Gaza : assedio di Gaza una punizione collettiva, non finalizzato alla sicurezza

 1  I MEDIA SOTTERRANO DOCUMENTI CHE RIVELANO LA DELIBERATA POLITICA ISRAELIANA DI QUASI-FAME PER GAZA







Israele è stata costretta a rivelare ciò che i Palestinesi e altri osservatori sul campo sapevano da tanto tempo: che il blocco di Gaza è un atto politico di stato inteso a infliggere una punizione collettiva e non a rafforzare la “sicurezza” israeliana.
Un’associazione israeliana per i diritti umani ha vinto una battaglia legale per costringere il Governo israeliano a rendere noti tre importanti documenti, che tracciano le linee della politica nazionale israeliana sul passaggio di beni dentro Gaza prima dell’attacco del 31 maggio alla flottiglia di pacifisti,
nel corso del quale sono state uccise nove persone dalle forze israeliane. L’associazione, che si chiama Gisha - Legal Center for Freedom of Movement, (“Centro legale per la libertà di movimento” n.d.t.), sta chiedendo a Israele trasparenza. Nel frattempo Israele si rifiuta di rendere noti documenti sulla versione attuale della sua politica di blocco, che sarebbe stata “alleggerita” dopo le condanne internazionali seguite all’attacco alla flottiglia.
I documenti resi noti, la cui esistenza era stata negata da Israele per 18 mesi, rivelano che lo Stato ha approvato “una politica di riduzione deliberata” di beni primari, compresi cibo e carburante, nella striscia di Gaza. Il direttore di Gisha, Sari Bashi, spiega: “Piuttosto che trattare questioni di sicurezza da una parte e diritti e bisogni dei civili che vivono a Gaza dall’altra, Israele ha messo al bando il glucosio per fare i biscotti e il carburante necessario per la fornitura regolare di elettricità, paralizzando così la vita normale a Gaza e compromettendo il carattere morale dello Stato di Israele. Mi duole dire che gli elementi principali di questa politica sono ancora in vigore”. (Gisha, Grazie alla petizione di Gisha, Israele rivela l’esistenza di documenti riguardanti la politica di chiusura di Gaza, 21 ottobre 2010) (link in inglese: http://www.gisha.org/item.asp?lang_id=en&p_id=517)
Come riferisce Saeed Bannoura dell’International Middle East Media Center, il Governo israeliano aveva imposto in maniera deliberata una politica “secondo la quale i bisogni alimentari della popolazione di Gaza sono calcolati con agghiacciante accuratezza e le quantità di cibo lasciato entrare dal Governo israeliano misurate in modo da lasciarne una quantità appena sufficiente per tenere la popolazione viva ad un livello di quasi-fame. Questo certifica la dichiarazione fatta da un certo numero di funzionari israeliani, che hanno detto che stavano ‘mettendo la popolazione di Gaza a dieta’.” (Saeed Bannoura, Documenti del Governo israeliano dimostrano la deliberata politica di tenere la popolazione di Gaza a livelli di quasi-fame, International Middle East Media Center, 6 novembre 2010 h 21:32) (link in inglese:http://www.imemc.org/article/59843)
Bannura aggiunge: “Lo sblocco di questi documenti inoltre indebolisce gravemente la pretesa spesso addotta da Israele per cui l’assedio vige ‘per ragioni di sicurezza’, laddove invece documenta una deliberata e sistematica politica di punizione collettiva dell’intera popolazione di Gaza”.
Quando Israele e gli Stati Uniti reagirono alla vittoria elettorale di Hamas a Gaza nel gennaio del 2006, il consigliere di vecchia data del Governo israeliano Dov Weisglass dichiarò: “L’idea è quella di mettere i Palestinesi a dieta, ma non di farli morire di fame.” (Hamas si appresta a governare, Israele prepara le sanzioni, Agence France Presse, 16 febbraio 2006).
Tali documenti contengono le effettive equazioni utilizzate dal Governo israeliano per calcolare le quantità esatte di cibo, di carburante e di tutto quanto necessario per fare esattamente quanto dichiarato. (Documento consegnato a Gisha nell’ambito di una richiesta legale ai sensi della legge sulla libertà di informazione, AP 2744/09 Gisha contro il Ministero della difesa’, Appendici B, C e D)

Una politica di questo tipo è tanto più inquietante, o meglio ripugnante, se si considera che almeno la metà della popolazione di Gaza è composta da minori di 18 anni. Si può ragionevolmente concludere che Israele abbia deliberatamente costretto alla denutrizione centinaia di migliaia di bambini in aperta violazione del diritto internazionale e della Quarta Convenzione di Ginevra.

La reazione dei media? Un garbato silenzio
Nostre ricerche condotte sul database del giornale Nexis mostrano che, per quanto è possibile determinare, neanche un solo giornale britannico ha riportato la notizia della pubblicazione di questi schiaccianti documenti israeliani. Abbiamo allora allargato le nostre ricerche fino a includere tutte le pubblicazioni in lingua inglese coperte da Nexis in tutto il mondo e ne abbiamo trovate solo due: una sul Palestine News Network del 21 ottobre 2010 e un’altra sul Palestine Chronicle del 6 novembre 2010.
Eravamo talmente sorpresi dell’uniforme silenzio regnante su tutta la stampa in lingua inglese che abbiamo chiesto all’analista dei mass-media, lo statunitense David Peterson di verificare i nostri risultati. Lui l’ha fatto e ha dettagliato i risultati della sua ricerca come riportiamo di seguito (email a Media Lens, 11 novembre 2010):
- Principali pubblicazioni internazionali: zero
- In tutte le notizie (in lingua inglese): due (le stesse che avevamo trovato noi, come già indicato)
- Trasmissioni radiotelevisive: zero
Una ricerca sul database Factiva (che copre tutti i principali giornali in lingua inglese nonché le agenzie di stampa) ha dato gli stessi risultati. Peterson ha commentato: “Nessun accenno, in nessuno dei principali giornali in lingua inglese né in nessuna delle principali agenzie di stampa, del fatto che qualcuno avesse rivelato che la reale politica del Governo israeliano nei confronti dei Palestinesi di Gaza fosse quella di costringerli a una ‘deliberata riduzione’ delle possibilità di accesso al necessario per la sopravvivenza quotidiana.”
È fonte di una particolare forma di malessere il fatto che venga mantenuto questo straordinario silenzio dei media all’interno di società apparentemente libere.
La fieramente “indipendente” BBC  L’11 novembre un articolo online della BBC riferiva del blocco a Gaza, ma non faceva alcun accenno ai documenti resi noti. (Jon Donnison, ONU: nessun cambio a Gaza nonostante l’alleggerimento del blocco israeliano, BBC news online, 11 novembre 2010, ultimo aggiornamento h 00:25) (link in inglese:http://www.bbc.co.uk/news/world-middle-east-11731695)Il reporter Jon Donnison ha scritto: “L’ONU dice che non c’è stato ‘alcun cambiamento materiale’ per la popolazione di Gaza da quando Israele ha annunciato di aver ‘alleggerito’ il proprio blocco economico sul territorio palestinese.”Jon Ging, il capo delle operazioni ONU a Gaza, ha detto che in pochi avevano notato una qualche differenza:“Qui nei fatti non c’è stato alcun cambiamento rilevante per la popolazione dal punto di vista del proprio status, della dipendenza dagli aiuti, dell’assenza di qualunque risarcimento o possibilità di ricostruzione, di nessuna economia.”  Ging continuava:   “L’alleggerimento, così com’era stato descritto, non è stato niente di più che un alleggerimento politico della pressione su Israele e Egitto.”La BBC ha dato l’ultima parola a Yigal Palmor, portavoce del Ministero degli esteri israeliano:“Perché i confini sono sottoposti al blocco? Perché il territorio è stato sopraffatto da un movimento dichiarato terrorista.”L’affermazione secondo la quale il blocco di Gaza  sarebbe determinato da motivi di sicurezza è passata liscia senza batter ciglio.World News Today, condotto da Zeinab Badawi su BBC4, trasmetteva un pezzo di Donnison che seguiva la stessa linea del suo articolo – BBC World News Today, BBC4, giovedì 11 novembre 2010, h 7).

Abbiamo scritto a Jon Donnison e gli abbiamo chiesto se fosse a conoscenza del fatto che l’Associazione israeliana per i diritti umani Gisha aveva ottenuto dei documenti del Governo israeliano attestanti che la punizione collettiva di Gaza è basata su questioni politiche, non di sicurezza. Gli abbiamo chiesto:
“Ha riportato il rilascio di questi documenti?
Ne darà notizia in un nuovo articolo?” (e-mail, 11 novembre 2010)
Glielo abbiamo chiesto di nuovo via e-mail il 16 novembre, ma a oggi non abbiamo ricevuto risposta.
Si confronti e si contrapponga la versione della BBC di questa storia con un nuovo pezzo, sempre sulla BBC, patrocinato dal Foreign Office, della conduttrice Zeinab Badawi:
“La trasparenza e la responsabilità delle azioni del Governo sono elementi assolutamente cruciali e sinceramente è questo il ruolo dei media. Sapete, puntare i riflettori in modo severo sulle verità e mostrarle alla luce del sole dopotutto è un fortissimo antidoto, no?” (Zeinab Badawi dice che la libertà d’espressione è ilcaposaldo della democrazia in Gran Bretagna, 5 novembre 2010)
Badawi aggiungeva che
“la costituzione della BBC comporta che noi abbiamo assolutamente, assolutamente a cuore e proteggiamo e lottiamo nella maniera più assoluta per la nostra indipendenza. Non abbiamo neanche un rapporto a distanza con il Governo; semplicemente noi con il Governo non abbiamo a che fare affatto.”
Badawi continuava così l’autocelebrazione:
“[La BBC] è davvero uno strumento di importanza capitale per la diffusione dell’informazione in tutti i modi possibili. Tutte queste cose sono davvero servite a mettere in risalto la libertà di parola che abbiamo nel nostro Paese. E credo proprio che la BBC riassuma al meglio tale tradizione.”
E concludeva:
“Sono molto orgogliosa di essere una dipendente della BBC.”

AZIONE PROPOSTA
L’obiettivo di Media Lens è quello di promuovere la razionalità, la comprensione e il rispetto degli altri. Se volete scrivere a giornalisti, vi raccomandiamo caldamente di mantenere un tono educato, non aggressivo e non offensivo.
Scrivete a Jon Donnison della BBC
Scrivete ai suoi redattori:
Jeremi Bowe, redattore capo BBC per le notizie dal Medio Oriente
Steve Herrmann, redattore capo BBC per le notizie online
Scrivete a Zeinab Badawi della BBC
Cortesemente mandateci in copia “ccn” qualunque eventuale scambio di corrispondenza, oppure inoltratecela in seguito, a: editor@medialens.org

Traduzione di Renato Tretola

Link all’articolo originale:
2   Haaretz : 'assedio di Gaza è immorale , disumano, inutile


4     Amira Hass : A Gaza non c'è crisi umanitaria, basta capire il lessico fuorviante

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