B'Tselem risponde alle accuse della giornalista Caroline Glick
Sto per confidarvi un piccolo segreto: le organizzazioni per i diritti umani sono così grandi fan della libertà di parola che sono disposti a pagare un prezzo pesante per questo. Ho il sospetto che alcuni dei nostri critici lo sanno e sfruttano ciò per fare affermazioni ,punibili per diffamazione.
La libertà di parola ci permette di dire la verità, anche quando questa verità è dura. Così, per esempio, io sono libero di dire che Caroline Glick è una giornalista che fa affermazioni funzionali al suo pensiero ideologico estremista, senza avere l'integrità di controllare i fatti . Grazie alla libertà di parola,, B'Tselem può pubblicizzare tutte le sue ricerche ben documentate, senza timore di alcuna repressione e ,così ,noi garantiamo agli altri il diritto di esprimere un parere, anche quando risulta infondato, estremo o persino offensivo. Ciò richiede che noi tolleriamo menzogne, assurdità.
Ciò è particolarmente vero per Caroline Glick, che qui (column earlier this month, ) accusa B'Tselem di spargere gravissime calunnie e afferma tutto questo senza uno straccio di prova: false informazioni diffuse principalmente dai coloni estremisti e dal gruppo di NGO Monitor .
B'Tselem rimane la fonte più accurata delle informazioni sui diritti umani nei Territori Occupati. I nostri dati sulle vittime sono i più affidabili. In effetti, se si fosse presa la briga di essere più precisa , Glick avrebbe visto subito che non vi è alcuna contraddizione tra l'affermazione di Hamas e i dati di B'Tselem. Ma a differenza di Glick e le sue fonti di parte, B'Tselem non si limita ad affidarsi alle dichiarazioni di Hamas e dell'esercito israeliano. Abbiamo condotto una ricerca minuziosa indipendente per ogni palestinese ferito durante l' Operazione Piombo Fuso, abbiamo fatto, sul campo, controlli accurati tra le diverse informazioni .
Questo non vuol dire che B'Tselem sia infallibile - anzi siamo felici di ricevere critiche costruttive per migliorare il nostro lavoro.
L'affermazione che B'Tselem ha incitato i giovani palestinesi a lanciare pietre è ridicola. Infatti, a differenza dei coloni che hanno pubblicato una breve clip , dove si vedono solo i palestinesi lanciare pietre, B'Tselem ha fornito filmati di un'ora, documentando l'attacco dei coloni e il lancio di pietre da parte dei palestinesi.
Allo stesso modo, Glick cita un rapporto falso , fornito dai settler, , sostenendo che un pastore palestinese accusava i coloni di aver attaccato le sue pecore, salvo poi affermare che era stato lui stesso a creare il falso incidente.Non è casuale che l'unica fonte di tale affermazione sia costituita dai media dei settler ,mentre il pastore nega tale "versione" e conferma l'autenticità dell'accaduto .
B'Tselem si è concentrata esclusivamente sul fatto che egli ha presentato un reclamo evitando accuratamente di accusare qualcuno
Proprio questa settimana, la polizia israeliana ha categoricamente smentito un'altra affermazione inventata per diffamare B'Tselem. Un esperto di fotografia digitale ha esaminato il nastro originale di un video del 2008 dove si vede un palestinese legato e bendato a Nil'in , confermandone l'autenticità
Per tutte le molte inesattezze e falsità dell'articolo di Glick, B'Tselem ha richiesto che il Jerusalem Post pubblicasse una rettifica e si scusasse . Glick esagera il potere e l'influenza della nostra organizzazione. E' ' vero che siamo considerati una fonte attendibile sia per i militari (quando denunciamo abusi))sia per la comunità internazionale,.
E' vero che B'Tselem è stata la prima organizzazione a porre la questione della barriera di separazione in relazione al rispetto dei diritti umani (anche se è sbagliato che l' abbiamo chiamato il muro), è vero che B'Tselem ha mobilitato altri gruppi per chiederne legalmente la modifica del percorso.
I piccoli miglioramenti ottenuti sono il risultato di più persone e gruppi, non solo del nostro ,Io sono orgoglioso della visione di B'Tselem e del suo ruolo. Se Israele avesse ascoltato le nostre preoccupazioni avrebbe potuto evitare le critiche internazionali e nazionali e la barriera sarebbe stata completata senza danneggiare decine di migliaia di palestinesi. B'Tselem è come un segnale di allarme per quanto concerne il rispetto dei diritti umani , una componente essenziale per una democrazia sana.Ci aspettiamo che la società israeliana tolleri verità, anche dolorose,al fine di spingere la politica del governo ad allinearsi con i nostri valori di giustizia, uguaglianza ed equità. Se il prezzo che dobbiamo pagare sono le la falsità e le calunnie di Glick , questo è il prezzo da pagare per vivere in una democrazia.
We expect Israeli society to tolerate the important, yet sometimes painful truths we expose about government behavior in order to bring government policy in line with our values of justice, equality and fairness. If the price we must pay is the falsehoods and slander of Glick and her ilk, it is a price worth paying for living in a democracy.
Jessica Montell is Executive Director of B’Tselem: the Israeli Information Center for Human Rights in the Occupied Territories.
Follow her on Twitter on http://twitter.com/JessicaMontell*
However, since The Jerusalem Post declined to publish the B’Tselem op-ed or to correct most of the inaccuracies and lies in the Glick piece, B’Tselem has lodged a complaint with the Israeli Press Council against the columnist and the newspaper.
Commenti
Posta un commento