuori che anche l’esercito algerino era coinvolto nei massacri. Invece di Houla, leggete Benthala, (villaggio alla periferia di Algeri dove avvenne furono massacrate 417 nel 1997, n.d.T.) un luogo che tutti abbiamo dimenticato, dimenticheremo anche Houla.
Noi occidentali abbiamo sbuffato e abbiamo chiesto a entrambe le parti in Algeria di esercitare “ la moderazione” ma volevamo la stabilità nella ex colonia della Francia – non dimentichiamo che la Siria è un ex “mandato” francese – ed eravamo molto preoccupati degli insorti in stile al-Qaida che prendevano il controllo dell’Algeria e, alla fine, gli Stati Uniti hanno appoggiato i militari algerini, proprio come adesso i Russi appoggiano i militari siriani. E il Fronte di Liberazione Nazionale l’ha fatta franca, dopo 200.000 morti, da paragonare con i 10.000 uccisi finora nella guerra in Siria.
E vale la pena ricordare che, di fronte alla loro insurrezione degli anni ’90, gli Algerini hanno cercato disperatamente paesi dai quali avere consigli. Hanno scelto la Siria dove governava Hafez al-Assad e hanno mandato una delegazione militare a Damasco a imparare in che modo il regime aveva distrutto Hama nel 1982. Ora gli Americani – che, come al solito sei mesi fa stavano dando a Bashar la parte di “un morto che cammina” – preferiscono una conclusione della guerra in Siria come quella dello Yemen, come se la crisi yemenita non fosse stata abbastanza cruenta. Tuttavia, sostituire Assad con un delinquente della stessa zona (la soluzione di Sanaa) non è ciò di cui si accontenterebbero i Siriani.
Sì, è una guerra civile. E, certo, Houla può costituirne il punto di svolta. E, certo, ora l’ONU è testimone dei fatti. Il partito Baath, però, ha radici che arrivano più in profondità del sangue – chiedete a qualsiasi libanese – e noi in Occidente dimenticheremo presto Houla quando un’altra immagine di morte su YouTube guizzerà sul nostro schermo dalla campagna siriana. O dallo Yemen. O dalla prossima rivoluzione.
Si affittano armi: la shabiha di Assad
La rivoluzione egiziana ha dovuto vedersela con i teppisti di Hosni Mubarak, detti anche baltagi. L’opposizione siriana si trova di fronte quella che chiama shabiha. Il nome viene dalla parola araba che vuol dire fantasma e descrive i sostenitori armati di Bashar al-Assad, che hanno lavorato insieme all’esercito per reprimere le proteste. L’opposizione ha accusato le bande, reclutate principalmente nella setta Alauita del presidente, di aver condotto una campagna intimidatoria che comprendeva anche le uccisioni. Alcuni nella comunità internazionale hanno accusato il regime di Assad di “aver esternalizzato la repressione”. Richard Hall (giornalista free lance del quotidiano The Indipendent, n.d.T.)
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale : The Indipendent
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2012 Znet Italy – Licenza Creative Commons – CC BY-NC-SA 3.0
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