Sari Nusseibeh : "C'era una volta un paese" e“La libertà dall'illusione”



Protagonista del dialogo con i falchi israeliani, teorico della 'scomodità della pace', Sari Nusseibeh è oggi rettore dell'università di al Quds, scardinata in due dal Muro. Di quel dialogo non rimane neppure un'amicizia, degli anni effervescenti di Oslo solo l'apartheid, e un crescendo di scontri tra Fatah e Hamas"E ovviamente, sono finito in carcere. A conferma che Israele teme molto più i moderati, che estremisti e terroristi: non gli Ahmed Yassin, che ha sempre lasciato liberi e anche finanziato, ma i Faisal Husseini: altrimenti, avrebbe qualcuno con cui parlare, da questa parte del Muro: e sarebbe costretto al negoziato. Ma è aggredito dai palestinesi che sono finito sotto scorta. Il mio primo impegno politico, o meglio sindacale, è stato in università, quando ai docenti stranieri, inclusi quindi i palestinesi senza cittadinanza israeliana, fu imposto il giuramento di non opporsi all'occupazione: e da Amman, l'OLP invitava a obbedire. Il nostro obiettivo, con la prima Intifada, non era solo uno stato, uno stato qualsiasi: ma uno stato democratico. E invece, quando un'inchiesta interna rivelò che la metà del bilancio dell'Autorità Palestinese andava, come dire?, smarrita, non fu adottato il minimo provvedimento. Arafat considerava gli episodi di illegalità come isolati, non comprendeva la perversione del sistema creato. E è così, coetaneo di Israele, che ho assistito prima al fallimento dei notabili, nel 1948, delle famiglie di tradizione e blasone come la mia, poi il fallimento del panarabismo, nel 1967, e con Oslo infine, il fallimento del nazionalismo, nel 1993: e adesso è il turno dei movimenti islamici - di Hamas. Ma dopo tre anni dalle elezioni, una valutazione della sua prova di governo è ormai possibile e opportuna: e per quanto sia indubbio che tra sanzioni internazionali e attacchi israeliani ha mille ottimi pretesti e giustificazioni, la verità è che Hamas pensa solo al potere, non ha il minimo interesse né per la causa palestinese né per la causa islamica - come d'altra parte Fatah. Amano sguainare il Corano, invece che leggerlo - è sufficiente guardare il dominio maschile: e ricordare che Nusaybah era una donna. Da entrambi i lati del Muro, semplicemente, la religione è strumento di politica: ma che sia l'Isacco della Torah o l'Ismaele del Corano, Dio impedisce a Abramo di sacrificare suo figlio: è questo il comandamento più vero. La prima Intifada era strategia, era costruttiva: la seconda Intifada è stata istinto e violenza. La brutalità identica e contraria dell'assassinio di Mohammed al-Durah e delle mani dei due soldati, come trofei alle finestre della polizia di Ramallah". Articolo completo qui

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