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Richard Falk :Quando un terrorista non è un terrorista

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  21 febbraio 2014 Ciò che la polizia di Chapel Hill, nella Carolina del Nord ha inizialmente pubblicizzato nel mondo come ‘un litigio per un parcheggio’, è stata l’uccisione deliberata di tre giovani e devoti studenti musulmani americani per mano di un assassino, ‘nuovo ateo’ di nome Craig Stephen Hicks, motivato ideologicamente. Quello che The Economist chiama senza esitazione ‘terrorismo a Copenhagen ha  implicato il tentativo di sparare a un vignettista danese che ripetutamente deride  il Profeta e le convinzioni islamiche e ha implicato anche l’uccisione con arma da fuoco di una guardia di sicurezza ebrea davanti a una sinagoga. Un amico comprensibilmente pone una domanda seria su Twitter che potrebbe essere stata messa da parte in quanto esagerazione retorica appena pochi anni fa: “Soltanto i musulmani sono capaci di terrorismo?” Trovo profondamente inquietante che mentre alla tragedia di Chapel Hill viene data un’attenzione mediatica marginale tranne che tra

Gandhi sulla questione Palestinese

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Ho ricevuto numerose lettere in cui mi si chiede di esprimere il mio parere sulla controversia tra arabi ed ebrei in Palestina e sulla persecuzione degli ebrei in Germania. Non e' senza esitazione che mi arrischio a dare un giudizio su problemi tanto spinosi." 27 ottobre 2004 Fonte: www.daddo.it Ghandi Le mie simpatie vanno tutte agli ebrei. In Sud Africa sono stato in stretti rapporti con molti ebrei. Alcuni di questi sono divenuti miei intimi amici. Attraverso questi amici ho appreso molte cose sulla multisecolare persecuzione di cui gli ebrei sono stati oggetto.[.......]. Ma la simpatia che nutro per gli ebrei non mi chiude gli occhi alla giustizia. La rivendicazione degli ebrei di un territorio nazionale non mi pare giusta. A sostegno di tale rivendicazione viene invocata la Bibbia e la tenacia con cui gli ebrei hanno sempre agognato il ritorno in Palestina. Perche', come gli altri popoli della terra, gli ebrei non dovrebbero fare la loro

Ugo Tramballi :Ayatollah Netanyahu

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Slow news di Ugo Tramballi Ayatollah Netanyahu   L’ ultima, se nel frattempo non ce n’è stata un’altra, è l’accusa della Casa Bianca e del dipartimento di Stato: Israele ha sottratto e reso noto i segreti della trattativa sul nucleare iraniano. Non ha solo fatto questo all’alleato americano e agli altri cinque che stanno negoziando con Teheran: Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania, nessuno dei quali nemico dello Stato ebraico. Le notizie che ha diffuso sono false o costruite per non fare apparire la realtà ma quella che serve a Benjamin Netanyahu. Con l’assenza di scrupoli che ha distinto la sua carriera politica fin dagli esordi, il primo ministro israeliano ripete di essere pronto a tutto, quando si tratta della sicurezza d’Israele. In realtà è solo campagna elettorale: si vota il 17 marzo e Bibi vuole vincere di nuovo. Anche ignorando gli interessi d’Israele e calpestando i valori democratici del suo Paese. La mossa propagan

Isis, boia alti due metri e mare finto «Falso il video su uccisione dei copti»

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        «Forse un falso il video dell’uccisione dei 21 cristiani giustizia dall’Isis» I sospetti della tv americana Fox che ha fatto analizzare il filmato. corriere.it   WASHINGTON - La tv americana Fox ha fatto analizzare il video dell’esecuzione dei copti in Libia ad alcuni esperti: la loro conclusione è che è stato manipolato usando tecniche ben note ma il “regista” ha commesso degli errori. A giudizio di Veryan Khan, responsabile del Terrorism Research & Analysis Consortium (Trac), la prima anomalia riguarda il presunto boia, il terrorista che si esprime in inglese. E’ troppo grande rispetto alla sfondo e anche la sua testa non è proporzionata. Stessa caso per i jihadisti alle spalle delle vittime: è come se fossero stati alti 2 metri. Gli aguzzini, in pr

Amira Hass : 21 years after Goldstein massacre, once-thriving Hebron is a mere memory

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      21 years after Goldstein massacre, once-thriving Hebron is a mere memory February 25 marks the 21 years since Dr. Baruch Goldstein entered the Tomb of the Patriarchs and gunned down 29 Muslims kneeling in prayer at the Ibrahimi... ebx.sh Despite her many aches, Zahira Dandees – she has no idea how old she really is – smiles at us. Her face lights up, because so few people visit her in her home on Hebron’s main street, Shuhada. “They’re afraid to come,” she says. In any case, it’s complicated. Some 120 roadblocks and 18 manned checkpoints cut off the streets, and Palestinians are forbidden to drive cars in the entire Israeli-controlled area and forbidden to walk on most of this main street.

Zeev Sternhell::Le elezioni-Gattopardo e il suicidio della sinistra. Pace e giustizia sociale sono inscindibili"

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9 ore fa · Israele. "Le elezioni-Gattopardo e il suicidio della sinistra" “Queste elezioni sono la traduzione italiana del Gattopardo: tutto cambi perché tutto resti uguale. E se c’è un dato che contrasta con questo assunto, è purtroppo negativo: il suicidio politico di ciò che resta della sinistra israeliana”. A sostenerlo, in questa intervista concessa all’Huffington Post, è il più autorevole storico israeliano: il professor Zeev Sternhell . Tra le sue opere, ricordiamo «Nascita d’Israele. Miti, storia, contraddizioni»; «Nascita dell’ideologia fascista»; «Contro l’illuminismo. Dal XVIII° secolo alla guerra fredda», editi in Italia da Baldini Castoldi Dalai. Nel 2008, è stato insignito della più prestigiosa onorificenza culturale e scientifica del suo Paese: il Premio Israele per le Scienze politiche “Se c’è un elemento trasversale agli schieramenti politici – rimarca Sternhell – è la statura dei vari leader: davve

Foto : neve sui monumenti sacri e profani di Gerusalemme

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 Gerusalemme Est, il 20 febbraio 2015. (Photo by Faiz Abu Rmeleh / Activestills.org) Bambini palestinesi fanno un modello di neve della Cupola della Roccia   di fronte ad Al Aqsa, il 20 febbraio 2015. (Photo by Faiz Abu Rmeleh / Activestills.org) Fedeli ebrei al Muro del Pianto a Gerusalemme,  il 20 febbraio 2015. (Foto di Faiz Abu Rmeleh / Activestills.org) Neve su tutto il muro di separazione che circonda il campo profughi di Shuafat a Gerusalemme Est, il 20 febbraio 2015. (Photo by Yotam Ronen / Activestills.org) Neve sulla Chiesa di Maria Maddalena a Gerusalemme Est, il 20 febbraio 2015. (Photo by Faiz Abu Rmeleh / Activestills.org) Un uomo prega presso il Muro Occidentale, il 20 febbraio 2015. (Photo by Faiz Abu Rmeleh / Activestills.org) Un uomo anziano sale le scale coperte di neve che  lo  hanno portato alla Cupola della Roccia, Gerusalemme Est, il 20 febbraio 2015. (Foto di Faiz Abu Rmeleh / Activestills.org)  

Gaza 2015 : tra le macerie il coraggio della normalità e la normalità della nostra vergogna

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Gaza 2015 : tra le macerie il coraggio della normalità e la normalità della nostra vergogna

Carlo Strenger : Netanyahu deve ringraziare l' ISIS

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Sintesi personale Articolo Non ricordo un periodo della campagna elettorale così fiacco e privo di speranza, come quello al quale stiamo assistendo ora ,neanche gli scandali  sono riusciti    a iniettare reale vigore a queste  elezione. In ogni caso non espongono la corruzione reale. Il centro-sinistra ha pressoché abbandonato le  decisioni strategiche di lungo termine . Si sa che l'opinione pubblica israeliana  è allergica  a parlare di pace, che la maggior parte considera ciò   un finto  scenario e pensa che  solo  la sinistra elitaria, completamente scollegata dalla realtà, può anche sognarla .   In Medio Oriente la  primavera araba si  è trasformata  in un incubo che ha portato alla ricostituzione di una brutale dittatura militare in Egitto  e alla  creazione  di stati falliti governati da fazioni in guerra, come Al-Qaeda e  lo Stato islamico (noto anche come ISIS e ISIL ) L' ISIS è riuscita a generare un timore diffuso che sta  guadagnando ter

La crisi del progetto nazionale palestinese

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Di Fayez Rasheed. Al-Quds al-Arabi (19/02/2015). Traduzione e sintesi di Ismahan Hassen.   I negoziati in Palestina sono giunti ad un punto morto. Ciò è dovuto al fatto che ci sono attualmente due autorità in lotta tra di loro, su chi dovrebbe rappresentare la chiave di volta capace di aprire la prigione a cielo aperto in cui il suo popolo vive. I fattori che però contribuiscono a questo stato d’impasse sono molti e diversi. In primo luogo vi è il calo di supporto che i vicini Paesi arabi stanno manifestando nei confronti della questione palestinese. In seguito alla recente designazione delle Brigate Al-Qassam come organizzazione terroristica da parte della corte egiziana, ad esempio, i rapporti tra le autorità di Gaza e l’Egitto sono piuttosto tesi. Oltre a tale aspetto, tanto l’Autorità Palestinese in Cisgiordania quanto Hamas nella Striscia di Gaza sono entrambi colpiti da una pesante crisi finanziaria, che devefare i conti anche con la frustrazione diffusa t

Rasha Abou Jalal : Gli abitanti di Gaza costretti a vendere i loro beni

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  Gazans forced to sell their belongings ➡ Sintesi personale GAZA CITY, Striscia di Gaza - la povertà ha portato Khaled Selim, 48  anni , a vendere alcuni dei suoi mobili ad un prezzo molto economico  al fine di non arrivare all' accattonaggio. Selim che lavorava  in una fabbrica di cemento distrutta  durante la guerra a Gaza, ha detto  ad Al-Monitor, "Non avevo altra scelta che vendere il mio mobili quando ho finito tutti i soldi che avevo risparmiato.   Non posso permettermi le medicine per mia moglie e lei è malata di cancro .Ora dormiamo sul  pavimento. Ho  dovuto vendere i letti  e la stessa sorte seguirà nel prossimo futuro il frigorifero, del resto, è   sempre vuoto" La sofferenza di Selim  rispecchia la sofferenza della maggior parte degli 1,8 milioni di abitanti di Gaza. Essi soffrono di una gravissima crisi finanziaria che ha aggravato la  già devastante situazione

Michele Giorgio : Palestina solare

—  Michele Giorgio , GAZA CITY, 18.2.2015 Gaza. Un ingegnere palestinese e alcuni scienziati italiani hanno completato, con un finanziamento dell'ong Sunshine4Palestine, il progetto che grazie all'energia fotovoltaica garantisce per quasi tutto il giorno corrente elettrica a un intero ospedale. Ora puntano ad illuminare una strada del campo profughi di Shate e propongono progetti "verdi" per acqua e depuratori. Haitham Ghanem accanto ai pannelli fotovoltaici del Jenin Hospital © Michele Giorgio L’ingegnere Hai­tham Gha­nem ha avuto una vita più o meno simile a quella di tanti altri pale­sti­nesi¬ pro­fu­ghi. Costretto a lasciare il Kuwait durante la prima guerra del Golfo tra l’Iraq e gli “Alleati” — la prima delle tante coa­li­zioni messe in piedi da Washing­ton per le sue guerre in Medio Oriente — Gha­nem con pochi soldi in tasca arriva in Gior­da­nia, dove cono­sce sua moglie, per poi appro­dare, dopo una par