Piero Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz: l'Europa intervenga in aiuto degli immigrati




Piero Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz: l'Europa intervenga in aiuto degli immigrati
Ieri e' capitato con la Shoa, oggi con i profughi morti in mare
"Il mondo civile dovrebbe farsi carico dell'odissea vissuta dai migranti che provano ad attraversare il mar Mediterraneo per sfuggire a guerre, persecuzioni e miseria. Sinceramente nutro qualche dubbio sulla presunta civilta' europea, mi sembra un atteggiamento di superiorita' assolutamente ingiustificato. Ieri e' capitato con la Shoa, oggi con i profughi morti in mare. L'Europa non puo' girarsi dall'altra parte e restare nell'indifferenza generale". Cosi' Piero Terracina, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz - Birkenau dove fu deportato appena quindicenne, ha commentato, a margine di un incontro organizzato al liceo Meli di Palermo, le ultime tragedie nel Canale di Sicilia. Terracina e' stato prima vittima delle leggi razziali promulgate dal fascismo che gli impedirono di frequentare la scuola, poi appena 15enne, fu deportato nel campo di sterminio di Auschwitz, dove sopravvisse mentendo sulla propria eta' e dove fu liberato, quasi un anno dopo, dalle truppe russe, unico sopravvissuto degli otto componenti della sua famiglia. "La mia famiglia e' stata consegnata ai nazisti da un ragazzo fascista. Allora i tedeschi pagavano 5000 lire a prigioniero, noi eravamo in otto, per un totale di 40mila lire, una bella cifra per l'epoca. Ricordo gli stenti sul treno per Auschwitz che ha fermato in diverse stazioni, tra l'indifferenza generale. Una volta arrivati, abbiamo visto file interminabili di prigionieri ridotti in fumo e cenere. Nessuno di noi sopravvissuti ha festeggiato la liberazione, eravamo annichiliti, io pesavo appena 38 chili. Poi un monito agli studenti: "Gli esecutori del massacro contro gli ebrei non erano pazzi o barbari inferociti da mortificanti condizioni di vita - racconta - appartenevano a una nazione che amava le arti e la letteratura, erano persone che rientrando nelle loro case baciavano i propri figli e facevano recitare loro le preghiere". Per questo Terracina si dice "indignato e preoccupato dalle crescenti ondate di razzismo, di chi oggi prova ancora a mistificare la realta', negando la Shoa o utilizzando strumentalmente i migranti, come prima ha fatto con i Rom e i Sinti". Infine un apprezzamento sentito verso il presidente della Repubblica Mattarella che ha reso omaggio, subito dopo il suo insediamento, alle vittime delle Fosse ardeatine. (ANSA).

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