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Stefano Jesurum, : Setirot - Not in my name - Moked

Setirot – Not in my name Pubblicato in  Idee il  ‍‍25/01/2018 -  9 שבט 5778     Esponenti di spicco della Comunità ebraica di Milano che dichiarano di voler disertare il Giorno della Memoria e vanno a braccetto con esponenti razzisti della destra italiana. Not in my name. Stefano Jesurum, giornalista

Dina Kraft: i sopravvissuti all'Olocausto scrivono una lettere contro la deportazione dei richiedenti asilo in Israele

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Dina Kraft : These Holocaust survivors warn of the bleak future awaiting the asylum seekers Israel plans to deport *** Sintesi personale Celina Shapil fuggì nell'inverno del 1943 dai nazisti, attraversando i confini della Polonia, della Slovacchia e dell'  Ungheria a piedi in mezzo alla neve ,all'età di 17 anni. Ora, questa sopravvissuta  all'Olocausto di 92 anni vede la propria storia riflessa nella difficile situazione dei richiedenti asilo africani in Israele, e quando ha sentito parlare del  piano del governo per deportarli  , si è  indignata e ha deciso   che era ora di parlare. " Anch'io ho vissuto una situazione in cui il mondo intero era apatico.  So cosa vuol dire essere soli e sentire che a nessuno importa ", ha detto a Haaretz.  "È vergognoso che ora siamo noi a fare questo.  Non dovremmo arrivare a questo, quindi c'è bisogno di pressioni pubbliche, il governo deve cambiare la sua politica ". Un gr

Dina Kraft : These Holocaust survivors warn of the bleak future awaiting the asylum seekers Israel plans to deport ***

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These Holocaust survivors warn of the bleak future awaiting the asylum seekers Israel plans to deport *** Celina Shapil spent the winter of 1943 on the run from the Nazis, crossing the borders of Poland, Slovakia and Hungary on foot through the snow at age 17. Now, this 92-year-old Holocaust survivor sees her own story reflected in the plight of African asylum seekers in Israel, and when she heard of the government’s plan to deport them , she was outraged. And then she decided it was time to speak out. I too have lived through a situation where the whole world was apathetic. I know what it feels like to be alone and feel like no one cares,” she told Haaretz. “It’s shameful we are the ones now doing this. It should not have to come to this so there needs to be public pressure the government must change its policy.” A group of Holocaust survivors sent a letter to Prime Minister Be

Visualizzare l'occupazione L'IDF spara a manifestanti palestinesi a Gaza

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On 29 December 2017, Israeli soldiers fired live ammunition and teargas at Palestinian protesters near the Gaza perimeter fence in the northern Gaza Strip. The demonstration was part of a wave of protests that followed the statement made by U.S. President Trump recognizing Jerusalem as Israel’s capital.

Visualizzare l'occupazione (video) : restrizioni all'accesso del villaggio di Hizma

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Harsh restrictions on access to the village of Hizma, January 2018

Avirama Golan : Quando Netanyahu sosteneva la protezione dei richiedenti asilo

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Richiedenti asilo in Israele. (Foto: Reuters) OPINIONE. Quando Netanyahu sosteneva la protezione dei richiedenti asilo *     Haaretz * (Traduzione di Elena Bellini) Roma, 26 gennaio 2018, Nena News – Nel 2007, l’allora Primo Ministro Ehud Olmert aveva creato una commissione interministeriale per proporre le modalità di gestione dei rifugiati dal Sudan, arrivati dall’Egitto. La commissione suggerì di rispedirli in Egitto, nonostante le testimonianze attendibili secondo cui, al rientro, sarebbero stati torturati e uccisi. La Knesset era in subbuglio: 63 parlamentari di ogni schieramento politico fecero appello a Olmert perché cambiasse idea, perché “i rifugiati che arrivano qui dal Sudan hanno bisogno di protezione e asilo , e assorbirli è un supremo dovere morale, alla luce della storia del popolo ebraico e dei valori della democrazia e dell’umanità”. Uno dei firmatari dell’appello era l’allora leader dell’opposizione, che dimostrò una stupefacente ca

Carolina Landsmann : quanta idiozia può ancora assorbire la società israeliana? La poesia di Yohonatan Gefen

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sabato 27 ge Sintesi personale Nel mare di stupidità in cui la società israeliana sta lentamente affondando, la risposta del padre di Ahed Tamimi alla discussione segreta alla Knesset, iniziata due anni fa dal viceministro Michael Oren, è stata  un salvagente di saggezza. "Come mai un tale sciocco è l tuo ambasciatore negli Stati Uniti?" Ha chiesto Bassem Tamimi con finta preoccupazione. "In che modo lo stato di Israele permette una cosa del genere?" Bella domanda. Per rispetto per Oren è meglio non entrare nei dettagli. L'intera discussione è ridicola e sarebbe imbarazzante rivelare i dettagli. In sua difesa. S embra ovvio che in un luogo dove il popolo palestinese viene negato, anche la famiglia palestinese viene negata. La vita in Israele è diventata una specie di tortura intellettuale: tutti parlano di sciocchezze ed è impossibile disconnettersi. "Israele non dovrebbe dare spazio  a un ubria

How much idiocy can Israeli society take? di Carolina Landsmann

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      How much idiocy can Israeli society take? haaretz.com     The undiplomatic ex-diplomat: What in the world has happened to Michael Oren? Israel secretly probed whether family members of Palestinian teen Ahed Tamimi are non-related 'light-skinned' actors Arab lawmakers dema