Nazareth, nell'università dove si insegna la pace di Rory Cappelli

" Avevo quattordici anni la prima volta che misi piede a Kfar-Qassem" racconta Shany Payes, 39 anni, israeliana di terza generazione. "Quel villaggio arabo, a soli 15 chilometri dal nostro, Petach-Tikva, mi fece un'impressione profondissima. La gente che abitava lì era povera, le abitazioni misere: quei 15 chilometri erano un abisso. Perché? mi domandai. Decisi che dovevo fare qualcosa". Quel qualcosa è diventato l'impegno nel Nazareth Academic Institue (Nai), la prima università araba in terra israeliana, aperta a studenti di qualsiasi etnia o credo religioso, fortemente voluta dal mondo arabo-israeliano e finalmente attiva a Nazareth, la città che ha sostenuto il progetto, insieme al suo sindaco Ramez Jarayisi"Il mio viaggio per accorciare la distanza tra quei due villaggi" continua Shany Payes "è durato tantissimi anni e da Tel Aviv, dove ho frequentato l'università, mi ha portato ad Oxford, dove ho conseguito un dottorato in Middle East Politics e mi sono specializzata in Peace Studies. Un viaggio che mi ha fatto capire che - perché in questa terra martoriata ci sia pace - gli arabi devono avere le nostre stesse opportunità. Dovremmo trattarli come noi ebrei, se fossimo una minoranza, vorremmo essere trattati. Spero che il Nai diventi un faro, un esempio, perché non c'è alcun dubbio: la libertà, il benessere, la pace passano attraverso l'educazione". Tanto che gli arabi israeliani - il 20 per cento della popolazione (un milionee mezzo di persone) - guadagnano di media il 40% in meno degli ebrei israeliani: l'accesso a lavori più remunerativi è sbarrato proprio dalla mancanza di educazione. E tanto che, nel 2006, secondo la National Insurance, il 54% delle famiglie arabe erano considerate povere. "Una ricerca dell'Oecd (Organization for Economic Cooperation and Development)" racconta Shany Payes, "ha cercato di capire perché ci sono così pochi arabi nelle università israeliane. E sono venute fuori alcune cose interessanti. Per esempio che nei campus universitari tutte le scritte sono in ebraico. E che gli ebrei, quando terminano la scuola superiore, partono per un lungo viaggio in giro per il mondo di almeno un anno. Al ritorno si arruolano nell'esercito: e così non iniziano l'università prima dei 21 anni. Ecco un altro motivo di disagio per gli arabi: in molte università - come l'Haifa University - non ci si può iscrivere se si hanno meno di 21 anni. In molti rinunciano: cosa potrebbero fare dai 18 ai 21 anni?".  Non solo. Il numero delle donne arabe che lavorano è il 20%, lo stesso del 1970: e, dato interessante, di questo 20%, l'80% ha una laurea. Ma forse qualcosa sta cambiando: dei 40 studenti iscritti al Nai, soltanto 5 sono uomini. Il resto donne: ragazze giovanissime, ma anche quarantenni che - dopo aver generato tre, quattro figli - hanno deciso di regalarsi un'istruzione. Donne come Jamila o come Nur: veli sui capelli e larghe tuniche a coprire i corpi. C'è anche una poeta, Manal: ha 27 anni e due lauree, "ma quando ha aperto questa università dovevo venire. Volevo studiare cinematografia e mi sono detta: ecco il posto giusto" racconta con un gran sorriso. E c'è Aida, che ha 18 anni e viene da una famiglia molto povera di Nazareth. Il padre è malato, ha sei fratelli, tutti maschi, tutti con più diritti di lei. Così il Nazareth Institute le ha accordato una borsa di studio e lei, che vuole "diventare una scienziata", si è iscritta a Chimica e sta coronando il suo sogno. Al Nai, infatti, sono per oraattivi due corsi di laurea: in Chimica e in Media (giornalismo e cinema). L'Israeli Council for Higher Education ne sta valutando altri due, tra cui quello in Computer Science, mentre nei prossimi cinque anni saranno approvati un totale di 12 programmi di studi.  Il presidente, George Karazi, insegna letteratura araba ed è stato il primo docente arabo di Israele. Il vicepresidente, Raed Mualem, insegna biologia ed è arabo. Ebreo è invece Jacob Katriel, capo del dipartimento di chimica. Anche Shany Payes è ebrea e guida il dipartimento di Peace Studies, materia al centro del curriculum per ottenere qualsiasi laurea. Il Nai è aperto a persone di tutte le fedi: tanto che il venerdì, giorno sacro per i musulmani, il sabato, shabbat per gli ebrei, e la domenica, il giorno del riposo per i cristiani, tutte le attività sono sospese.  La sede, a Nazareth, si trova non lontana dall'imponente (e bruttissima) Chiesa dell'Annunciazione: la Oecd ha fatto esplicita richiesta al governo perché supporti anche economicamente il Nai, esattamente come accade con le altre università della Galilea, di cui sei ospitate in città ebree. Ma su questo - nonostante il Nai sia l'unico posto in cui le tensioni tra ebrei e cristiani sono stemperate nella riflessione filosofica e nella condivisione di un progetto - fa orecchie da mercantehttp://www.repubblica.it/esteri/2011.../?ref=HREC1-10
http://mec.sahrat.net/

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