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È morto Giorgio Bocca .il cronista dell'Italia liberata dalla Resistenza al nuovo millennio

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Comandante in GL, dopo la guerra rifiutò incarichi politici per fare il giornalista. Prima alla Gazzetta del Popolo, poi all'Europeo, al Giorno, fino all'avventura di Repubblica con Scalfari. Testimone attento e scomodo di oltre sessant'anni di storia italiana di FABRIZIO RAVELLI "NELL'ITALIA liberata prima ci disarmarono, parlo di noi partigiani, e poi ci chiesero di tenere in qualche modo in piedi la baracca dello Stato. A me, che avevo comandato una divisione di Giustizia e Libertà, offrirono, a scelta, un posto da vicequestore o da sindaco. Dissi che preferivo un posto da giornalista a GL, l'edizione torinese di Italia Libera, il quotidiano del Partito d'Azione a Torino". Nel fiume sterminato della vita professionale di Giorgio Bocca è raro trovare lezioni di uno che si impanca a maestro di giornalismo. C'è questo momento fondamentale: il partigiano Bocca che, deposte a forza le armi, decide che per "tenere in piedi la baracca" c

Paola Caridi (invisiblearabs) :Alaa Abdel Fattah è libero. Buon Natale

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   E’ andato direttamente dal carcere a piazza Tahrir. E tutto ha un senso. Alaa Abdel Fattah, blogger, dissidente, attivista, protagonista della rivoluzione del 25 gennaio assieme a tanti altri egiziani, è stato liberato oggi dalla prigione in cui era detenuto dalla fine di ottobre, in detenzione preventiva. In questa  foto ,  @alaa ha in braccio Khaled, il figlio nato pochi giorni fa, mentre il papà – Abu Khaled – era in prigione. Un figlio concepito da @alaa e sua moglie Manal Hassan dopo la rivoluzione del 25 gennaio, e chiamato Khaled in onore di Khaled Said, il ragazzo di Alessandria ucciso dalla polizia egiziana il 6 giugno del 2010. Capita di Natale. Ed è un bel regalo. Mabrouk, ya Abu Khaled.  @alaa libero. Buon Natale

Israele, razzi e mortai da Gaza. Nessuna vittima

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   Due razzi e due bombe di mortaio, sparati da miliziani palestinesi nella striscia di Gaza, sono scoppiati il giorno di Natale in territorio israeliano senza causare vittime e neppure danni, secondo un comunicato del portavoce militare. Altre due bombe di mortaio sono pure scoppiate nella notte e anche in questo caso non hanno causato vittime o danni. I tiri non sono stati finora rivendicati da organizzazione palestinesi. L'esperienza del passato insegna che questi attacchi non restano di solito senza una reazione militare israeliana di risposta. L'ultimo grave incidente sul confine tra Israele e Gaza risale allo scorso 8 dicembre quando l'aviazione israeliana uccise due miliziani che, secondo il portavoce militare, si stavano preparando a lanciare razzi contro lo stato ebraico. LEADER DI HAMAS PRONTO A VISITARE STATI MUSULMANI.  Intanto il vice premier del governo di fatto del movimento islamico Hamas nella striscia di Gaza, Mohammed Awwad, ha annunciato che il premier

Israele : la violenza della destra , noi intrappolati in un incubo di Sima Kadmon

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Sintesi personale   Se hai sentito che qualcuno ha rubato il tuo  paese nelle settimane scorse e la risposta è affermativa,  pensa che siamo intrappolati  in un incubo . Questo incubo è la realtà. Questa è la nostra vita.Nel momento in cui centinaia di coloni  attaccano   una base militare ebraica, un gruppo di ragazzi attraversa la recinzione di confine vicino al sito  cristiano  di Qasr al-Yehud   minacciando  di complicare i nostri legami con la Giordania , una moschea viene bruciata  come pizzo di routine   e tutto questo accade in un momento in cui vengono emanate  leggi  anti-democratiche  e    creato un comitato per esaminare la esclusione delle donne dalla sfera pubblica ,ci è permesso di ammettere che sì, abbiamo paura .Abbiamo paura di ciò che sta accadendo a pochi chilometri dalle nostre case, quando centinaia di ragazzi  fanno  ciò che vogliono in questo paese e  nessuno li ferma , né il governo né l'esercito  nè la  polizia. Siamo anche preoccupati  per  l'at

Comunità ebraica Torinese in visita al campo Rom per esprimere solidarietà

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1   Una delegazione della Comunità ebraica di Torino, con il rabbino capo Eliahu Birnbaum e il presidente Beppe Segre in prima fila si sono recati in visita al campo rom della Continassa, nella periferia di Torino, oggetto della furiosa violenza di poche settimane fa, quando l’imbecillità e il razzismo di alcuni ha messo in pericolo la vita di decine di persone. “Siamo qui per esprimere di persona la nostra solidarietà – spiega rav Birnbaum – come ebrei sentiamo la responsabilità di stare accanto a chi soffre, a chi è vittima della stupida brutalità umana. Ed è giusto farlo con un segno tangibile e per questo siamo venuti di persona”. Della cinquanta persone che prima vivevano nel campo, una ventina sono rimasti. Molti dei bambini sono in Romania, dalle famiglie, dai nonni. “Noi siamo qui da nove anni e non è mai successa una cosa del genere” ricorda Adriana, 28 anni e una bambina di pochi mesi in braccio. Guarda le immagin 2   l  Gruppo di Studi Ebraici  e la redazione di  Ha Keillah 

Daniel Barenboim «Artisti e intellettuali in campo per la pace israelo-palestinese»

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  Dopo un anno di eventi straordinari all’interno del mondo arabo, è ora di cambiare prospettive anche sul conflitto israelo-palestinese. Nel corso degli ultimi 70 anni nessuno degli attori coinvolti è riuscito a capire che la natura del conflitto non è politica ma fondamentalmente umana, un conflitto tra due popoli che asseriscono il proprio diritto allo stesso pezzo di terra. Entrambi i popoli devono essere compresi per mezzo della loro storia specifica e accettare il fatto che le loro sorti sono indissolubilmente legate. Anziché chiedere chi ha iniziato, dovremmo domandare chi sarà a fare il passo decisivo per mettere la parola fine. Anziché lasciare la sorte della regione ai politici e ai diplomatici, dobbiamo far sì che il singolo cittadino sia autorizzato a prendere posizione. Il popolo egiziano ci ha mostrato quanto fosse pronto ad assumere il controllo delle proprie sorti: un’azione civica positiva può arrivare solo da cittadini illuminati. Per promuoverla serve una nuova gen

Rai 3 : Gli amici del Kandy Bar - Doc 3 Video

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Gli amici del Kandy Bar - Doc 3 in streaming online | Wazzap.tv Doc 3 mette a fuoco l’infinita questione arabo-israeliana attraverso il crudele romanzo di formazione della guerra. Perché crescere in Israele significa entrare nell’esercito. Non è un domanda, è la legge. Una volta compiuti 18 anni o sei un soldato o sei un disertore.a Durata   53 minuti Providers:   raitv . Tipo:   Documentario Genere:   Attualità Anno:   2011 Stagione:   -1  |  Numero Episodio Ratings (bollino):   Verde

A Betlemme un Natale di protesta: «I nuovi insediamenti ci soffocano»

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Gaza-Betlemme Al valico di Kerem Shalom, la principale porta di accesso alla Striscia di Gaza, non si respira un’aria buona. Anche se i volti dei militari israeliani, che controllano minuziosamente chi entra e chi esce, sono apparentemente distesi, il clima pesante è palpabile. Lo si legge nei loro occhi. Nel loro modo d’imbracciare la mitraglietta e nell’attenzione con cui fanno i controlli nelle auto e nei mezzi in transito. Ma il Natale è vicino, forse anche per loro. E proprio a pochi giorni dalla ricorrenza della nascita di Gesù, nella martoriata terra della Striscia di Gaza, è arrivato il patriarca latino, monsignor Fouad Twal. Un gesto che si ripete tutti gli anni, ma che quest’anno ha un significato particolare: sono stati rilasciati da parte israeliana 550 prigionieri palestinesi, nell’ambito della seconda fase dell’accordo con Hamas che ha portato alla metà di ottobre alla liberazione di Gilad Shalit, il soldato israeliano rimasto nelle mani del movimento islamico per