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Amos Oz. A.B. Yehoshua, David Grossman e altri cinquecento intellettuali israeliani:No all'espulsione degli abitanti di Susiya

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: . . T he High Court of Justice is enabling the Civil Administration to demolish the village of Khirbet Susyiya, in effect ejecting the residents from their land, even as their petition appealing the rejection of their master plan for the village is still pending. At any moment, the Civil Administration might now demolish the village homes, leaving the residents with no shelter in harsh desert conditions. This mode of operation by the Israeli authorities allows them to take over additional lands and drive out communities from Area C. The absence of official annexation aside, the reality of the matter is that annexation and dispossession are already here in actual fact. To learn more, click here. Why act now? At any moment, Israel’s Civil Administration (CA) might demolish all homes and structures in Khirbet Susiya, a small Palestinian village in the South Hebron Hills, the West Bank. On 4 May 2015, Israel’s High Court of Justice (HCJ) denied

Amira Hass: Giustizia militare Israele catena di montaggio per detenzione di massa

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Amira Hass: Giustizia militare Israele catena di montaggio per detenzione di massa di Amira Hass – Haaretz (trad. di Amedeo Rossi) Gerusalemme ,20 luglio 2015, Nena News – Uomo morde cane – ecco perché il caso di Mohib Zagharna attira la nostra attenzione. C’è un giudice della corte militare di Ofer che considera l’uguaglianza un valore accettabile. Il tenente colonnello Shmuel Keidar aveva deciso che Zagharna avrebbe dovuto essere rilasciato su cauzione dopo che lui e altri si sono azzuffati con le forze di polizia di frontiera e con gli ispettori dell’Amministrazione civile che erano arrivati per smantellare la linea elettrica nel suo quartiere del villaggio di Ramadin, a sud della Cisgiordania. “Quando le forze di sicurezza arrivano per distruggere la casa di una persona, è difficile immaginare una situazione in cui questa persona se ne stia in disparte e semplicemente esibisca cartelli contro la demolizione e che gli animi non

Noam Sheizaf : Israele e gli strumenti di controllo sui Palestinesi .Il falso dibattito sull'IDF

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Un albero di ulivo di fronte alla barriera di separazione israeliana a Betlemme. (Activestills.org) Il rapporto UNHRC a Gaza e le testimonianze pubblicate da "Breaking the Silence" hanno scatenato l'ennesima tornata di dibattito sulla moralità dell'  IDF o la loro mancanza. Questi dibattiti sono diventate un altro modo per la società israeliana e, a volte, per  la comunità internazionale , per parlare della occupazione senza realmente parlarne. Il mio cuore va alle persone  di Breaking the Silence, dal momento che ho la sensazione che questa volta sono nel bel mezzo di una guerra che non possono vincere. L'obiettivo della occupazione israeliana è il controllo : 'obiettivo di Israele nei confronti di tutto il popolo palestinese anche prima del 1967. A differenza di molti palestinesi non credo che il movimento sionista  abbia   deciso la  pulizia etnica  ; Il 1948 fu l'eccezione  non la regola. Negli anni successivi a

Betlemme. :Una Tenda di Cemento

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Una Tenda di Cemento Di Campus in Camps 10 luglio 2015 Il 26 giugno Campus in Camps, a cui abbiamo già dato spazio in passato , ha inaugurato una nuova forma architettonico-politica nel campo profughi di Dheisheh, a Betlemme. Pubblichiamo qui la traduzione in italiano del testo con cui Campus in Camps ha lanciato questo inedito e affascinante progetto. Quando pensiamo ai campi profughi una delle immagini più ricorrenti che viene in mente è un agglomerato di tende. Tuttavia, oggi, a quasi settant’anni dalla loro creazione, i campi profughi palestinesi sono costituiti di una materialità completamente differente. Le tende che formavano inizialmente l’accampamento con il passare degli anni sono state rafforzate e riadattate con muri verticali, successivamente sostituite da “shelter” e in seguito da vere e proprie case fatte di cemento, trasformando i campi profughi in solidi spazi urbani densamente popolati. Esiste p

L'accordo di Vienna, visto da Teheran

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di Giuseppe Caffulli | 15 luglio 2015 L'accordo di Vienna, visto da Teheran Da sinistra l' ayatollah Ali Khamenei e il presidente iraniano Hassan Rouhani. (foto Presidenza repubblica Iran) Sulle prime pagine dei giornali iraniani campeggia la foto sorridente dei negoziatori di Vienna. Dopo una lunga, estenuante trattativa, finalmente è arrivato ieri, 14 luglio, l’annuncio della firma: l’Iran degli ayatollah rinuncia ad ogni sorta di attività nucleare per scopi militari in cambio della fine dell’embargo (anche finanziario) che da decenni strangola l’economia del Paese. Ironia della sorte, proprio l’«evento storico» che doveva costituire la vera, grande novità del Medio Oriente, è finito oscurato (almeno in Europa) dalla questione greca. Previsti in un primo tempo entro il 30 giugno, i negoziati si sono protratti per altre due settimane p

Conflitto in Yemen: vittime degne contro vittime non degne

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Cristina Gulfi il 15 luglio 2015 Il movimento di solidarietà globale deve dire con chiarezza che tutte le vittime nello Yemen meritano pace e stabilità  Di Afrah Nasser. Your Middle East (10/07/2015). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi. La guerra in Yemen infuria ormai da 4 mesi. Si contano 19.000 tra morti e feriti e più di 1,2 milioni di sfollati – numeri che continuano a crescere in maniera allarmante. In questo Paese devastato e straziato dalla violenza, tuttavia, ci sono vittime ingiustamente ritenute non degne da tutte le fazioni in guerra. In particolare, i cittadini del sud dello Yemen sono considerati tali da parte degli Houthi e del loro alleato, l’ex presidente Saleh, con il pretesto che sono jihadisti o membri di Al-Qaeda. Le forze congiunte Houthi/Saleh hanno poi modificato la loro propaganda per sostenere che stavano combattendo contro Daesh (ISIS). Inoltre, hanno manipolato i med

Gaza: la poesia della vita oltre la guerra

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Mahmoud al-Kurd è nato nel campo profughi di Jabalia, a nord di Gaza. Sa bene cosa significa crescere in un territorio per anni conteso e dilaniato dalla guerra. Immaginare quella striscia di terra con uno sguardo diverso, quasi poetico, è stato necessario per offrire al mondo una visione positiva della vita a Gaza. Scatti tra realtà e fantasia in cui una bambina, sua sorella di otto anni, vive immaginando la libertà. Mahmoud al-Kurd si è avvicinato alla fotografia durante gli studi universitari in letteratura inglese, ha iniziato seguendo i tutorial online e poi è passato alla pratica. Il lavoro alla sua prima serie, intitolata "We Breathe Freedom", è iniziato durante la guerra: "Le scene indimenticabili dei bombardamenti e della violenza mi hanno in qualche modo costretto a creare queste foto per raccontare la nostra realtà. Il mio messaggio è che siamo tutti esseri umani e come tali sognamo la libertà e la pace". Nel pieno rispetto della fot

Gaza, serie di esplosioni: 2 feriti

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Possibili attentati di militanti Isis 08:45 - Almeno cinque automezzi che appartengono a militanti di Hamas e della Jihad islamica sono stati danneggiati all'alba da altrettante esplosioni simultanee nel rione di Sheikh Radwan, a Gaza. Lo riferisce l'agenzia di stampa palestinese Maan secondo cui nelle vicinanze sono stati visti slogan inneggianti allo Stato Islamico. Fonti locali aggiungono di aver anche udito raffiche di arma automatica. Finora si ha notizia di due feriti, non gravi. Gaza , serie di esplosioni: 2 feriti - Tgcom24

LIBANO - IRAN Dal nucleare iraniano alla “pace dei coraggiosi”, per la fine delle guerre

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LIBANO - IRAN Dal nucleare iraniano alla “pace dei coraggiosi”, per la fine delle guerre in... L’opinione pubblica libanese e araba ha accolto con prudenza e diffidenza l’accordo. Secondo alcuni potrebbe essere il viatico per l’elezione del presidente in Libano. Il... asianews.it LIBANO - IRAN Dal nucleare iraniano alla “pace dei coraggiosi”, per la fine delle guerre in Medio oriente di Fady Noun L’opinione pubblica libanese e araba ha accolto con prudenza e diffidenza l’accordo. Secondo alcuni potrebbe essere il viatico per l’elezione del presidente in Libano. Il ruolo di Riyadh e Teheran per la pace nella regione. Timori di nuove violenze durante i festeggiamenti per la fine del ramadan. Beirut (AsiaNews) - L’opinione pubblica libanese e araba, che non crede troppo ai miracoli, ha accolto con una prudenza velata di diffidenza l’ accordo sul nucleare iraniano. Ecco dunque che il Partito liberale nazionale (Pnl) a

Meretz : no all'abbattimento del villaggio arabo di Sussya

Meretz condanna il tentativo del governo Netanyahu, pressato dai coloni, di sgombrare e demolire il villaggio arabo di Sussya a sud di Hebron nei territori occupati. Al posto di quelle case i coloni vorrebbero creare un nuovo ridente insediamento, infischiandosene delle proteste degli USA e della Comunita' Europea. "Il ringhio dei cani non puo' fermare la nostra carovana". foto di Meretz מרצ. Meretz מרצ הכפר סוסיא שבדרום הר חברון עומד בפני הריסה. למה? כי המתנחלים באזור, שעסוק ים בשנים האחרונות בהשתלטות שיטתית על אדמות התושבים, לא רוצים אותם שם ומפעילים לחץ על המערכת הצבאית דרך עמותת "רגבים". ההריסות מתוכננות לימים הקרובים, כדי להספיק ולקבוע עובדות בשטח לפני הדיון בעתירת התושבים בבג"צ שאמור להתקיים ב-3 באוגוסט. ההחלטה להרוס את כפר סוסיא, שבעקבותיה יאבדו את בתיהם כ-90 בני אדם, 45 מתוכם ילדים, היא לא רק החלטה בריונית ואכזרית, אלא גם טיפשית. ארצות הברית כבר הודיעה שלהריסת הכפר והרחבת הכיבוש יהיו השלכות וברור שמדובר בפגיעה נוספת ביחסים הח

Honoring the Catholic spy who warned about the Shoah

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Honoring the Catholic spy who warned about the Holocaust HAARETZ.COM | Di Marisa Fox-Bevilacqua He’s the only person I ever met whom I considered truly noble,” says noted Holocaust scholar, filmmaker and writer Michael Berenbaum, referring to Jan Karski, a Polish resistance fighter who warned Western leaders of the impending genocide of Europe’s Jews during World War II. Speaking at the screening of a new Polish documentary, “Karski & the Lords of Humanity,” at the recent Jewish Culture Festival in Krakow, Berenbaum said, “I’ve met Nobel Prize winners, but I truly felt I was in the presence of nobility when I was with him. He elevated every conversation.” That may be, but somehow Karski’s commanding presence and death-defying mission to save Polish Jewry evaded Hollywood and even the independent lens until now. But after 10 years of trying to bring the elusive member of the Polish underground’s larger-than-life st