Abuna Mario :1 MARZO: anche nella tua città UN PONTE PER BETLEMME


Fai memoria con noi del 1 marzo…

Carissimi amici vi allego un pò di notizie su una iniziativa per fare memoria di un giorno triste nella storia dell’umanità. Ci sono giornate della memoria di seria A e di serie B…la nostra giornata del 1 marzo agli occhi del mondo è di serie Z ma agli occhi di Dio ha lo stesso valore delle altre. Perchè le azioni malvage vanno condannate tutte allo stesso modo, non ce ne sono alcune più malvage ed altre meno malvage…e quello che è successo a Betlemme e dintorni il 1 marzo 2004 ha dentro di sè tutti i crismi della malvagità ed è per questo che da quel lontano 1 marzo ogni venerdì andiamo a pregare sotto il muro affinchè possa cadere perchè siamo sempre più convinti che UN MURO NON BASTA, ed è per questo che ti chiediamo di aiutarci a costruire…

1 MARZO: anche nella tua città
UN PONTE PER BETLEMME

GIOVEDI 1 MARZO 2012 organizza un appuntamento di sensibilizzazione e di preghiera nella tua città, nella tua comunità…

1° marzo 2004
“Uno ad uno, sei blocchi di cemento alti otto metri vengono posati in un largo solco da un’altissima gru. Sono i primi sei blocchi del muro. Da oggi, primo marzo 2004, Betlemme può chiamarsi “ufficialmente” una prigione. Ecco il primo pezzo di muro… ce lo troviamo davanti quasi all’improvviso, orribile. Il suo grigiore sta davanti a noi, abnorme, inumano: ci taglia fuori completamente dalla vita di normali, liberi esseri umani. L’hanno iniziato a pochi passi dal nostro ospedale. Davanti al muro regna il silenzio, anch’esso divenuto grigio e pesante. Sono pochi gli abitanti di Betlemme che si recano a vedere la triste novità di questi giorni, e per un po’ la giudichiamo quasi indifferenza, ma essi il muro non lo vogliono neppur vedere, non ne vogliono neppur sentir parlare, nauseati fino in fondo di una vita priva di dignità, vissuta pagando per tanta violenza.” (dalla LETTERA DA BETLEMME MARZO 2004 delle Suore del CARITAS BABY HOSPITAL)
1° marzo 2012
“Non possiamo più rimanere spettatori! Dobbiamo proteggere i nostri popoli per la loro sopravvivenza e le loro aspirazioni. Noi siamo con il nostro popolo con tutte le nostre forze, perché le sue sofferenze e le sue speranze sono le nostre”.
Con questa forza si è levata la notte di natale la voce del Patriarca Fouad Twal. Da Betlemme voleva raggiungere tutto il mondo questo appello “perché i nostri bambini ci supplicano: lasciateci crescere normalmente giocando nei nostri villaggi e sulla nostra terra”. Ma Betlemme è soffocata dal muro di separazione e -aggiunge ancora il Patriarca- “la via per raggiungere Betlemme vogliamo che rimanga libera, senza ostacoli, come per i magi e i pastori”.
 Alla supplica del Vescovo si unisce quella di tutti i cristiani palestinesi, come i parrocchiani di Beit Jala, che difendono la loro terra che sta per essere requisita dall’esercito e ci chiedono di pregare con loro mentre celebrano l’Eucarestia tutti i venerdi alle 14.30, sotto i loro ulivi minacciati dalle ruspe israeliane.
Come rispondere all’appello del Patriarca che con apprensione insiste: “Noi alziamo la voce e chiediamo pace, soltanto pace. Chiediamo il riconoscimento dello Stato di Palestina come soluzione giusta al conflitto”?
 La vostra risposta, in Italia, sarà anche celebrare la giornata del 1 MARZO.
Vogliamo gettare un ponte di solidarietà e preghiera con tutti i cristiani di terra santa. Diffondiamo fin d’ora l’invito ad organizzare in tutte le città, nelle diocesi e nelle parrocchie, nei monasteri come nelle nostre famiglie.
 GIOVEDI 1 MARZO  in comunione con i cristiani di Betlemme.
Anche le buone intenzioni e i discorsi non bastano più. Cerchiamo la pace concretamente con tutte le nostre forze ed energie. Ma siamo fiduciosi: niente ci può togliere la nostra speranza: né la paura, né le minacce, né l’arroganza degli uomini”(Fouad Twal)
 SUSSIDI E STRUMENTI per animare la preghiera e gli incontri potrete scaricarli dal sito www.bocchescucite.org   Info:unponteperbetlemme@gmail.com

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