Abbas contro Dahlan, accuse e controaccuse. Dahlan coinvolto nell'avvelenamento di Arafat
1 The Jerusalem Post07.08.2011
http://www.jpost.com/LandedPages/PrintArticle.aspx?id=232834 Commissione di inchiesta dell’Autorità Palestinese: Dahlan ha contribuito ad avvelenare Arafat.Il rapporto sostiene che Il funzionario di Fatah, spodestato, chiese a un funzionario della sicurezza di bruciare la bottiglia della medicina dell’ex leader palestinese. di Khaled Abu Toameh
http://www.jpost.com/LandedPages/PrintArticle.aspx?id=232834 Commissione di inchiesta dell’Autorità Palestinese: Dahlan ha contribuito ad avvelenare Arafat.Il rapporto sostiene che Il funzionario di Fatah, spodestato, chiese a un funzionario della sicurezza di bruciare la bottiglia della medicina dell’ex leader palestinese. di Khaled Abu Toameh
Una commissione di inchiesta palestinese ha concluso che Muhammad Dahlan, membro già estromesso dal Comitato Centrale di Fatah, è stato coinvolto “nell’avvelenamento” dell’ex Presidente dell’Autorità Palestinese, Yasser Arafat.Una commissione di inchiesta palestinese ha concluso che Muhammad Dahlan, membro già estromesso dal Comitato Centrale di Fatah, è stato coinvolto “nell’avvelenamento” dell’ex Presidente dell’Autorità Palestinese, Yasser Arafat.Il rapporto della commissione è stato divulgato domenica da un certo numero di siti informativi in lingua araba, inclusa Al-JezeeraSecondo la relazione di 118 pagine che è stata elaborata dai funzionari ad alto livello Fatah Azzam Al-Ahmed, Tayeb Abdel-Rahim, Othman Abu Gharbiyyeh e Nabil Sha’at, il deposto dirigente di Fatah era coinvolto nella somministrazione di medicine avvelenate ad Arafat prima della morte di quest’ultimo. Se vero, questa sarebbe la prima volta che la leadership palestinese muove a un palestinese l’accusa di essere dietro l’”assassinio” di Arafat. Fino a ora, l’Autorità e gli altri palestinesi avevano ritenuto Israele totalmente responsabile della morte misteriosa di Arafat avvenuta nel novembre 2004 per un male sconosciuto. A Ramallah funzionari dell’Autorità Palestinese non confermerebbero e neppure smentirebbero il rapporto. Tuttavia, è stato raccontato al The Jerusalem Post che è stato un importante collaboratore di Abbas a fare trapelare la notizia del rapporto ad Al-Jazeera. La commissione di inchiesta era stata istituita per investigare sulle accuse secondo le quali Dahlan avrebbe ordito una congiura per fare un colpo di stato contro il Presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas. Il Comitato Centrale di Fatah ha espulso Dahlan su richiesta di Abbas. Dahlan, che ha rigettato le accuse e il mese scorso è ritornato a Ramallah per appellarsi contro la decisione di espellerlo da Fatah. Pochi giorni dopo il suo arrivo a Ramallah, forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese hanno fatto irruzione nella sua villa, arrestando le guardie del corpo e confiscando loro armi e veicoli. Nonostante ciò, a Dahlan era stato concesso di partire per la Giordania senza venir molestato. Ma, da quel momento, nella West Bank un certo numero dei suoi collaboratori ad alto livello è stato arrestato dalle varie branche delle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese. I complici di Dahlan affermano che la disputa con Abbas è esplosa solo dopo che il primo aveva preteso un’inchiesta sul destino di 1,3 miliardi di dollari che erano stati depositati nel conto della Palestinian Investment Fund. Sostengono che gran parte del denaro era sparito da quando Abbas era succeduto ad Arafat, nel gennaio 2005. Secondo i sostenitori di Dahlan, Abbas aveva pure nutrito rancore contro di lui perché aveva insultato i figli straricchi delpresidente dell’Autorità Palestinese. Il rapporto, che compare pure sugli altri siti web dei mezzi di informazione arabi, afferma che mentre Arafat era ricoverato in un ospedale militare francese, Dahlan avvicinò un ufficiale di alto grado della sicurezza dell’Autorità Palestinese e gli chiese di bruciare le bottiglie delle medicine che Arafat stava prendendo. Sostiene anche che, durante l’interrogatorio, un certo numero di collaboratori di Arafat ha confermato questa asserzione. Il rapporto di Fatah prosegue nell’accusare Dahlan di essere dietro a una serie di omicidi di importanti funzionari palestinesi, compreso Hisham Mekki, presidente della Società di Telecomunicazioni Palestinese e dei capi operativi di Fatah Khamal Midhat e Hussein Abu Ajweh. La commissione ha pure riferito che Dahlan è stato interrogato a proposito della sua fortuna personale e sul conto bancario a lui intestato in Svizzera. Viene accusato anche di complotto per tirare dalla sua parte funzionari civili e agenti di sicurezza e di mettere dispositivi per lo spionaggio in un certo numero di installazioni governative e di sicurezza. E’ stato pure accusato di ordire “un colpo di stato militare” contro Abbas nella West Bank e di acquistare armi da un trafficante d’armi arabo-israeliano. In risposta alla pubblicazione del rapporto, i parenti di Arafat nella Striscia di Gaza hanno rilasciato una dichiarazione con la quale hanno condannato duramente le accuse contro Dahlan. La dichiarazione ha anche ammonito i mezzi di informazione dal pubblicare menzogne connesse alla morte di Arafat sostenendo che tale rapporto era non professionale, immorale e finalizzato a danneggiare l’immagine e la reputazione di Arafat. Samir Mashharawi, un agente al vertice di Fatah proveniente dalla Striscia di Gaza e amico di lunga data di Dahlan, domenica ha dichiarato che la disputa tra Dahlan e Abbas era di carattere “personale”. Ha affermato di essersi informato personalmente da Abbas sulla controversia e il presidente dell’Autorità Palestinese gli ha ammesso che si trattava proprio di questo. Ha citato le seguenti parole di Abbas: “Il tuo amico [Dahlan] ha una lingua lunga ed ha insultato me e i miei figli. E’ andato dicendo che ho consegnato la Striscia di Gaza ad Hamas e che, negli ultimi quattro anni, l’ho trascurata.” Il leader di Fatah ha affermato che Abbas ha dato inizio alla sua lotta con Dahlan per distrarre l’attenzione dalle sue politiche rovinose. “Abbas vuole rifuggire dai cinque anni di fallimento nella gestione dell’Autorità Palestinese e del dicastero politico,” ha aggiunto. Mashaarawi ha dichiarato che l’irruzione nella villa di Dahlan a Ramallah mirava a liquidare quest’ultimo. “Avevano intenzione di dare inizio a uno scontro armato con gli uomini di Dahlan tanto da dare adito alla polizia di poter far fuoco,” ha sostenuto. “L’obiettivo era quello di uccidere Dahlan per poi annunciare che faceva parte di una cospirazione per rovesciare il presidente palestinese. Per fortuna, durante l’irruzione Dahlan è rimasto molto calmo e non è intervenuto neppure quando hanno perquisito la sua camera da letto in maniera provocatoria.” (tradotto da mariano mingarelli)
2 Ma’an News Agency
http://www.maannews.net/eng/ViewDetails.aspx?ID=411271
Rapporto: Fatah sostiene che Dahlan è coinvolto nell’avvelenamento di Arafat.
Bethlehem (Ma’an) – Sabato, i mezzi di informazione in lingua araba hanno riportato che Fatah ha accusato lo spodestato uomo forte del partito, Muhammad Dahlan, di “aver messo mano” nell’avvelenamento dell’anziano Presidente Yasser Arafat.
Arafat è morto nel novembre 2004 in un ospedale di Parigi. La causa esatta della sua morte resta un mistero, ma la credenza popolare tra i palestinesi è che sia stato avvelenato.
Secondo il sito informativo di Al-Jazeera in lingua araba, la commissione di inchiesta di Fatah ha scoperto che Dahlan è connesso pure a tentativi di assassinio di altri leader palestinesi e che aveva progettato un colpo di stato nella West Bank.
A quanto riporta il sito, i risultati delle indagini sono stati forniti da eminenti leader di Fatah, quali Azzam Al-Ahmad, At-Tayyib Abdul-Rahmin, Othman Abu Gharbiyya e Nabil Shaath.
noltre, riferisce che gli ambasciatori palestinesi sono stati invitati a non mantenere rapporti con Dahlan e che era stato chiesto all’Interpol di arrestare l’ex uomo forte.
Da fonti dell’Autorità Palestinese è stato raccontato al sito di Al-Jazeera che il governo della West Bank era stato sottoposto a pressioni regionali e internazionali perché non perseguisse Dahlan.
A giugno, questi era stato espulso dall’organo di governo di Fatah. Il partito ha respinto l’istanza di ricorso contro tale decisione avanzata da Dahlan che, nel passato, era stato a capo delle temute forze preventive di sicurezza.
Poco dopo l’esito negativo dell’appello, forze dell’Autorità Palestinese hanno fatto irruzione nella sua casa di Ramallah e hanno arrestato diverse guardie del corpo.
Il 12 giugno, era stato destituito dal Consiglio Rivoluzionario di Fatah, l’organo di governo del partito, per sospette “azioni criminali” che non erano state specificate.
Secondo notizie trapelate all’inizio di quest’anno, c’era stato il sospetto che l’ex uomo forte di Fatah a Gaza stesse costituendo delle milizie armate private nella West Bank.
Dahlan ha negato le accuse, rispondendo con un messaggio video ondine.
“Un colpo di stato contro chi? Abbiamo forse un’autorità a Ramallah contro la quale tramare un colpo di stato? Siamo sotto occupazione, una soldatessa domina sulla West Bank; l’Amministrazione Civile governa la West Bank,” ha dichiarato a giugno.
Nel passato era un dirigente di Fatah noto per la sua fiera opposizione al movimento di Hamas. Negli anni 1990 capeggiò una spietata repressione del gruppo, facendo retate delle migliaia di islamisti che si rifiutavano di riconoscere la legittimità della neo costituita Autorità Palestinese.
Ma cadde in disgrazia nel giugno 2007 dopo l’umiliante sconfitta subita dalle sue forze ad opera dei combattenti di Hamas nei giorni dei feroci scontri di Gaza, quando questi espulse le forze di Fatah dal territorio.
Due anni dopo, è ritornato sulla scena politica dopo essere stato eletto, nell’agosto 2009, al Comitato Centrale di Fatah.
Ma nel dicembre 2010, è stato sospeso dal Comitato che ha dichiarato di aver istituito una commissione di inchiesta per appurare le sue risorse finanziarie e le affermazioni secondo le quali questi aveva cercato di costituire una milizia personale.
(tradotto da mariano mingarelli)
Allegati
1
ACCORDO FATAH-HAMAS, IN FUGA UOMINI DI DAHLAN
Gerusalemme, 30 aprile 2011, Nena News (nella foto l’ex capo della sicurezza preventiva dell’Anp, Rashid Abu Shbak) – Fonti giornalistiche palestinesi riferiscono a Nena News che Rashid Abu Shabak e Sami Abu Samhadana, due ex potenti boss dei servizi di sicurezza dell’Anp nella Striscia di Gaza nonchè alleati stretti dell’“uomo forte” di Fatah Mohammed Dahlan nella lotta contro Hamas, sono scappati in Belgio dove hanno chiesto asilo politico. I due, hanno aggiunto le fonti, avrebbero preso la decisione di lasciare la Cisgiordania dopo l’improvviso annuncio della riconciliazione tra Fatah e il movimento islamico (la firma dell’accordo è prevista mercoledì prossimo al Cairo), nel timore di possibili «ripercussioni» nei loro confronti. Abu Shabak, peraltro, è stato interrogato di recente dalla magistratura palestinese sulla «scomparsa» in questi ultimi anni di 7 milioni di dollari dal bilancio dei servizi di sicurezza dell’Anp.Ma a pesare sulla fuga sarebbe stato anche l’acuirsi dello scontro tra Mohamed Dahlan e il presidente palestinese Abu Mazen. Quest’ultimo ha giudicato una interferenza «gravissima» il tentativo di Dahlan di silurare l’accordo tra Fatah e la formazione islamista (che Dahlan ha combattuto per anni con ogni mezzo fino allo scontro armato a Gaza del giugno 2007 che ha visto prevalere Hamas). Per l’ex “uomo forte” i margini di manovra si sono fatti strettissimi e i suoi alleati ora lasciano la barca che affonda.Movimenti anche in casa Hamas. Secondo il quotidiano al Hayat, uno dei più autorevoli del mondo arabo, Khaled Mashall e altri 15 dirigenti in esilio del movimento islamico palestinese starebbero per lasciare Damasco, che li ha ospitati dal 1999 fino ad oggi, per trasferirsi nel Qatar. Il giornale non precisa i motivi di questo trasferimento e se sono, almeno in parte, legati all’instabilità che regna in questa settimane in Siria dove parte della popolazione protesta contro il regime di Bashar Assad.La notizia della partenza di Mashaal e degli altri dirigenti in esilio da Damasco non ha ancora trovato conferma a Gaza. Nena NewsALLEGATI
Hamas: Fatah strongman Dahlan collaborated with Israel ahead of Gaza op
Tom Segev: il gioco sporco di Bush nelle elezioni palestinesi
Il rapporto De Soto - un rapporto rimosso.
3 Fatah, fra vecchi dissidi e nuove scissioni : Dahlan, Fayyad, Abu Mazen A seguito del prevedibile fallimento dei colloqui fra Hamas e Fatah, il partito di Abu Mazen prova faticosamente a riordinare le idee, serrando nuovamente le fila e cercando di evitare che aumenti l'influenza interna al partito di Muhammad Dahlan.Ancora una volta Fatah appare diviso e debole, incapace di conservare quel ruolo di partito leader conquistato in tanti anni di militanza politica ed armata.Su questo il quotidiano al-Quds al-Arabi è molto chiaro. I dissensi interni al partito di Abu Mazen sono in netta ed evidente crescita. In particolare il presidente viene messo sotto accusa per le sue politiche nei confronti di Israele.Nasser al-Qudwa (nipote di Yasser Arafat) e Muhammad Dahlan, entrambi membri del Comitato centrale direttivo di Fatah, sono a capo della durissima contestazione. Il primo in risposta ai veementi attacchi, portati nei confronti della sua persona da un'agenzia di stampa, la Wafa, vicina ad Abu Mazen. Il secondo perché sempre Abu Mazen avrebbe deciso di ridurre la scorta finora presente 24 ore su 24 vicino alla sua casa.Ovviamente queste accuse strumentali lasciano il tempo dovuto. Nel senso che tanto Abu Mazen quanto il fronte dei dissidenti sono in realtà ai ferri corti per ben altre ragioni. Certamente il fallimento, l'ennesimo, dei colloqui di pace non ha giovato alla figura del presidente palestinese il quale appare, tanto agli occhi della popolazione quanto a quelli dei sui stessi compagni di partito, sempre più debole ed inaffidabile.Se per al-Qudwa le critiche sono di carattere politico (il direttore della Wafa lo ha criticato apertamente per aver messo in discussione le abilità politiche di Abu Mazen), il discorso diviene decisamente più acceso se analizziamo più da vicino i dissidi con Dahlan.Da sempre critico nei confronti dell'attuale premier Salam Fayyad, Dahlan è considerato l'uomo forte di Fatah. Per intenderci quello che portò il fallito colpo di stato contro Hamas nella striscia di Gaza ad un anno dalla vittoria elettorale del movimento islamico. Ovviamente Dahlan è contrario a qualsiasi accordo con Hamas ed è invece decisamente più favorevole a continuare ad oltranza il dialogo con Israele. Del resto i contatti fra Dahlan ed i servizi di sicurezza israeliani non sono nuovi alle cronache locali. Addirittura, secondo lo Yediot Ahronot, Muhammad Dahlan sarebbe stato ospite, nel mese di settembre, nel reparto cardio-toracico di un ospedale di Tel Aviv. Qui avrebbe ricevuto alcuni trattamenti medici prima di tornare in gran segreto nei Territori palestinesi.Al fianco di Israele e contro Hamas. La sua posizione non potrebbe essere maggiormente chiara. E proprio nei confronti di Hamas, il membro di Fatah sembra aver in mente un nuovo piano per riprendere il possesso della striscia.
4 Dahlan: Israele in guerra contro Abbas e la parte sana della società palestinese sintesi personale
Alto funzionario di Fatah accusa lo Stato ebraico di 'puntare all'anarchia , al fine di distruggere ciò che resta della PA'. "Siamo convinti che Israele sia impegnata in una guerra segreta e pubblica, contemporaneamente, contro l'Autorità palestinese , il presidente Abu Mazen e la parte sana del popolo palestinese".riferendosi alla campagna mediatica di questi giorni . Il primo ministro palestinese Salam Fayyad ha licenziato il ministro della Giustizia,il ministro dell'Istruzione e il ministro dell'agricoltura . Il Ministro degli interni palestinese Abu Saeed Ali è stato nominato al posto di Rafik al-Husseini, sostituito in seguito dello scandalo sessuale della scorsa settimana'
5 Hamas accusa Paesi arabi e Dahlan (fonte araba)Gaza, 17 agosto - Il ministro dell'Interno palestinese della striscia di Gaza Fathi Hamad ha detto ieri che il gruppo estremista islamico liquidato venerdì scorso a Rafah dalla forze di sicurezza palestinesi dell'area si era rifiutato di combattere contro gli aggressori israeliani nel gennaio 2009, sostenendo che si trattava di una guerra tra "eretici".Il gruppo Jund Ansar Allah, con simpatie per al Qaeda e guidato dal predicatore Abdel Latif Moussa, intratteneva, inoltre, dei "legami sospetti con le forze di sicurezza a Ramallah", ha affermato il ministro. Le autorità palestinesi hanno rivelato di aver rinvenuto un paio di mesi fa dei documenti che indicavano come il gruppo fosse finanziato da alcuni Paesi arabi e da collaboratori di Mohammed Dahlan, uno dei dirigenti di al Fatah, cacciato dalla striscia di Gaza da Hamas. Striscia di Gaza: il gruppo estremista islamico aveva rapporti con Ramallah
8 una lettera di Dahlan:Arafat vivrà ancora per poco.1Fonte palestinese:
FONTE ISRAELIANA
Jordanian site quotes former Jordanian official as saying virus had been injected into Arafat's bloodstream.
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