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Jewish Voice for Peace : Liberiamo KHALIL in sciopero della fame da 180 giorni in una prigione israeliana

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  scintille di luce e lotta popolare non violenta URGENTE: Khalil ha protestato per la sua detenzione senza accusa e senza processo,  facendo lo sciopero della fame per quasi 6 mesi. È sull'orlo della morte e chiediamo il suo rilascio ORA. L' incarcerazione a tempo indeterminato  senza un giusto processo, ha spinto Khalil Awawdeh  coraggiosamente a  unirsi a una lunga eredità di scioperanti della fame palestinesi, molti dei quali hanno raggiunto con successo la loro libertà.  Per i detenuti, gli scioperi della fame sono l'ultima e l'unica forma di resistenza disponibile; sebbene il processo sia estenuante e potenzialmente pericoloso per la vita. Ciò  costituisce una rivendicazione del controllo sui loro corpi , una testimonianza dell'incapacità di Israele di infrangere la loro volontà e  di reprimere la loro lotta per la libertà. Come ha detto Khalil, "La mia astinenza dal cibo non è un rifiuto della vita, ma piuttosto un rifiuto delle catene". A giugno,

Nadia Urbinati : Criticare la politica di Israele non significa essere antisemiti: così il Pd è caduto nella trappola della destra

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antisemitismo-sionismo-antisionismo Le campagne elettorali non sono occasioni per dibattiti culturali e ricerca della verità. Lo dimostra il fatto che un razzista e xenofobo come Salvini (pronto a lasciar morire persone in mare perché non italiane) e un politico scaltro come Renzi (che fa affari con un paese arabo noto per calpestare i diritti umani) si ergono a giudici di antisemitismo. Fa ancora più pensare che il tam tam creato da questi politici abbia avuto l’effetto di determinare le decisioni in casa PD. Non stiamo qui a difendere le ragioni dei due candidati Raffaele La Regina, poi ritiratosi e Rachele Scarpa con il primo che sulla sua pagina di Facebook ha paragonato lo stato ebraico di Israele agli alieni (inesistenti in entrambi i casi) e la seconda che ha criticato la politica israeliana verso i palestinesi come un “regime di apartheid”. Non è questo il punto. I casi La Regina e Scarpa Il punto è che nella reazione scatenata si manifesta una non cultura strabiliante. Che lo

GIDEON LEVY - SULLA STRADA DI CASA DOPO LA PREGHIERA, UN UOMO VIENE UCCISO DA UN PROIETTILE ALLA TESTA

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Tradotto da   Beniamino Benjio Rocchetto Gideon Levy Salah Sawafta, 58 anni, ha lasciato la moschea e stava tornando a casa quando un proiettile alla testa lo ha ucciso. Il colpo è stato molto probabilmente sparato da uno dei cecchini dell'IDF al quarto piano di un edificio adibito a uffici, che stavano bersagliando la strada sottostante con proiettili letali. Ora l'esercito sta cercando di sottrarsi alle sue responsabilità. Di Gideon Levy e Alex Levac - 26 ago 2022 https://archive.ph/DKV0I Il matrimonio di sua figlia Dunya, 22 anni, era fissato per oggi, venerdì. Erano circa 1000 gli ospiti invitati per la celebrazione nella sala nuziale di Al-Kalah a Nablus. Anche il suo abito da sposa era pronto. Venerdì scorso, al termine delle preghiere mattutine nella moschea di Tubas, Salah disse ai suoi amici che doveva tornare a casa di fretta perché doveva recarsi a Nablus: c'erano ancora degli accordi da prendere per il matrimonio. Pochi minuti dopo aver lasciato la moschea ed es

Zafrir Rinat : I coloni che abbracciano gli alberi , mistificano il sequestro della terra palestinese

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Traduzione sintesi La protezione della natura e del paesaggio è stata a lungo una scusa usata da Israele per giustificare l'acquisizione di terra oltre la Linea Verde e per allontanare i palestinesi da essa. Anche una cerimonia apparentemente innocente per piantare alberi per il Tu Bishvat, il Jewish Arbor Day, non è così innocente e con il tempo è diventata un altro mezzo di controllo. Dieci mesi fa un gruppo di palestinesi ha presentato una petizione all'Alta Corte di Giustizia, tramite avvocati dell'organizzazione no-profit Haqel – In Defense of Human Rights, contro quello che hanno definito il sequestro illegale di terreni. Essi affermano di possedere tali aree , contro i residenti dell'insediamento di Nokdim nella Cisgiordania meridionale.I firmatari hanno chiesto allo stato di spiegare all'Alta Corte perché non aveva agito per ordinare ai coloni di restituire la metà dei 140 dunam (35 acri) di terra che avevano rilevato. Secondo la petizione, dopo che 2

Lui ha 6 anni, vive a Gaza. Muore . Non ha il permesso per Gerusalemme. Qualche giornale italiano ne parla?

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  Il marchio di Caino:bambini nella polvere Breaking the Silenc This is 6 year old Farouq abu Naja, who died in the Gaza Strip last week after two separate requests submitted by his family to the IDF's Gaza DCL for permits to receive medical treatment in Jerusalem didn't receive approval. In case you were wondering: His permit applications weren't rejected. He had all of the relevant paperwork, and the funding was approved in advance as COGAT requires. The requests simply went unanswered. That's what we mean when we talk about "bureaucratic violence". The IDF's permit regime produces far too many stories like this one. As one officer told us: "The person [the Palestinians] had to turn to was a soldier who’s bummed, doesn’t have the patience to do his job, and people there would, like, beg for their lives, telling him, 'please, my daughter is sick, we have to leave for treatment.' And for the soldiers, it’s another case, another person going on

Il documentario su David Grossman, firmato dal regista Adi Arbel,

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  JOIMAG.IT David Grossman visto da Adi Arbel - JoiMag Il biopic ad alta densità poetica dello scrittore israeliano Grossman Il  documentario su   David Grossman , firmato dal regista   Adi Arbel , è il terzo ritratto di autore che mi appresto a comporre durante questa estate, dopo quelli dedicati a  Amos Oz   e   Avraham Yehoshua , diretti da   Yair Qedar . Non poteva mancare nella triade di scrittori israeliani più famosi in tutto il mondo, una specie di inossidabile trinità mainstream. I film su Oz e “Buli” hanno sconvolto la mia percezione: avevo sempre pensato che Oz fosse lo scrittore semplice e più riservato, il sabre lontano dai riflettori nella sua casa nel deserto di Arad, e Yehoshua la star. E’ esattamente il contrario. Il primo è il re, il secondo è più indipendente, una voce più critica e caustica. Perfino il linguaggio è molto più ricercato in Oz che in Yehoshua. Non lo avrei mai detto, è incredibile come una traduzione influisca sul risultato di un romanzo. Forse è per q