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Giù le mani da Lancet e dal suo editore REED ELSEVIER sotto attacco

RESPONSE TO THE COMPLAINT TO REED ELSEVIER, PUBLISHERS OF THE LANCET, BY PROFESSOR SIR MARK PEPYS AND 395 COLLEAGUES Posted on April 15, 2015 by handsoffthelancet In this public response to the smear campaign and personal attacks on Richard Horton, The Lancet Editor-in-Chief, Lancet Complaint  to Reed Elsevier, we assert:- 1. Richard Horton is highly regarded as an exceptional leader in global health and as a campaigning Editor of The Lancet in the best traditions of the Journal. 2. Politics is intrinsic to many health issues and a legitimate subject for health commentary and debate, especially in the world’s leading global health journal. Controversy is an inevitable and healthy aspect of public discourse on political issues. 3. The “Open letter to the people of Gaza” addressed an important topical issue, the main points of which have been substantiated by subsequent, independent, reports of what happened in the Gaza Strip in the summer of 2014, of which

Piero Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz: l'Europa intervenga in aiuto degli immigrati

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Piero Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz: l'Europa intervenga in aiuto degli immigrati Ieri e' capitato con la Shoa, oggi con i profughi morti in mare "Il mo ndo civile dovrebbe farsi carico dell'odissea vissuta dai migranti che provano ad attraversare il mar Mediterraneo per sfuggire a guerre, persecuzioni e miseria. Sinceramente nutro qualche dubbio sulla presunta civilta' europea, mi sembra un atteggiamento di superiorita' assolutamente ingiustificato. Ieri e' capitato con la Shoa, oggi con i profughi morti in mare. L'Europa non puo' girarsi dall'altra parte e restare nell'indifferenza generale". Cosi' Piero Terracina, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz - Birkenau dove fu deportato appena quindicenne, ha commentato, a margine di un incontro organizzato al liceo Meli di Palermo, le ultime tragedie nel Canale di Sicilia. Terracina e' stato prima vittima delle leggi razziali promulgat

La bellezza nascosta di Gaza

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Donne che praticano yoga. Ragazze al mare sulle tavole da surf. Studentesse velate che fanno sport. Così una fotografa allergica agli stereotipi ritrae la quotidiana resistenza di un popolo all’oppressione. Dei militari di Israele e degli integralisti di casa Guarda la gallery di Davide Frattini - 03 aprile 2014   Lezioni di yoga sulle colline fuori Betlemme Foto di Tanya Habjouqa La donna ripercorre nell’oscurità il sentiero sotto la sabbia che i “topi” hanno impiegato due mesi a scavare: un metro all’ora, dieci ogni notte, prima di poter sbucare dall’altra parte. Anche lei non ha il permesso per passare la frontiera verso l’Egitto alla luce del sole, i suoi passi sono rischiarati dalle torce elettriche. I passi, il mazzo di fiori tenuto stretto e il sorriso: sta andando a una festa. I generali egiziani hanno deciso di smantellare questi tunnel dei trafficanti da dove passano armi e munizioni con cui colpire Israele, cibo, droga, sigarette, qualche v

Ebru Buyukgul : donne palestinesi tra occupazione e patriarcato

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- La lotta per la liberazione del popolo palestinese non aiuta a sufficienza il processo di liberazione della donna dal patriarcato, scrive la studiosa Ebru Buyukgul      traduzione di Romana Rubeo  Circa due anni fa, pressappoco in questo periodo, Mona Mahajna, trentenne madre di tre figli, fu trovata uccisa nel suo appartamento di Umm al-Fahm. Dopo il divorzio e la conseguente separazione dai suoi bambini, aveva preso la coraggiosa decisione di iniziare una nuova vita. Fatto ammirevole, di per sé; ma in una società patriarcale, in cui le donne divorziate sono spesso disumanizzate e messe in ridicolo, Mona ha pagato la libertà con ciò che aveva di più caro: la vita. Non è certo l’ultima vittima di violenza domestica nei territori occupati palestinesi, ma purtroppo è l’unica di cui ho sentito parlare sulla stampa. Dopo Mona, ci saranno state innumerevoli vittime che non sono salite alla ribalta della cronaca e che sono morte nell’indifferenza generale.

Richard Silvestein : IDF sempre più spesso interviene in Siria

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http://www.richardsilverstein.com/…/idf-lies-about-its-syr…/ New post published at Tikun Olam-תיקון עולם  Sintesi personale I media stranieri hanno riferito  di due distinti  attacchi israeliani contro obiettivi militari siriani : siti missilistici SCUD e depositi di armi . Anche se questo non è stato confermato, in passato Israele ha specificamente attaccato i convogli di armi che portavano armi iraniane, attraverso la Siria , in Libano, dove  ci sarebbero  gli  arsenali  anti-israelianali degli  Hezbollah. Ieri  l'  l'IDF  sostenenva di aver ucciso quattro sabotatori che tentavano  di mettere un IED lungo la recinzione del  Golan . Curiosamente Israele non ha identificato l'affiliazione degli attaccanti,ma si presume che fossero Hezbollah. L' 'esercito israeliano ha negato i rapporti dei media (in ebraico e in inglese ).  Ecco il comunicato ufficiale :   "Oggi in Siria ci sono stati  combattimenti tra al-Nusra e Hez

Alon-Lee Green |: Where is the concern for the surrogate mothers in Nepal?

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      Where is the concern for the surrogate mothers in Nepal? I searched and searched the Israeli media, and searched again, for any mention of the women who had until just recently carried these 24 babies for nine months, and did not find a single reference to them. HAARETZ.COM I too was shocked by the story of dozens of babies and their Israeli fathers stuck in Nepal, helplessly awaiting rescue and a safe haven after the massive earthquake there. This awful story succeeded in eliciting feelings of identification and solidarity, and the articles and social media posts on the matter have been moving. But I must point out an additional difficult aspect of this story, which also comes to light through these same articles and posts. I searched and searched, and searched