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Usa-Iran, prove di distensione di Fulvio Scaglione (video)

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Non  si  prevede alcuna sanzione automatica in caso di non osservanza, da parte del regime di Assad, della richiesta di consegnare tutte le armi chimiche. Se Assad farà il furbo, la "pratica" tornerà al Consiglio di Sicurezza che dovrà decidere che fare, con la possibilità di arrivare anche all'intervento armato. Nulla quindi è garantito, tutto è ancora da fare. Ma l'accordo sulla Siria raggiunto dai 15 Paesi del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (tra cui i 5 membri permanenti, cioè Usa, Russia, Gran Bretagna, Cina e Francia) è di gran lunga l'atto migliore e più importante siglato dalla diplomazia internazionale in due anni e mezzo di massacro in Siria. Questo da un lato dimostra in quali condizioni sia la diplomazia internazionale, e quanto profonde siano le divisioni all'interno del Consiglio. Dall'altro, però, rivela a quale velocità stiano cambiando, pare in meglio, i rapporti tra gli Usa e l'Iran.

Meretz : comunicati settembre

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1 Meretz : L'unica prospettiva per non far fallire i negoziati con i Palestinesi e' di por fine all'occupazione e di ritornare con lievi modifiche ai confini del 1967. Netanyahu lo sa bene, ma e' molto dubbio che sia disposto a percorrere con coraggio questa strada. יו"ר מרצ, זהבה גלאון Zehava Galon , קוראת לנתניהו לנצל את ההזדמנות שלו לעשות היסטוריה ולהגיע להסכם שלום עם הפלסטינים, כשמאחוריו תמיכה של רוב הציבור הישראלי. "א בו מאזן פרש לפניך בנאומו באו"ם את השטיח - וכל מה שאתה צריך לעשות, זה להתחייב להסכם קבע על בסיס קווי 67, שיביא לסיום הסכסוך.  2   Meretz: Non fate i finti tonti. La politica di demolizione dei villaggi palestinesi posta in atto senza complimenti da Netanyahu e' studiata a tavolino e pianificata. Potete condividerla, ma allora e' bene che diciate ad alta voce che siete con i coloni e approvate tutto quello che viene fatto in loro favore sfacciatamente. Cercate di non essere ipocriti e guardatevi

Video : l'IDF proibisce agli israeliani di unirsi alla protesta palestinese contro il concerto dei coloni

By Ma irav Zonszein | Pubblicato 26 Settembre 2013 Sintesi  personale Quindici israeliani hanno cercato di unirsi ai palestinesi nel villaggio della Cisgiordania di Susya per protestare contro un concerto per soli ebrei  della  colonia adiacente, ma solo sette hanno potuto farlo. L'IDF li ha fermati più volte sulla strada, sostenendo c'era un ordine militare che vietava la loro presenza. I sette che sono riusciti a unirsi alla protesta erano circondati da 100 soldati e poliziotti di frontiera. Il cantante israeliano Ehud Banai ha tenuto un concerto lunedi notte a una folla esclusivamente ebraica nella colonia di Susya nel sud delle Hebron Hills, dopo aver annullato inizialmente  il concerto  a causa delle proteste della sinistra. Banai ha dichiarato che ha deciso di andare avanti con il concerto perché altrimenti avrebbe solo "soffiato sul fuoco dell'odio" e perché egli  è impegnato a "unire le persone." Nasser Nawajaah, un residente

Gerusalemme Est: La polizia usa la pistola taser contro un Palestinese e lo arresta

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  PHOTOS: Police tase Palestinian after Friday prayers L'uomo  tornava dalla preghiera del Venerdì a Gerusalemme Est , mentre giovani palestinesi  si scontravano con la polizia  perchè aveva  impedito l'accesso alla preghiera nella moschea di Al-Aqsa ai fedeli  che avevano meno   di 50 anni , costringendoli   a pregare al di fuori dei punti di controllo. 2 VENERDI’ DI AL AQSA, SCONTRI A GERUSALEMME E CISGIORDANIA http://nena-news.globalist.it/ Sono in corso duri scontri a Gerusalemme e in tutta la Cisgiordania tra forze militari israeliane e manifestanti palestinesi. Nel giorno definito “il Venerdì di Al Aqsa”, sono state indette manifestazioni intorno alla Spianata delle Moschee a Gerusalemme: a Lions Gate i manifestanti hanno rimosso una barriera della polizia, che circonda l’area e vieta l’ingresso dei fedeli. Scontri a Ramallah, al carcere di Ofer, ad Hebron, ad Huwwara (Nablus) e al campo profughi di Aida (Betlemme), dove sono stati schierati gli

Abbas: "La finestra della pace si restringe"

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  Gerusalemme, 27 settembre 2013, Nena News - Una deroga al protocollo è parsa di buon auspicio ieri all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, quando Mahmoud Abbas, presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, si è seduto sulla sedia dei capi di Stato in attesa di rivolgersi alla platea che lo ha accolto con un applauso. Ma il rischio che resti soltanto una formalità è alto. Dal 1974 i suoi predecessori avevano sempre atteso in piedi e Arafat era solito appoggiare la mano su quella sedia finora negata ai rappresentanti di un popolo senza Stato. Dall'anno scorso l'ANP è diventato il governo di uno Stato osservatore, come il Vaticano, cioè senza diritto di voto sulle risoluzioni. Ad un anno di distanza dal voto dell'Assemblea Generale dell'Onu, che scatenò tante rappresaglie da parte israeliana, Abbas ha espresso il suo impegno a negoziati rapidi con l'obiettivo di raggiungere la pace in nove mesi: due popoli, due Stati e Gerusalemme Es

Israele : Fermare questa ossessione dell'Olocausto in realzione alla visita di Rohani

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             Sintesi personale   L'uomo da Teheran ha  effettivamente pronunciato la H - parola ? Egli è disposto ad attestare la sua unicità o sta semplicemente riferendosi ad esso come un altro crimine della storia ?  Dobbiamoavere   le risposte a tutte queste domande o  noi non daremo ad  Hassan Rohani tregua  finché non  si sia  spogliato davanti a noi di ogni scheggia  di dubbio  o di smentita . E poi cosa? L'ultima settimana Rohani ha concesso numerose  interviste  ai media occidentali e

Domande sulla pace a Yom Kippur di Giorgio Bernardelli

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  C'è una coincidenza singolare quest'anno nel calendario di Israele: al tramonto del 13 settembre comincia lo Yom Kippur , il giorno dell'espiazione, uno dei momenti più sacri del calendario ebraico. Si tratta infatti della giornata in cui si digiuna in segno di pentimento per il male compiuto, impegnandosi a rimediare le offese verso il prossimo. Solo che quest'anno il 13 settembre cade anche il ventesimo anniversario della cerimonia durante la quale - sul prato della Casa Bianca a Washington, davanti a Bill Clinton - Yitzhak Rabin e Yasser Arafat firmarono gli Accordi di Oslo, la dichiarazione che in quel momento tutti pensavamo potesse aprire la strada verso la pace in Medio Oriente. L'accostamento è intrigante: l'anniversario delle speranze di pace andate in fumo (e probabilmente oggi non più proponibili in quella forma) cade propria nella giornata del pentimento. Un’abbinata che un'analista acuto come Akiva Eldar, fino a poco tempo fa