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Amos OZ : articoli tratti da questo blog ( prima parte)

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1 A mos Oz : Il governo di Netanyahu è più che mai antisionist 2   Amos Oz e l'identità ebraica intervista di Wlodek Goldkorn 3  Amos Oz non accetterà più gli inviti delle ambasciate israeliane all’estero | Gad Lerner  Amos Oz non accetterà più gli inviti delle ambasciate israeliane all’estero venerdì, 6 novembre 2015… gadlerner.it  4  Amos Oz: “Netanyahu semina isteria sull’Iran”   5   Quello che Meotti non sa (o non vuole dire) su Amos Oz DI GIORGIO Bernardelli 6   Amos Oz :'Israele sta diventando un ghetto isolato' 7  Amos Oz: 'Sesso tra ebrei e gentili, allora vietiamo la Bibbia'. Re Davide e Salomone sporcaccioni. 8  Due stati dell'essere:Conversazione con Amos Oz e con Sari Nusseibe 9  «Amos Oz: coloni ultrà sono come i neonazisti» 10  Juan Carlos Sanz: "Amos Oz 'il mondo ha voglia di fanatici. Ma sono i coraggiosi a evitare le guerre' " 11  Wlodek Goldkorn :" 6 giorni 50 a

Ugo Tramballi I VERI NEMICI D'ISRAELE

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Prima ancora di fissare le strategie elettorali con i partiti insieme ai quali ha governato e probabilmente governerà, Bibi Netanyahu ha incontrato i capi dei coloni subito dopo avere annunciato elezioni anticipate. ”Un governo di sinistra metterebbe in pericolo il movimento dei settler” nei Territori occupati palestinesi; “Dobbiamo vincere le prossime elezioni: è una battaglia per la nostra casa”, ha spiegato il premier. Nethanyahu ha la capacità di dire cose diverse a diversi interlocutori: in politica è una qualità. Con la comunità internazionale non esclude di arrivare alla soluzione dei due stati per due popoli con i palestinesi; se ha di fronte i coloni, fa capire che quell’ipotesi è morta e sepolta. Non tutti i capi di Yesha, il movimento che riunisce i consigli regionali di Giudea e Samaria, come loro chiamano la Cisgiordania occupata, hanno fiducia in Bibi. Alcuni di loro, soprattutto quelli delle organizzazioni più estremiste di un movimento già estremista, vogliono c

ADOTTARE UNA GUERRA – di Raniero La Valle

ADOTTARE UNA GUERRA – di Raniero La Valle Con la “Giornata della pace” comincia martedì prossimo un anno di guerra. Quella che oggi ci funesta è la guerra che, andando oltre gli stessi conflitti già combattuti ed in corso quando il mondo era diviso in blocchi, ha avuto inizio nel 1989 con la caduta del Muro e si è posta come obiettivo il dominio finale sulla terra, questa volta da parte del capitale sovrano. Guerra mondiale, dice il papa, ma a pezzi. E i pezzi sono le singole guerre e sopraffazioni e violenze e muri e false sicurezze e chiusure, che tutti insieme fanno una guerra sola. Nel messaggio del giorno di Natale papa Francesco le ha enumerate una per una, a cominciare da quella di Israele in Palestina, che è la guerra più antica e di cui portiamo il peso maggiore, perché è la guerra provocata dalle nostre religioni non convertite. Ma poi c’è la Siria, sempre al primo posto nell’assillo del papa, e lo Yemen, e i Paesi dell’Africa, e la C

Paolo Vites Gaza, icristiani stanno “scomparendo . Quasi tutti sono fuggiti all'estero: “Qui è come essere in prigione”

Sempre più cristiani lasciano la Palestina: quasi tutti sono fuggiti all’estero. “Vivere qui è come essere in prigione” https://www.ilsussidiario.net/news/esteri/2018/12/28/gaza-cristiani-stanno-scomparendo-quasi-tutti-sono-fuggiti-allestero-qui-e-come-essere-in-prigione/1828433/ 28.12.2018 –  Paolo Vites I cristiani palestinesi, o arabi, stanno scomparendo dalla Terra Santa. Gli eredi diretti di Gesù e dei primi apostoli, quelli che probabilmente avrebbero più diritto di vivere in Palestina, sono oggi ormai una minuscola minoranza che si restringe sempre più. Ce ne sono solo poche centinaia che ancora vivono nella cosiddetta  striscia di Gaza  e quasi tutti sperano di potersene andare, schiacciati in un territorio bloccato da ogni parte e costretti a vivere in mezzo alla guerra. Se ne parla in un lungo articolo sul quotidiano inglese The Independent: “Una comunità ridotta in miseria e messa a tacere” dice nell’articolo Nisreen Antoine, una donna cristiana che lavora n

Umberto De Giovannangeli L'America First di Donald Trump trasforma il Medio Oriente in un suq

Umberto De Giovannangeli   L'America First di Donald Trump trasforma il Medio Oriente in un suq All'amico "Bibi" Donald Trump ha ricordato che gli Stati Uniti pagano ogni anno per la sicurezza d'Israele 4,5 miliardi di dollari. Alle petromonarchie del Golfo, Arabia Saudita in primis, ha chiesto di aprire ancora di più i cordoni della borsa perché la sicurezza costa e l'America "non intende essere più il Poliziotto del mondo". È la quintessenza dell' "America first" proiettata sul perturbato, esplosivo scenario mediorientale. Ma la visita a sorpresa di Donald Trump, e della First Lady Melania, alle truppe statunitensi in Iraq ha anche una valenza interna: dopo le polemiche dimissioni di Jim Mattis, il generale pluridecorato, da capo del Pentagono, l'inquilino della Casa Bianca aveva bisogno di dimostrare, fisicamente, visitando truppe impegnate in zone di combattimenti, di essere il "commander in chief" a t

I ricercatori sostengono che l’esercito israeliano ha modificato il filmato del mortale attacco missilistico a Gaza

Airbnb e Israele: il voltafaccia sulla presenza nelle colonie sarebbe peggio che stare zitti C’è un complotto per spopolare i campi di rifugiati palestinesi in Libano? Quattro palestinesi sono stati uccisi da fuoco israeliano in Cisgiordania e a Gaza I ricercatori sostengono che l’esercito israeliano ha modificato il filmato del mortale attacco missilistico a Gaza Passata in prima lettura alla Knesset una legge per l’espulsione di famiglie di palestinesi accusati di aggressione Oren Zi v 20 dicembre 2018, +972 Magazine L’esercito israeliano ha reso pubblici i filmati, fatti dai droni, dell’aviazione che bombarda un edificio apparentemente vuoto a Gaza. Inquirenti indipendenti hanno scoperto che è stata tagliata la parte in cui uno dei missili uccide due adolescenti seduti sul tetto. Secondo un’inchiesta dell’istituto britannico Forensic Architecture [Architettura forense] e del gruppo

Ramzy Baroud C’è un complotto per spopolare i campi di rifugiati palestinesi in Libano?

Il linguaggio della pedagogia neoliberista  di Henry A. Giroux  – 26 dicembre 2018 Dove può andare la rabbia? “Forte Trump” C’è un complotto per spopolare i campi di rifugiati palestinesi in Libano? Gilet gialli, scontri sul bilancio italiano e silenzio dei sindacati Perché “La fabbrica del consenso” di Chomsky è ancora rilevante? Nessun motivo di opporsi al ritiro dalla Siria deciso da Trump Un video inquietante composto da una preghiera registrata e da una fotografia di un certo ‘Hajj Jamal Ghalaini’ spunta fuori di tanto in tanto su Facebook. La voce è quella di un presunto sceicco religioso che prega per il benessere dell’uomo nella fotografia perché ha salvato i giovani rifugiati palestinesi del Libano, facilitando la loro partenza per l’Europa. Il video sarebbe stato soltanto un altro strano post sui media sociali, se non fosse stato che Ghalaini è una persona vera