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Abuna Mario :1 MARZO: anche nella tua città UN PONTE PER BETLEMME

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Fai memoria con noi del 1 marzo… Posted on   24 febbraio 2012   Carissimi amici vi allego un pò di notizie su una iniziativa per fare memoria di un giorno triste nella storia dell’umanità. Ci sono giornate della memoria di seria A e di serie B…la nostra giornata del 1 marzo agli occhi del mondo è di serie Z ma agli occhi di Dio ha lo stesso valore delle altre. Perchè le azioni malvage vanno condannate tutte allo stesso modo, non ce ne sono alcune più malvage ed altre meno malvage…e quello che è successo a Betlemme e dintorni il 1 marzo 2004 ha dentro di sè tutti i crismi della malvagità ed è per questo che da quel lontano 1 marzo ogni venerdì andiamo a pregare sotto il muro affinchè possa cadere perchè siamo sempre più convinti che UN MURO NON BASTA, ed è per questo che ti chiediamo di aiutarci a costruire… 1 MARZO: anche nella tua città UN PONTE PER BETLEMME GIOVEDI 1 MARZO 2012 organizza un appuntamento di  sensibilizzazione e di preghiera nella tua città, nella

HAMAS ORA ATTACCA FRONTALMENTE ASSAD

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Per la prima volta in pubblico i leader del movimento islamico palestinese si schierano contro Damasco che pure li ha protetti per anni. Pragmatismo o opportunismo? DELLA REDAZIONE Roma, 25 febbraio 2012, Nena News (nella foto il leader di Hamas Meshaal e il presidente siriano Assad) – Mancava solo la presa di posizione pubblica. E’ arrivata ieri. I leader del movimento islamico Hamas si sono schierati apertamente contro il regime del presidente siriano Bashar Assad che perde uno dei suoi pochi alleati sunniti nel mondo islamico. Una mossa, avvenuta non a caso mentre era in corso a Tunisi la riunione degli «Amici della Siria», forse prelude ad un raffreddamento dei rapporti anche con l’Iran – che pure qualche settimana fa aveva ricevuto come un capo di stato il premier di Hamas, Ismail Haniyeh – e con il movimento sciita libanese Hezbollah alleato di Tehran e Damasco. Proprio Haniyeh ieri ha inneggiato alla rivolta contro Assad. «Saluto tutti i popoli della primavera araba o

2011: un anno di violenze israeliane contro la Striscia di Gaza

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Sergio Yahni (Alternative Information Center) Secondo i dati raccolti dall'organizzazione per i diritti umani Al Mezan con base a Gaza City, nel corso del 2011 l'esercito israeliano ha ucciso almeno 114 palestinesi nella Striscia di Gaza, di cui 15 erano bambini e 2 donne. In questo stesso anno, circa 470 palestinesi sono stati feriti, di cui 120 bambini e 35 donne. Al Mezan afferma inoltre che l'esercito israeliano non si è limitato a mettere in pericolo le vite umane. Nel corso del 2011, 152 abitazioni civili sono state danneggiate e dieci sono state completamente distrutte. Inoltre 31 negozi, 23 officine e 73 edifici pubblici sono stati danneggiati, mentre 84 dunam di terra sono stati distrutti. L'esercito israeliano proibisce ai palestinesi di fare proteste non-violente contro l'assedio di Gaza. Nel corso del 2011, l'esercito ha attaccato otto manifestazioni nella zona cuscinetto lungo il confine occidentale di Gaza con Israele. Durante q

GIOVANE PALESTINESE UCCISO ALLE PORTE DI GERUSALEMME, TENSIONE A HEBRON

Talat Ramia, 25 anni, e' stato colpito in pieno petto da un colpo esploso dai soldati israeliani a Qalandia, tra Ramallah e Gerusalemme. Ieri a Hebron mano pesante dell'esercito contro dimostranti MICHELE GIORGIO Gerusalemme, 25 feb 2012, Nena News  (nella foto di Maannews, il vano tentativo di salvare Talat Ramia) – Un giovane ucciso a Kalandia. Le due città sante della Palestina in fiamme. I territori palestinesi e l’occupazione israeoliana tornano in primo piano. Talat Ramia, 25 anni, colpito ieri in pieno petto da un proiettile sparato dai soldati al valico di Kalandia, tra Ramallah e Gerusalemme, si è spento in ospedale. I medici hanno fatto il possibile per rianimarlo ma non sono riusciti a salvarlo. Scontri seguiti a quelli violenti, con 35 palestinesi (e alcuni poliziotti israeliani) feriti, divampati sulla spianata della moschea di al Aqsa a Gerusalemme al termine della preghiera islamica. A Hebron, la città dei Patriarchi, soldati e guardie di frontier

Come Mosca guarda all’impasse nucleare iraniana

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Original Version:  How the Iran Nuclear Standoff Looks From Russia A meno che non venga data un’ultima possibilità alla diplomazia, le due cose che preoccupano maggiormente i leader russi (una guerra degli Stati Uniti contro l’Iran, e un Iran in possesso di armi nucleari) potrebbero divenire realtà molto presto – scrive il politologo Dmitri Trenin *** Quando i russi guardano all’Iran, vedono un paese che è stato loro vicino e rivale da sempre. All’epoca dell’avanzata dell’impero russo, esso lottò per il Caucaso settentrionale e meridionale contro lo Scià. Pietro il Grande si annetté, per un breve periodo, tutta la costa iraniana del Mar Caspio e stanziò le sue forze poco a nord di Teheran. Nel XX secolo, la Russia e la Gran Bretagna divisero l’Iran in zone di influenza. I russi ottennero il nord e procedettero ad occupare l’Iran per due volte, durante ciascuna delle guerre mondiali. Quando Franklin Delano Roosevelt e Winston Churchill si incontrarono con Josef Stalin a Tehe

Paola Caridi (inviseblearabs) :Pietre, lacrimogeni, contusi ad Al Aqsa. E le puntate precedenti

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   Pietre, lacrimogeni, contusi ad Al Aqsa. E le puntate precedenti admin | February 24th, 2012 – 6:59 pm   http://invisiblearabs.com/?p=4371 Quattro palestinesi arrestati, decine di contusi tra i fedeli musulmani e i poliziotti israeliani. È il bilancio di un venerdì di scontri a Gerusalemme, nel cuore della Città Vecchia. Dopo la grande preghiera nella moschea di Al Aqsa, alcuni giovani palestinesi hanno lanciato pietre dalla Spianata delle Moschee sulla piazza sottostante, al Muro del Pianto. La polizia israeliana è allora entrata sulla Spianata, lanciando lacrimogeni. Molti i contusi. Gli scontri, poi, si sono spostati nelle zone di Gerusalemme est dove la frizione tra coloni israeliani e gli abitanti palestinesi è più forte, a Silwan e a Ras al Amud. Fin qui la cronaca. Quello che in gergo si direbbe un breve lancio d’agenzia. Come forse l’avete trovata sui resoconti online dei grandi giornali. Questa, però, è solo una parte della storia. O meglio, solo l’ultimo epi