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Umberto De Giovannangeli Caporetto diplomatica

CAPORETTO DIPLOMATICA - (BLOG di U. De Giovannangeli) Proveranno a indorare la pillola, a cercare una parola, una frase per dimostrare che "siamo stati ascoltati". Ma anche nell'era della post verità non si può￲ arrivare fino al punto di violentarla, la realtà. E la realtà materializzatasi a Bruxelles è che l'"affaire Diciotti" ha rappresentato per l'Italia una Caporetto diplomatica, di fronte alla quale anche quel poco che il presidente del Consiglio, l'avvocato Conte, aveva raccolto al Consiglio europeo di fine giugno, appare tanta roba. Nell'Unione europea a Ventotto Stati, appena dodici, meno della metà, hanno partecipato alla riunione tecnica convocata dalla Commissione europea a Bruxelles per cercare una soluzione definitiva al problema dei flussi migratori. E già presenze e assenze sono un segno della disfatta. Ma ciò￲ che suggella la Caporetto diplomatica, consumatasi mentre il ministro degli Esteri, l'europeista

Tom Segev Opinion Israel's Skeptical Generation Raised by Uri Avnery Exposed His Myths

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 el. haaretz.com     Israel's skeptical generation raised by Uri Avnery exposed his myths | Opinion The author Shlomo Zemach wrote in his diary a bit of gossip he said he heard from Miriam Eshkol: When she moved into the prime minister’s residence with her husband, Levi Eshkol, she discovered there was a standing order to purchase the latest issue of Haolam Hazeh for the home’s previous occupant, David Ben-Gurion , every Wednesday. According to this story, Ben-Gurion would read the “filthy weekly,” as he called it, from cover to cover. There’s no telling if this anecdote is true. Uri Avnery, who died this week , liked it; the story flattered him. He believed it was true. To really understand Israel and the Middle East - subscribe to Haaretz Perhaps Ben-Gurion read Avnery’s public

Visualizzare l'occupazione: come Israele controlla la vita dei Palestinesi

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The One State Reality From the mundane to the momentous, Israel controls Palestinian daily life …

Davide Lerner Israele, 
il fantasma apartheid

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espresso.repubblica.it Israele, 
il fantasma apartheid La nuova legge sullo Stato-Nazione accende la protesta delle minoranze…   Quando lo scorso dicembre mi sono presentato al ministero degli Interni israeliano a Tel Aviv per richiedere un visto con permesso di lavoro, oltre ai miei documenti d’identità ho presentato anche una lettera del quotidiano “Haaretz” in cui si confermava che il richiedente avrebbe avuto un impiego in Israele. Immaginavo mi avrebbe aiutato a sveltire la burocrazia. Ma la funzionaria del ministero l’ha subito messa da parte: «Di quella non me ne faccio nulla», ha detto con la classica “hutzpà” (la proverbiale faccia tosta israeliana). «Tu non otterrai il visto di lavoro perché c’è qualcuno che vuole assumerti: lo otterrai perché sei ebreo». Il giorno successivo, di nuovo al ministero per perorare la mia causa e sfidare le lungaggini burocratiche, un suo collega mi ha apostrofato mentre morivo di noia in sala d’attesa: «D

Giovanna Marini Io sto con Riace

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  Io sto con Riace | Giovanna Marini Giovanna Marini scrive al coro lettera bellissima x Riace. ha autorizzato a [...] Giovanna Marini scrive al coro lettera bellissima x Riace. ha autorizzato a farla girare: Carissimi, vi scrivo per questo problema di Riace che mi tiene sveglia la notte per la rabbia e l’impotenza. Sappiamo tutti che è un paese modello, Riace;  grazie all’accoglienza, ora pieno di neonati e adulti che erano neonati quando sono sbarcati a Riace e accolti da un sindaco intelligente che con loro ha ricostruito e ricreato un paese morente. Ora  il sindaco fa lo sciopero della fame. Lo dicono solo i social e “Il sole 24 ore” che Il Ministero degli Interni nega a Riace i soldi, quasi 2.000.000,  mandati dal’Europa per Riace, e nega anche la sovvenzione del primo semestre 2018 che ha dato a tutti i paesi. Lo Stato taglia i fondi al sindaco di Riace perché è un paese modello. C’è una sorta  di consegna del silenzio su Riace, la gente non

Gideon Levy BASTEREBBE GUARDARE ALL’AEROPORTO BEN GURION.

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BASTEREBBE GUARDARE ALL’AEROPORTO BEN GURION. di Gideon Levy Pubblicato da ab il 22/8/18 • Inserito nella categoria: Primo Piano , Strillo , Testimonianze 21/08/2018  DI  INVICTA PALESTINA Profiling è il nome del gioco, ideato per rendere le cose facili a noi, gli ebrei israeliani privilegiati, e umiliare e degradare tutti gli altri. Foto Passeggeri in partenza dall’aeroporto Ben Gurion – Credit: Ofer Vaknin Gideon Levy – 16 agosto 2018 Guardate l’aeroporto Ben Gurion, e vedrete noi. Niente riflette l’Israele del 2018 meglio di quella porta d’ingresso, il luogo più sacro per gli Israeliani. Progettato in modo elaborato, efficiente, moderno, apparente simbolo di libertà – qui il limite è il “cielo aperto” – mentre sotto le magnifiche colonne e le passerelle mobili suppurano le ingiustizie, ben nascoste, come al solito, dietro gli schermi. Il Ben-Gurion che amiamo così tanto è un aeroporto di segregazione, un aerodromo parz

Umberto De Giovannangeli Donald Trump spiazza ancora e indossa la kefyah: "Israele ha avuto tanto, ora tocca ai palestinesi"

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Donald Trump spiazza ancora e indossa la kefyah: "Israele ha avuto tanto, ora tocca ai palestinesi" (di U. De Giovannangeli) The Donald indossa la kefyah e avverte l'amico Netanyahu: Israele pagherà un "prezzo più alto" nei negoziati di pace con i palestinesi, dopo aver ottenuto il trasferimento dell'ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme. Stavolta non sono più indiscrezioni, delle quali l'HuffPost aveva dato conto due settimane fa . Stavolta è lo stesso Trump a farne parola, nel corso di una manifestazione pubblica, svoltasi ieri in West Verginia. Nell'occasione, l'inquilino della Casa Bianca ha affermato che i palestinesi "otterranno qualcosa di molto buono" in cambio della mossa dell'ambasciata , "perché è il loro turno". Trump non ha offerto dettagli su ciò che i palestin

Umberto De Giovannangel L'ordine di servizio firmato al-Baghdadi per il nuovo inizio dell'Isis 2.0

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      L'ordine di servizio firmato al-Baghdadi per il nuovo inizio dell'Isis 2.0 (di U. De Giovannangeli) Il Califfo è tornato. Per rivendicare la leadership di un'organizzazione frantumata, dispersa, per ripristinare una catena di comando militare entrata in crisi dopo le sconfitte subite dalle milizie dell'Isis a Raqqa e Mosul. E, soprattutto, per indicare un "nuovo inizio" per Isis 2.0. Ieri, 22 agosto, lo Stato islamico ha diffuso un nuovo audio del suo leader Abu Bakr al-Baghdadi. A renderlo noto è stato il gruppo Site , che monitora le attività online dei jihadisti. Rita Katz riferisce che il messaggio si intitola "Give Glad Tidings to the Patient" e dura circa 55 minuti. Sempre secondo Katz, l'ultimo messaggio audio di al-Baghdadi risaliva al 28 settembre del 2017. Dopo oltre un anno di silenzio, il califfo dello Stato islamico smentisce la sua morte e incita i suoi seguaci a continuare la guerra santa. Nel messa

GAZA. L'assedio israeliano nega il diritto alla salute dei palestinesi

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nena-news.it       GAZA. L'assedio israeliano nega il diritto alla salute dei palestinesi Alessandra Mincone Roma, 20 agosto 2018, Nena News – L’assedio a Gaza peggiora: nelle ultime settimane sono state interrotte le forniture mediche e l’arrivo di strumenti necessari per i trattamenti sanitari. L’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che il combustibile donato dalle Nazioni Unite per gli ospedali in emergenza sanitaria finirà entro la fine di agosto. L’Ocha, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, ha registrato dal 30 marzo al 2 agosto, 17.259 casi di persone nei Territori Occupati Palestinesi con problemi di salute provocati dall’inalazione di gas nocivi, armi da fuoco ed altre patologie. La chiusura parziale del varco commerciale tra il confine di Karem Abu Salem e la Striscia di Gaza ha impedito l’accesso ai medicinali e alle attrezzature per eseguire radioterapie, terapie molecolari,

VIDEO-INTERVISTA. Suad Amiry: questione migranti usata da chi in Europa cerca di far dimenticare i palestinesi

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nena-news.it VIDEO-INTERVISTA. Suad Amiry: questione migranti usata da chi in Europa cerca di far dimenticare i palestinesi   Parla la scrittrice nota in Italia per “Sharon e mia suocera”, “Golda ha dormito qui”, “Niente sesso in città”, “Murad Murad”. Il suo ultimo libro è “Damasco”.  La legge su Israele stato nazionale degli ebrei è molto pericolosa per i diritti dei palestinesi, in Israele e nei Territori Occupati. Ma l’Occidente non ne comprende la gravità, spiega Amiry

Riyadh, per la prima volta una donna rischia la pena di morte per il suo attivismo

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    Riyadh, per la prima volta una donna rischia la pena di morte per il suo attivismo Il gruppo di cinque donne e due uomini è stato fermato lo scorso 18 maggio. Stavano portando avanti la campagna per il diritto a guidare delle donne. Sono considerati un “pericolo alla sicurezza nazionale” e rischiano 20 anni di prigione. Attivista saudita: è un messaggio a tacere. Ombre sulle riforme del principe saudita e l’effettivo impegno di Riyadh per il cambiamento. Riyadh (AsiaNews/Agenzie) – “Pensavo, ‘Finalmente, posso sognare una nuova società’. Ma in questo momento, vedo il mio sogno infrangersi”. È così che Manal al-Sharif, 39 anni, attivista saudita che ora vive in Australia, commenta l’“allarmante” arresto di un gruppo di attivisti per i diritti delle donne. Al Sharif è una delle numerose voci dei gruppi per i diritti umani a chiedere il rilascio dei sette attivisti – cinque donne e due uomini – fermati lo s

Per un giorno gli abitanti del villaggio di Ein Samia hanno sconfitto i coloni israeliani più radicali

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Accompagnati da attivisti israeliani e internazionali, gli abitanti della comunità rurale palestinese Ein Samia hanno marciato verso i loro pascoli, situati tra gli avamposti  più violenti della Cisgiordania. Di Oren Ziv Gli abitanti del villaggio di Ein Samia sventolano bandiere palestinesi su una struttura abbandonata costruita dai coloni, come parte degli avamposti notoriamente radicali di Baladim, il 15 agosto 2018. (Oren Ziv / Activestills.org) La comunità di Ein Samia è composta da 40 famiglie che vivono adiacenti all'insediamento di Kochav Hashahar, appena a nord di Gerusalemme Est, nella West Bank. I residenti palestinesi furono espulsi dalla zona negli anni '70, quando l'IDF stabilì una base lì come parte dell'insediamento. Da allora gli abitanti del villaggio hanno vissuto su una collina vicina. Sei anni fa, gli avamposti di Kochav Hashahar, spesso definiti come avamposti di Baladim, iniziarono a diffondersi, c